15 Settembre, 2002
Interventi immediati per l’argine di Sommo con Porto
Lettera di Torchio e Alloni ai ministri dello Sviluppo economico e Ambiente - Ripristinare lo squarcio creato dall’alluvione di cinque anni fa per evitare che si ripeta
Il permanere dello squarcio nell’argine del Po a Sommo con Porto a distanza di un lustro dall’alluvione è inaccettabile e non può essere tollerato oltre. Per questo il presidente ed il vice della Provincia hanno scritto una decisa lettera ai Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente affinché si intervenga con la massima urgenza, onde evitare che in occasione di una piena non improbabile nei prossimi mesi, si possa ripresentare la drammatica situazione vissuta anni fa dalle popolazioni. A questo si aggiunge analogo problema nel territorio di Casalmaggiore.
“Chiediamo una particolare attenzione per il ripristino e la definitiva sistemazione dell’argine” si legge nella lettera inviata a Roma, “poiché, anche nel mese di luglio, si sono registrate, stante l’abbondanza di precipitazioni, piene nelle zona interessata, con alto rischio per le popolazioni locali. Ora, per evitare danni e disagi, urge un intervento risolutivo e immediato”.
Lo stesso “progetto Valle del fiume Po” prevede un finanziamento di fondi Fas pari a 180 milioni di euro (di cui alla delibera Cipe del 4 aprile 2008) e contiene “l’adeguamento arginale golenale in sinistra Po a protezione dell’abitato di Sommo con Porto in Comune di San Daniele Po (CR), pari a circa 2 milioni di euro. Specifiche risorse sono previste anche per il casalasco.
La Provincia di Cremona, con la Consulta del Po, sono riusciti a ottenere finanziamenti per un progetto integrato lungo tutto l’asta fluviale, sotto il profilo ambientale, economico e di sviluppo della navigazione interna. Certamente rimangono criticità dell’alveo, alle quali, dopo tanti studi e ricerche, si stanno dando prime risposte.
E’ il caso della presa di posizione della Giunta regionale avvenuta grazie al pressing del presidente della Provincia on. Giusepe Torchio con il vice Agostino Alloni che hanno fatto inserire nell’atto deliberativo (DGR 5707 del 23 ottobre 2007) la priorità di interventi per la regimazione nel medio tratto cremonese, richiedendo la disponibilità dei residui di fondi accantonati dalla stessa Regione in relazione a normative nazionali.
“Ben fa il consigliere Quinzani a sollevare la “questione Po – hanno rilevato il presidente Torchio ed il Vice Alloni – Fin dall’inizio di questo mandato amministrativo abbiamo richiesto risorse per il nostro territorio finalizzato ad un intervento concreto sul Po ed ora siamo alla stretta finale. I cento milioni di euro accantonati in Regione Lombardia devono essere investiti per opere sul nostro territorio. Un progetto integrato che passi da un contratto di fiume che vede l’utilizzo plurimo delle acque, a fini ambientali, economici, di sviluppo turistico e di navigazione interna, anche commerciale. Grazie al forcing effettuato dalla Provincia, la Regione con due distinte delibere regionali (dgr 5707 e 5266), ha indicato l’uso di tali risorse per interventi di regimazione dal porto di Cremona a Foce Mincio, quale punto di mediazione che trova l’accordo di forze ambientaliste, economiche politiche e dell’associazionismo”.
Il pressing effettuato anche con amministratori locali delle comunità rivierasche ha consentito l’inserimento nelle delibere di giunta regionali delle modifiche essenziali per dare priorità al Po ed oggi vediamo che la Regione ha affidato ad Aipo ed Infrastrutture Lombarde risorse per un concreto studio di fattibilità a cui seguirà l’intervento sul fiume.
Per quanto attiene al “grande fiume” nella lettera si precisa come: “per la navigabilità del Po, che interessa tutto il sistema idroviario padano-veneto, sia necessario procedere con la regimazione del medio tratto cremonese, attraverso un “contratto di fiume”, che al pari di altri sistemi fluviali, come Rodano e Reno, preveda l’utilizzo plurimo delle acque a fini irrigui, energetici, attraverso nuovi impianti idroelettrici, per la navigazione interna, commerciale e turistica, per lo sviluppo ambientale delle golene.
Per fare tutto ciò vi sono risorse immediatamente disponibili, in possesso, per la propria quota finanziaria, di Regione Lombardia, per un totale di circa 100 milioni di euro (così come si desumono nello specchio riassuntivo delle disponibilità all’interno delle delibera di Giunta Regionale della Lombardia, nr. 5707 del 23 ottobre 2007), con uno studio di fattibilità affidato dalla Regione Lombardia ad Aipo ed Infrastrutture Lombarde.
Va inoltre detto che a tali disponibilità economiche si possono collegare, quale cofinanziamento, anche fondi comunitari a favore dello start up aziendale e di tutto l’indotto imprenditoriale.
Accanto a tale “tesoretto” vi è anche il trasferimento al demanio della Regione delle aree ex Consorzio del Canale Navigabile Milano-Cremona-Po, che ha attribuito un valore di circa 1.000 miliardi delle vecchie lire che, almeno in parte, dovranno essere assegnate al territorio maggiormente interessato alle iniziative legati agli scopi del disciolto ente.
Pertanto, occorrerebbe procedere celermente per l’attuazione dei progetti attesi dalle comunità locali, anche per quanto riguarda la difesa del suolo che, per quanto ci riguarda, prevede interventi nel medio tratto cremonese-casalasco, oltre naturalmente alle azioni in ambito turistico-ambientale-culturale, senza tralasciare la difesa idraulica e l’aspetto di navigazione interna.
Progetti ed altre iniziative che necessariamente dovranno rivolgersi con riferimento anche ad altri fonti di finanziamento come Por, Fesr, Fas per la quota complessiva degli stessi Fas spettanti alle diverse regioni insieme alle rimanenze, per la Regione Lombardia, delle legge 380/90, 194/98, 350/03 e 413/98
 
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