15 Settembre, 2002
La storia volta pagina e cambia colore: Obama é Presidente degli USA
Il giovane senatore afro-americano trasforma in realtà il sogno di una grande parte del mondo - Si riprende da qui, per affrontare con uno sguardo più positivo i gravi problemi del pianeta - Il video del suo primo discorso da Presidente a Chicago
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DOCUMENTO/IL DISCORSO DI OBAMA
"Abbiamo fatto tanta strada questa vittoria appartiene a voi"
Ecco il discorso con cui Barack Obama ha celebrato la vittoria a Chicago
Obama:
Ciao, Chicago.
Se c'è qualcuno lì fuori che ancora dubita che l'America sia un posto
dove tutto è possibile; che ancora si chiede se il sogno dei nostri
padri fondatori è vivo ai nostri tempi; che ancora mette il dubbio il
potere della nostra democrazia: questa notte è la vostra risposta.
E' la risposta delle code che si allungavano intorno alle scuole e
alle chiese in numeri che questa nazione non aveva mai visto, della
gente che ha aspettato tre e quattro ore, molti per la prima volta
nella vita, perché credevano che questa volta dovesse essere diverso,
che le loro voci potessero fare la differenza.
E' la risposta che
viene dai giovani e dai vecchi, dai ricchi e dai poveri, democratici
e repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, indigeni
americani, gay, eterosessuali, disabili e no.
Gli americani hanno mandato un messaggio al mondo: non siamo mai
stati solo una lista di individui o una lista di stati rossi e stati
blu. Siamo, e sempre saremo, gli Stati Uniti d'America.
E' la risposta che ha guidato quelli che si sono sentiti dire per
tanto tempo di essere cinici e spaventati e dubbiosi su quello che
possiamo ottenere, mettendo le loro mani sull'arco della storia e
piegandolo una volta di più alla speranza di un giorno migliore. C'è
voluto molto a venire, ma stanotte, per quello che abbiamo fatto in
questo giorno in questa elezione in questo momento cruciale, il
cambiamento è arrivato in America.
Poco fa stasera ha ricevuto una bellissima telefonata dal senatore
McCain. Il senatore McCain ha combattuto lungamente e duramente in
questa campagna e ha combattuto anche più lungamente e duramente per
il paese che ama. Ha sopportato sacrifici per l'America che la
maggioranza di noi neanche possono immaginare.
Siamo tutti migliori per i servigi resi da questo coraggioso,
altruista leader. Mi congratulo con lui e mi congratulo col
governatore Palin per quello che sono riusciti a fare. E aspetto con
ansia di lavorare con loro per rinnovare la promessa della nazione
nei mesi a venire.
Voglio ringraziare il mio compagno in questo viaggio, un uomo che ha
fatto campagna dal cuore e ha parlato per gli uomini e le donne con
cui è cresciuto nelle strade di scranton ... E con cui è andato in
treno verso casa nel Delaware, il vicepresidente eletto degli Stati
Uniti, Joe Biden. E non sarei qui stasera senza il sostegno
incrollabile della mia migliore amica degli ultimi 16 anni, la roccia
della nostra famiglia, l'amore della mia vita, la prossima first lady
del paese... Michelle Obama.
Sasha e Malia... Vi amo più di quanto potete immaginare. E vi siete
guadagnate il nuovo cucciolo che verrà con noi alla Casa bianca.
E anche se non è più con noi, so che mia nonna sta guardando, insieme
alla famiglia che mi ha fatto quello che sono. Mi mancano stanotte.
So che il mio debito verso di loro è incommensurabile.
A mia sorella Maya, a mia sorella Alma, a tutti gli altri fratelli e
sorelle grazie per tutto il sostegno che mi avete dato, vi sono
grato. E al manager della mia campagna, David Plouffe... L'eroe
silenzioso di questa campagna, che ha costruito la migliore campagna
politica, credo, della storia degli Stati Uniti d'America. E al mio
principale stratega David Axelrod, che mi ha accompagnato in ogni
passo della via. Alla migliore squadra di campagna mai messa insieme
nella storia della politica: è merito vostro e vi sono grato per
sempre per i sacrifici che avete fatto perché accadesse.
Ma soprattutto, non dimenticherò mai a chi appartiene davvero questa
vittoria. Appartiene a voi. Appartiene a voi. Non sono mai stato il
candidato più probabile per questo incarico. Non abbiamo cominciato
con molti soldi o molti sostegni. La nostra campagna non è nata nei
corridoi di Washington. E' iniziata nei cortili di Des Moines e nei
salotti di Concord e sui portici di Charleston.
