15 Settembre, 2002
Vince Berlusconi ma il PD perde ? di Gian Carlo Storti.
Ma sono sufficienti gli occhi del ’900 per leggere la realtà di oggi? Sicuramente no . Ciò che è avvenuto prima e durante il voto ci obbliga invece a riflettere per capire appunto come potrà essere la 3° Repubblica.
Vince Berlusconi ma il PD perde ? di Gian
Carlo Storti.
Ma sono sufficienti gli occhi del ’900 per
leggere la realtà di oggi? Sicuramente no
. Ciò che è avvenuto prima e durante il voto ci obbliga invece a riflettere
per capire appunto come potrà essere la 3°
Repubblica.
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Il 14 aprile 2008 sarà ricordato nella storia come il 18 aprile del 1948 e l’inizio della 3°
Repubblica.
Se lo guardiamo con il occhi del ‘900 il
risultato è davvero sconfortante.
La destra populista del Berlusca vince con circa il 9% di vantaggio
assieme agli eredi della destra fascista
ed al movimento leghista che si caratterizza per
il suo razzismo.
All’opposizione un partito di centro eredi
degli ex democristiani ed un partito “democratico
stile americano”.
La sinistra post-comunista, i socialisti,
i verdi , la destra estrema e fascista penalizzati
da sbarramenti elettorali “ libertici” fuori dal parlamento.
Ma sono sufficienti Gli occhi del ’900 per
leggere la realtà di oggi? Sicuramente no
. Ciò che è avvenuto prima e durante il voto ci obbliga invece a riflettere
per capire appunto come potrà essere la 3°
Repubblica.
Ovviamente non sono in grado di fornire risposte
ma solo di evidenziare in modo problematico alcuni punti.
1.) Lo schieramento di Berlusconi, Fini e Bossi
è risultato piu’ credibile sia agli occhi di una certa borghesia (
piccola e media industria) e una parte della società, povera o vicina
alle soglie di povertà ( pensionati, operai
ecc.) che vede negli immigrati i suoi nemici
( infatti sono accolti con contributi, gli vengono
date casa e lavoro ecc.). Il Federalismo
del Nord è la panacea di tutti i mali. Perché non
provarlo? Il “ vecchio” , parlo del suo staff
è risultato quindi piu’ affidabile. Il richiamo
alle radici cristiane, ai valori della famiglia
tradizionale hanno fatto da collante di una
vasta moltitudine interclassista che ha visto
all’opera la “sinistra” del cattolico, atipico,
Prodi. Un Governo , quello di Prodi, non
solo rissoso ma incapace di affrontare i problemi veri della povertà,
della sicurezza ecc. La “ mondezza” e la “ mozzarella alla diossina” di Napoli sono quindi diventati il modello del “ non
governo” delle sinistre. Poco contano le promesse, che non saranno
in parte realizzate da Berlusconi, conta la credibilità del leader
, il suo carisma, il modello che rappresenta.
2.) La “sinistra arcobaleno” ha perso sia a sinistra
che a destra. A sinistra non è stata votata dai delusi
della esperienza di Governo ( hanno ingoiato
troppi rospi amari) e da destra non è stato
votato da quei militanti di sinistra che credono al governo del paese. Questa
“ sinistra di governo” ha votato il PD ,un
nuovo partito che venendo , in parte dalla
sinistra comunista, è diventato per davvero
riformista; un partito a cui dare credito , sul quale caricare aspettative
“ di sinistra” appunto. Bertinotti dichiarando
la sua volontà di restare all’opposizione
si è condannato da solo. Sicuramente questa “ nuova sinistra extraparlamentare”
rischia di essere tirata per la giacca e
di radicalizzare la rappresentanza. Per questo
è utile , forse, mantenerla legata a livello
territoriale.
3.) L’Unione di Centro di Casini ha dimostrato una certa vitalità ; si è
presentata una forza di cerniera ed in grado
di recuperare sia una parte di elettorato
cattolico impegnato nel sociale ( vedi l’impegno
di Pezzotta nel sindacato Cisl ) che a mantenere
quella parte di eredi della vecchia Democrazia
Cristiana che si erano schierati a destra
ma fermi nel mantenere una loro identità.
Questa forza di centro sarà collocata all’opposizione
ed assieme a PD vigilerà perché la 3° Repubblica
non si trasformi in regime.
4.) Ma il PD dove ha sbagliato allora? E’ giusto riconoscere che Veltroni ha tentato
il miracolo di far dimenticare la pesante
esperienza di Prodi ed allo stesso tempo
presentarsi come il nuovo. Tre secondo me sono i punto sui quali i democratici debbono riflettere:
a. Come può divenire credibile per il mondo
cattolico impegnato nel sociale? Forse non
bastano le generose battaglie della Bindi
e di altri eminenti esponenti politici;
b. Se il voto alla Lega non è di protesta, come
pare che sia, come parlare a questi ceti sociali ? E’ solo
un problema di linguaggio ( i fucili, Roma
ladrona ecc.) o vi è per davvero un’ansia
sociale collettiva che fa vedere a questi
cittadini un futuro nero? Come garantire
sicurezza ed al contempo la legalità e l’accoglienza degli extracomunitari
necessari al funzionamento dell’Italia?;
ineludibile mi pare la scelta del Federalismo
e di una riforma dello stato che smantelli la struttura burocratica del secolo scorso,
sia sociale che istituzionale; quale nuove
politiche per il welfare? Quali nuove politiche
salariali che riconoscano il merito?
c. Il rinnovamento della classe politica del
PD deve continuare a tutti i livelli; uno
degli strumenti solo le primarie;è necessario
investire sui giovani, su nuovi pezzi della
società, sulla natalità ridando un nuovo
ruolo alla famiglia; sul ruolo attivo delle
donne sia in politica che nella società; sulla identità culturale italiana
valorizzando la sua storia ecc.
Infine un accorato appello ai dirigenti nazionali
del PD.
Se il PD deve essere un partito nuovo ha
bisogno anche di nuovi volti in TV. Del resto
si sa questo conta o no?
Attendo vostre mail, ovviamente critiche
che pubblicheremo sul sito.
Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it
Cremona 15 aprile 2008
 
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