15 Settembre, 2002
'Una svolta importante, un appuntamento da non mancare'
Intervista di Deo Fogliazza (Cremona per l'Ulivo) a
Pubblichiamo l'intervista comparsa su "Democrazia e informazione", supplemento di 'Cronaca'
Deo Fogliazza rappresenta il Comitato “Cremona per l’Ulivo” nel Comitato Organizzativo Provvisorio del Movimento “Cittadini per l’Ulivo”. E’ un osservatorio in qualche modo ‘privilegiato’, dal quale è forse possibile trarre alcune informazioni più ravvicinate.
C’è un rapporto tra la vostra esperienza e la forte accelerazione data dai Partiti dell’Ulivo in questi giorni con la convocazione dell’Assemblea Nazionale dell’Ulivo??
“Credo di sì, anche se probabilmente non in maniera automatica e diretta. Vale la pena ricordare da dove viene questo Movimento. Dopo una lunga fase di ‘rintronamento’, durata per alcuni mesi dopo la sconfitta del maggio 2001, nel luglio scorso a Firenze - una ventina di ‘temerari e sognatori’ ha scommesso sulle possibilità di ripresa dell’Ulivo di base, quello formato da cittadini, iscritti o meno ai partiti della coalizione, che facevano del progetto unitario dell’Ulivo una bandiera. Ne nacque l’organizzazione di un Seminario, che si tenne nell’ottobre a Chianciano. Eravamo a quel punto in 300 persone in rappresentanza di una ottantina di Comitati di base. Lì ci siamo dati due obiettivi di carattere politico: costituire entro la primavera il movimento dei ‘Cittadini per l’Ulivo’, movimento a rete, sull’intero territorio nazionale, che trasformasse la parola d’ordine dell’unità in concreta azione politica e che divenisse protagonista del secondo obiettivo, la costruzione della Federazione dell’Ulivo, attraverso lo strumento della Convenzione nazionale. Oggi, in poco più di 100 giorni, abbiamo superato le 10.000 ‘formichine’ (abbiamo chiamato così il cartoncino di adesione personale a sostegno del Movimento) ed abbiamo toccato la soglia di 300 Comitati o Associazioni aderenti. Risultati apprezzabili, che ci dicono quanto avessimo intercettato esigenze vere, sentite ed oggettive. Ora, con la convocazione dell’assemblea nazionale del 13 aprile, crediamo di poter dire che una tappa importante anche del nostro tragitto è raggiunta. Proprio per questo partecipiamo con entusiasmo a questa fase, dandoci appuntamento a dopo l’Assemblea Nazionale di aprile per definire più compiutamente la struttura del nostro Movimento”
Si, ma nel frattempo sono successe parecchie cose. Ad esempio c’è stata Piazza Navona e lo 'schiaffo’ di Moretti, ci sono stati girandole e girotondi, la discesa in campo aperto di Cofferati. Momenti che hanno in qualche modo ‘costretto’ l’Ulivo a darsi una mossa.
“Certo che è così! Da subito abbiamo guardato con grande attenzione e simpatia a quanto stava succedendo. E ci siamo accorti che molte delle loro parole d’ordine erano le nostre stesse parole d’ordine. Libertà, giustizia, eguaglianza di fronte alla legge, stato di diritto, solidarietà. E poi no alla guerra, lotta per la Pace. Eravamo forse diversi rispetto alla collocazione nel panorama politico: loro più esterni all’Ulivo, e forse per questo ‘più liberi’ ed anche ‘più visibili’; noi più dentro all’Ulivo, sostenitori posti alla sua base, ‘facilitatori’ di unità. Non è stato difficile incontrarci: al Palavobis così come al Circo Massimo o in Piazza San Giovanni eravamo tanti, c’eravamo tutti. Tant’è che all’inizio di quest’anno è stata data forma ad un ‘tavolo’ nazionale di collaborazione, al quale con noi siedono parecchi di questi movimenti spontanei e della società civile. Dunque, siamo tanti e diversi, ma uniti su due obiettivi di fondo: sconfiggere la destra, costruire l’alternativa. Lo stiamo facendo.”
C’è però chi non sembra interessato all’Assemblea nazionale del 13 aprile. Chi considera troppo ‘stretti’ gli spazi a disposizione degli ‘esterni’. Pancho Pardi, ad esempio, sembra dire che riservare solamente 100 delegati agli esterni in quella Assemblea sia un po’ poco e significhi che i giochi son fatti.
