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15 Settembre, 2002
Lettera di Michel Platini, presidente dell'Uefa ai capi di Stato e di governo europei
Egregio Signor Presidente, decine di milioni di cittadini europei vivono la passione per il calcio quotidianamente: in campo, in tribuna allo stadio e davanti al piccolo schermo......

Egregio Signor Presidente, decine di milioni di cittadini europei vivono la passione per il calcio quotidianamente: in campo, in tribuna allo stadio e davanti al piccolo schermo. In un momento in cui l'Europa sta cercando di ridefinirsi, di unirsi e ritrovarsi attorno a dei valori comuni condivisi, nulla può contribuire più dell'amore per il nostro sport.

Quanti bambini hanno incominciato a trovare nuove radici nei paesi d'accoglienza su un campo di calcio ancor prima di andare a scuola? Centinaia di migliaia è la risposta a voi tutti nota. I valori difesi dal calcio sono un potente fattore d'integrazione sociale e di educazione civica. La lotta contro la violenza, contro il razzismo e le discriminazioni, la lotta contro il doping a favore del fair play collocano il nostro sport all'avanguardia degli sforzi per creare una coscienza europea radiosa.

Tuttavia, una grave minaccia si staglia all'orizzonte dello sviluppo del calcio europeo: la nefasta onnipresenza del denaro.

Il denaro è sempre stato presente nello sport e il calcio ha abbracciato il professionismo 150 anni fa. Il denaro, tuttavia, non è mai stato il fine ultimo del calcio. Nel nostro mondo l'obiettivo principale è sempre stato vincere trofei. Oggi, per la prima volta, corriamo il rischio di avventurarci in un'era in cui soltanto il profitto finanziario consente di misurare i successi sportivi. Mi rammarico di constatare che questo inquinamento dei valori sportivi non susciti risposte adeguate dalle nostre istituzioni europee, che si rifiutano ostinatamente di riconoscere la specificità dello sport e la necessità di avere norme sportive che garantiscano equità ed equilibrio nelle competizioni. I Trattati Europei non si pronunciano sul tema e quindi ogni norma sportiva tende a essere esaminata attraverso il prisma deformante e approssimativo della normativa europea sulla concorrenza.

L'Europa vuole davvero ridurre lo sport a una semplice e triste transazione commerciale a una sola dimensione? Non è meglio trattare la questione in maniera approfondita a livello europeo tenendo conto degli aspetti particolari ed essenziali che distinguono lo sport in maniera determinante da qualsiasi altro settore di attività commerciale e dei servizi? Mentre l'eccezione culturale oggi accettata e difesa, la specificità dello sport - che si basa su una struttura piramidale di governo democratico e sul dialogo sociale dinamico tra datori di lavoro e dipendenti, dialogo che si sviluppa in Europa sotto l'egida dell'Uefa - non viene protetta. Il nuovo Trattato per la riforma nell'amministrazione delle istituzioni europee prevede l'allargamento delle competenze della Commissione Europea sulle questioni sportive, pur riconoscendo in minima parte la specificità dello sport.

L'articolo del Trattato sfortunatamente non fa abbastanza per proteggere il calcio dagli interessi commerciali sfrenati che lo assalgono da ogni dove. Milioni di innamorati del calcio di cui mi faccio portavoce lanciano un appello all'Europa affinché faccia di più per difendere il nostro calcio e il modello sportivo europeo basato sulla solidarietà sociale e finanziaria tra ricchi e poveri, unica garanzia dei valori a noi cari.

Il Parlamento Ue s'è già espresso nel Rapporto Belet nel marzo del 2007. In questo rapporto si fa accenno alla dichiarazione del Consiglio Europeo di Nizza del 2000. Tale dichiarazione emanava dagli organi più rappresentativi della volontà democratica europea ed è rimasta lettera morta. Non è stata neanche ripresa nel poco convincente Libro Bianco prodotto dalla Commissione a luglio. Soltanto voi, i Capi di Stato e di Governo, avete il potere di rafforzare il ruolo della specificità dello sport nella riforma del Trattato. Il suo impegno personale presso i suoi responsabili dello sport e delle questioni europee può garantire la presenza di un articolo che consacri la specificità e l'autonomia dei regolamenti sportivi nella nuova Riforma di Trattato.

Mi rivolgo a tutti i Capi di Stato e di Governo perché rappresentate l'ultima speranza per un futuro sano ed equilibrato del calcio europeo. Sono conscio del fatto che siete sensibili al problema e capite quanto questo tema sia importante per decine di milioni di concittadini europei. Riprendete la torcia della speranza e ridate ai valori sportivi la giusta priorità. Lasciate prevalere la gloriosa imprevedibilità dello sport sulla tetra certezza del denaro. Il calcio unisce e trascende l'Europa, l'Europa deve aiutare il calcio.

Signor Presidente, in attesa di un suo gentile riscontro, le invio i miei distinti saluti.

Nella foto: Michel Platini, presidente Uefa

 


       



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