E' stata costruita da uomini e donne che lavorano che che hanno
tirato fuori i pochi risparmi che avevano per donare 5, 10, 50
dollari alla causa. Ha tratto forza dai giovani che hanno rifiutato
il mito dell'apatia della loro generazione; che hanno lasciato le
case e le famiglie per lavori che davano loro pochi soldi e ancor
meno sonno. Ha tratto forza dai non più giovani che hanno affrontato
il freddo intenso e il caldo afoso per bussare alle porte di assoluti
sconosciuti, e dai milioni di americani che si sono offerti volontari
e hanno organizzato e dimostrato che oltre due secoli dopo, un
governo della gente, dalla gente e per la gente non è scomparso dalla
terra.
Questa è la vostra vittoria. E so che non l'avete fatto solo per
vincere le elezioni. E so che non l'avete fatto per me. L'avete fatto
perchè capite l'enormità del compito di fronte a noi: mentre
celebriamo stanotte, sappiamo che le sfide che ci porterà domani sono
le più grandi della nostra epoca: due guerre, un pianeta a rischio,
la peggior crisi finanziaria da un secolo.
Anche mentre siamo qui stasera sappiamo che ci sono coraggiosi
americani che si svegliano nei deserti dell'iraq e fra le montagne
dell'Afghanistan per rischiare le loro vite per noi. Ci sono madri e
padri che restano svegli quando i bambini dormono e si chiedono come
pagheranno il mutuo o le parcelle del medico o come risparmieranno
abbastanza per mandarli all'università.
C'è una nuova energia da sfruttare, nuovi lavori da creare, nuove
scuole da costruire, minacce da affrontare, alleanze da riparare.
La strada davanti a noi sarà lunga. La salita sarà ripida. Forse non
ci arriveremo in un anno o nemmeno in un mandato. Ma, America, non ho
mai nutrito tanta speranza come stanotte che ci arriveremo. Ve lo
prometto, noi come popolo ci arriveremo.
(Pubblico: 'Sì possiamo. Sì possiamo')
Ci saranno ricadute e false partenze. Ci sono molti che non saranno
d'accordo con tutte le decisioni e le politiche che seguirò da
presidente. E sappiamo che il governo non può risolvere ogni
problema. Ma sarò sempre onesto con voi sulle sfide che affrontiamo.
Vi ascolterò, soprattutto quando non saremo d'accordo. E soprattutto
vi chiederò di partecipare nell'opera di rifare questo paese,
nell'unico modo in cui l'abbiamo fatto in America per 221 anni, pezzo
a pezzo, mattone dopo mattone, mano callosa su mano callosa.
Quel che è cominciato 21 mesi fa nel profondo dell'inverno non può
finire in questa notte d'autunno. Da sola questa vittoria non è il
cambiamento che vogliamo. E non potrà succedere se torniamo alle cose
com'erano. Non può succedere senza di voi, senza un nuovo spirito di
servizio, un nuovo spirito di sacrificio.
Quindi richiamiamo un nuovo spirito di patriottismo, di
responsabilità, in cui ognuno di noi si decide a partecipare e
lavorare più duro e a badare non solo a noi stessi ma agli altri.
Ricordiamoci che se questa crisi finanziaria ci ha insegnato
qualcosa, è che non è possibile che Wall Street prosperi mentre Main
Street (la gente comune) soffre. In questo paese, cresciamo o
affondiamo come una nazione sola e un popolo solo. Resistiamo alla
tentazione di ricadere nelle stesse divisioni e nelle stesse
meschinità e immaturità che hanno avvelenato così a lungo la nostra
politica.
Ricordiamoci che ci fu un uomo di questo stato che per primo portò la
bandiera del partito repubblicano alla casa bianca, un partito
fondato sui valori della fiducia in se stessi e delle libertà
individuali e dell'unità nazionale. Sono valori che tutti
condividiamo. E se il partito democratico stanotte ha ottenuto una
grande vittoria, lo facciamo con umiltà e determinazione per sanare
le spaccature che hanno frenato il nostro progresso.
Come Lincoln disse a una nazione ben più spaccata della nostra, non
siamo nemici ma amici. Le emozioni possono forzare ma non devono
spezzare i legami dell'affetto. E a quegli americani di cui devo
ancora conquistare l'appoggio: non avrò ottenuto il vostro voto
stasera ma sento le vostre voci. Mi serve il vostro aiuto. E sarò
anche il vostro presidente.
