15 Settembre, 2002
I derivati finanziari e gli Enti Locali
Il ricorso ai Derivati finanziari da parte degli enti Pubblici ed il prossimo Bilancio di previsione è il tema al centro del convegno promosso dal CISAL
Il ricorso ai Derivati finanziari da parte degli enti Pubblici ed il
prossimo Bilancio di previsione è il tema al centro del convegno promosso
dal CISAL (Comitato Istituzionale per gli Studi sull'Amminsitrazione
Locale), questa mattina presso la sala consiliare della Provincia.
Dopo i saluti del Presidente della Provincia on. Giuseppe Torchio, sono
intervenuti il direttore di Anci Lombardia, Pier Attilio Superti ed il
segretario Provinciale Lega Autonomie Giuseppe Azzoni.
Tra i relatori Giancarlo Penco, della Sezione regionale della Corte dei
Conti della Lombardia, Pier Achille Lanfranchi (esponente Anci Lombardia e
vice Sindaco di Fortunago) e Massimo Pollini, presidente Dipartimento
finanza Locale, personale e Sicurezza Anci Lombardia.
Un approfondimento necessario non solo per capire meglio, tutti insieme,
quello che è scoppiato come un vero e proprio scandalo, nel quale non è
facile capire chi siano i cattivi e chi i buoni.
Capire, approfondire è utile perché, almeno così sembra, da operazioni
finanziarie attraverso quei prodotti sono venuti danni a molti enti locali
e ad alcune regioni italiane, quindi, in definitiva, ai cittadini cui gli
amministratori pubblici devono sempre fare riferimento.
"Dire, come pure diciamo, che noi, come Provincia di Cremona, non abbiamo
utilizzato tali prodotti pur dopo averne valutato l'opportunità, non basta"
ha commentato Torchio, "Perché il mercato finanziario si è evoluto, perché
i derivati fanno parte a pieno titolo di quel mercato e perché con quel
mercato, che lo vogliamo o no, anche la pubblica amministrazione, gli enti
locali, devono fare i conti".
Di fronte alle criticità emerse si è sviluppato un dibattito
sull'opportunità di vietare l'utilizzo di prodotti finanziari derivati da
parte degli enti locali.
Dai successivi interventi è emerso che il problema è semmai quello di un
controllo, finanziario ed etico, su questo mercato e sull'utilizzo dei suoi
strumenti, e poi di una consulenza efficace e costantemente aggiornata nei
confronti degli enti locali che intendessero accedervi.
La prudenza, giustamente invocata come modus operandi di amministratori e
funzionari pubblici nel maneggiare denaro della comunità, non deve essere
trasformata in timore paralizzante. I derivati possono essere uno strumento
importante per ridurre il rischio e l'onerosità di operazioni finanziarie
sul debito cui necessariamente gli enti locali devono accedere. Si tratta
di fare in modo che questo resti, per quanto riguarda gli enti pubblici,
l'obiettivo unico, vincendo, anche attraverso precise norme, ogni
solleticazione speculativa volta a "fare cassa".
La sfida, insomma, è ancora una volta sul fronte dell'informazione e
della trasparenza. Ed è una sfida che dobbiamo raccogliere tutti,
amministratori locali, istituzioni centrali, banche, organi di controllo
come la Consob per definire insieme regole di sistema che garantiscano
tutti gli operatori, ma soprattutto garantiscano i nostri cittadini sul
loro futuro sia di amministrati, quindi dipendenti dalle capacità
finanziarie delle amministrazioni, sia di risparmiatori sottoposti al
collocamento di prodotti finanziari che potrebbero rivelarsi ad alto
rischio anche per loro.
 
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