“Ho letto quella dichiarazione. Lecita, ma che non condivido! E spero possa ripensarci, c’è tempo! Ci sono momenti nei quali è decisivo ‘esserci’. Eccone uno! I Partiti dell’Ulivo, con la convocazione dell’Assemblea Nazionale,probabilmente anche al di là delle proprie intenzioni o anche perché 'forzati’ dagli accadimenti, hanno messo in moto un processo che oggi appare inarrestabile. E’ un processo che parte dal 13 maggio del 2001, passa attraverso Piazza Navona, il Circo Massimo. Ma passa anche per Chianciano. E non può che giungere alla costruzione dell’Ulivo come soggetto politico, alla Federazione dell’Ulivo come strumento unitario che si mette a disposizione del Paese per riprenderne in mano le sorti e salvarlo dall’abisso nel quale lo sta costringendo ‘questa’ destra, incapace e pericolosa. E’ un cantiere. Un edificio in piena costruzione. Ma le basi ci sono. E se si legge bene il documento che convoca l’Assemblea Nazionale (pubblicato qui a lato), si potrà vedere che anche gli spazi per un rinnovamento culturale e politico ci sono tutti. Il 20% dei delegati sono riservati alle espressioni “non di Partito”. Ed inoltre c’è una riserva di altri 100 nominativi ad integrazione. Su circa 4.000 delegati oltre 800 saranno espressione dei Comitati, delle Associazioni e dei cosiddetti ‘esterni’. Non mi pare poco. E non mi pare si debba ricondurre tutto a mere questioni di numeri! Non tutto è già belle che fatto. Sta proprio qui la vera sfida: starci dentro, muovere battaglia politica ed ideale, confrontarsi liberamente. Ascoltare e farci ascoltare. Laicamente, e con spirito positivo. Insomma, costruire”.
Tutto rose e fiori, allora ? Nessun problema?
“No, non proprio. Abbiamo ben presente i rischi. La ‘cittadella’ della politica fa fatica ad aprire per davvero e fino in fondo porte e finestre. Va aiutata! C’è una tendenza alla conservazione, come non vederla! E guai a noi a non capire quanto il ‘vecchio’, il ‘sedimentato’ (che non sempre è sinonimo di malevolo, ma spesso è sinonimo di pigro) faccia davvero fatica ad accettare il nuovo, l’inedito. Ma io ho fiducia. Mi dà forza la convinzione che, senza l’Ulivo, l’Italia rischia il collasso. E che l’Ulivo non può fare a meno né della tradizione e delle diverse esperienze che vivono nelle forze politiche, né della novità che promana dai movimenti e dai cittadini. Senza gli uni e senza gli altri l’Ulivo non è dato. E, senza Ulivo, il Paese, con questa destra, rischia di andare a ramengo. Se ne sta accorgendo anche una larga fetta di elettori che, due anni fa, hanno scelto la destra, volendo metterla alla prova, proponendosi in buona fede di darle una chance. Alla ‘prova dei fatti’ in molti si stanno rendendo conto di aver commesso un errore di valutazione. Non è ancora sufficiente, però. Hanno anche bisogno di trovare in noi maggiore credibilità: è questo lo sforzo che, insieme, dobbiamo compiere. Così come c’è bisogno di riconquistare la disponibilità e l’entusiasmo di quelle persone che, negli anni, si sono un po’ disamorate della politica, rifugiandosi ad esempio nell’astensione. Dobbiamo perciò costruire una coalizione credibile, che sappia meritarsi fiducia, sia per le scelte politiche e programmatiche che sa compiere, sia per l’apertura al nuovo che deve dimostrare nei metodi e nei comportamenti. E’ un traguardo ambizioso, ma è alla nostra portata”.
Un’ultima domanda: su quale piattaforma politica centrate la vostra presenza come “Cittadini per l’Ulivo”??
“Innanzitutto l’unità. La prassi dell’unità. E’ più facile, più semplice e dà anche maggiori soddisfazioni. L’abbiamo verificato, ad esempio, nel Comitato “Cremona per l’Ulivo” in questi due anni. Un centinaio di persone, di ‘formichine’ - quale più, quale meno attiva - diverse per formazione culturale e provenienza sociale, alcune iscritte ai partiti della coalizione altre no, che da due anni ragiona, lavora, opera, fa politica unitariamente, discutendo, confrontandosi, ma sempre su un terreno ed in una pratica di unità. Al punto che tra di noi nessuno più guarda all’eventuale partito di appartenenza: ci si sente tutti ‘Ulivo’. Dunque unità come primo valore. E poi disponibilità al rinnovamento. Ad esempio nella selezione dei gruppi dirigenti e nella elaborazione dei programmi. Sull’uno e sull’altro versante chiediamo che l’Ulivo si apra alla società, chieda l’aiuto dei cittadini, coinvolga il proprio elettorato. Per questo stiamo organizzando gruppi di studio e di lavoro sui diversi temi (welfare, scuola, questioni locali) - aperti a tutti coloro che ne siano interessati - che saranno chiamati ad elaborare le linee di programma per le prossime elezioni amministrative. E per questo chiediamo anche di accelerare la definizione di regole che diano alla coalizione nuovi strumenti di selezione della propria classe dirigente: pensiamo alle ‘Primarie’, ad esempio, o comunque a strumenti che coinvolgano il maggior numero di cittadini nella scelta delle diverse candidature. A livello generale siamo convinti che l’Ulivo debba essere profondamente riformista, senza se e senza ma. Ed appunto per questo debba assumere radicalità soprattutto in riferimento ai principi nei quali tutti ci riconosciamo: pace, Stato di diritto, giustizia sociale, libertà, pari opportunità, eguaglianza, solidarietà. Noi siamo in Piazza della Pace, 21 a Cremona. Ci riuniamo di solito il giovedì sera. Basta spingere la porta ed entrare. Con voglia di fare e di mettersi in gioco. Il resto viene da sé”.
 
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