E a tutti coloro che guardano stasera al di là delle nostre spiagge,
dai parlamenti e dai palazzi, a quelli che si raccolgono intorno alle
radio negli angoli dimenticati del mondo; le nostre storie sono
diverse ma condividiamo lo stesso destino; una nuova alba della
leadership americana è a portata di mano.
A quelli... A quelli che vorrebbero distruggere il mondo: vi
sconfiggeremo. A quelli che cercano pace e sicurezza: vi sosteniamo.
E a tutti coloro che si sono chiesti se il faro dell'America brilla
ancora: stanotte abbiamo dimostrato una volta di più che la vera
forza del nostro paese non viene della potenza delle nostre armi o
dalle dimensioni della nostra ricchezza ma dal potere perpetuo dei
nostri ideali: democrazia, libertà, possibilità, speranza
incrollabile.
E' questa la vera forza dell'America: che l'America sa cambiare.
La nostra unione può essere migliorata. Quel che abbiamo già ottenuto
ci dà speranza per quel che possiamo e dobbiamo ottenere domani.
Questa elezione ha visto molte prime, molte storie che saranno
raccontate per generazioni. Ma una che ho in mente stasera riguarda
una donna che ha votato a Atlanta. Somiglia molto ai milioni di altri
che si sono messi in fila per far sentire la loro voce in questa
elezione, a parte una cosa: Ann Nixon Cooper ha 106 anni. E' nata
appena una generazione dopo la schiavitù, quando non c'erano
automobili in strada né aerei in cielo; quando una come lei non
poteva votare per due ragioni: perché era una donna e per il colore
della sua pelle. E stasera penso a tutto quello che ha visto nel suo
secolo in America: i dolori e la speranza, la lotta e il progresso,
le volte che ci hanno detto che non potevamo, e la gente che è andata
avanti col credo americano: sì che possiamo.
In un momento in cui le voci delle donne venivano fatte tacere e le
loro speranze distrutte, lei è vissuta fino a vederle alzarsi in
piedi e prendere la scheda. Sì possiamo. Quando c'era solo
disperazione nella polvere e la depressione in tutto il paese, ha
visto una nazione che sconfiggeva la paura stessa con un New Deal,
nuovi lavori, un nuovo senso di scopo comune. Sì, possiamo.
(Pubblico: sì possiamo)
Quando le bombe sono cadute sul nostro porto e la tirannia minacciava
il mondo, lei era lì a testimoniare una generazione che si elevava
all'eroismo e una democrazia che veniva salvata: sì possiamo.
(Pubblico: sì, possiamo)
Lei c'era per gli autobus a Montgomery, gli idranti a Birmingham, un
ponte a Selma, e un predicatore di Atlanta che disse a un popolo
che 'We shall overcome', 'noi ce la faremo'.
Sì, possiamo.
(Pubblico: sì, possiamo)
Un uomo ha camminato sulla luna, un muro è caduto a Berlino, un mondo
è stato messo in rete dalla nostra scienza e dalla nostra fantasia. E
quest'anno in questa elezione, lei ha messo il dito su uno schermo e
ha votato, perché dopo 106 anni in America, traverso i tempi migliori
e le ore più buie, lei sa come l'America può cambiare. Sì, possiamo.
(Pubblico: sì possiamo)
America, abbiamo fatto tanta strada. Abbiamo visto tanto.
Ma c'è ancora tanto da fare. Stasera chiediamoci: se i nostri figli
dovessero vivere fino a vedere il prossimo secolo, se le mie figlie
fossero così fortunate da vivere tanto quanto Ann Nixon Cooper, che
cambiamenti vedranno? Che progressi avremo fatto? Questa è la nostra
opportunità di rispondere. Questo è il nostro momento per ridare alla
nostra gente il lavoro e aprire porte dell'opportunità ai nostri
bambini, per ridare la prosperità e promuovere la causa della pace;
per reclamare il sogno americano e riaffermare quella volontà
fondamentale, che di tanti, siamo uno; che finché abbiamo respiro,
abbiamo speranza. E se troviamo davanti a noi il cinismo e i dubbi e
chi ci dice che non possiamo, risponderemo con quel credo senza tempo
che riassume l'intero spirito di un popolo: sì, possiamo.
Grazie. Dio
vi benedica. E Dio benedica gli Stati Uniti d'America.
(5 novembre 2008)
 
Video da SkyTg24
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