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15 Settembre, 2002
Iran, le ragioni della lotta degli studenti
Studenti a Teheran: chi sono? cosa vogliono? Perché scendono in piazza proprio in questi giorni?

Iran, le ragioni della lotta degli studenti
di Red

Studenti a Teheran: chi sono? cosa vogliono? Perché scendono in piazza proprio in questi giorni?
In Occidente vengono avanzate risposte semplici o forse semplicistiche: i ragazzi iraniani non ne possono più del regime degli ayatollah, anelano alla democrazia come in occidente e protestano ora perché, dopo la sconfitta di Saddam, hanno capito che nel Medioriente tira aria di cambiamento. Ma é proprio così? Proviamo a vedere

Cos'é l'Iran oggi
La popolazione, per oltre il 70 per cento, é al di sotto dei 30 anni. Il 60 per cento ne ha meno di 25. L'Iran é un Paese giovane. Sono i giovani a malsopportare le norme di vita uscite dalla Rivoluzione islamica di 24 anni fa.
L'Itan é un Paese colto, con livelli di istruzione molto alti, tra i migliori del Medioriente. Gli ingegneri iraniani sono tra i più ricercati a livello mondiale. C'é un altro dato sorprendente: la metà degli studenti universitari sono oggi ragazze. Dal 1998 le studentesse sono la maggioranza degli ammessi ai concorsi universitari. L'alfabetizzazione delle donne tra i 6 e i 65 anni tocca oggi il 72%, contro il 35% di prima della rivoluzione.
La rivoluzione islamica ha dunque modernizzato del Paese.
Anche dal punto di vista demografico si sono avuti notevoli cambiamenti. Oggi la media di figli per ciascuna donna iraniana e di due, prima della Rivoluzione islamica era di sette.
L'Iran, sulla scena artistica mondiale, é rappresentato da due giovani donne: la regista cinematografica Samirah Makmalbaf e l'autrice di fumetti Marjane Satrapi. Dalla fine del 1998 le Università iraniane sono teatro di attività culturali molto ricche ed articolate: spettacoli teatrali, manifestazioni di vario genere, letture pubbliche di opere "proibite" di autori occidentali. Qualcuno ha azzardato un paragone con la rivoluzione culturale cinese del 1996, però senza violenza. I giovani sono la maggioranza in Iran. E la maggioranza della popolazione, soprattutto se é giovane, normalmente vuole contare sul governo del Paese. Sembra un'ovvietà ma é così! Questi giovani non c'erano nel 1979, non hanno preso parte a quella rivoluzione e nemmeno hanno conosciuto la situazione di prima, quando c'era lo Scià. Sono mossi da una molla 'normale': sono tanti, sono colti, navigano in Internet e dunque chiedono democrazia, libertà, riforme.

Il potere in Iran
Dal 1997 "coabitano" riformisti e conservatori. Alle volte dando l'impressione di una sorta di "diarchia".
Capo religioso è l'ayatollah Sayyed Alì Khamenei, esponente del clero ultraconservatore. Presidente della Repubblica Islamica (con il doppio ruolo di capo del Governo e capo dello Stato) è Mohammed Khatami, un riformista sostenuto da una coalizione di sinistra islamica e di tecnocrati.
Khatami non ha mai messo in discussione l’autorità del clero sciita e nello stesso tempo ha imposto una svolta pluralista al Paese Per questo negli utlimi anni Khatami ha potuto contare sull'appoggio dell'opinione pubblica iraniana, soprattutto dei giovani. Nel solo 1998 - ad esempio - si autorizza l'apertura di oltre duecento tra giornali e riviste. La tiratura dei quotidiani passa da un milione a due milioni e mezzo di copie.

Il movimento studentesco del 1999
Nel luglio 1999 viene però chiuso il quotidiano Salam, giornale dichiaratamente riformista. Il parlamento iraniano, in maggioranza vicino al clero sciita, approva un progetto di legge di limitazione della libertà di stampa.
I giovani iraniani non ci stanno e danno vita a un movimento di protesta che si estende in pochi giorni in tutte i principali atenei del Paese, con particolare vigore a Teheran. Si verificano scontroi con le forze di polizia, muoiono diversi studenti. Si muove anche la parte della popolazione che appoggia il clero conservatore con una forte manifestazione di piazza ed ulteriori violenze ai danni dei sostenitori di Khatami. Più di mille studenti subiscono gli arrestati. Per molti ci sono condanne pesantissime. Alcuni vengonoi condannati a morte con l’accusa di aver tentato di rovesciare la repubblica islamica. Intellettuali e giornalisti trovano la morte in circostanze almeno dubbie. Lo scontro tra conservatori e riformisti diventa ancora più duro dopo la vittoria dei partiti vicini a Khatami, che nelle elezioni del 18 febbraio 2000 conquistano la maggioranza in parlamento. Due mesi dopo 13 giornali vengono chiusi da poteri conservatori.

Ma per il leader Khatami inizia una parabola discendente nelle simpatie popolari
Le riforme non decollano e in più di un'occasione il Presidente sembra previlegiare l'accordo con Khamenei. Gli Stati Uniti, nel gennaio del 2002, includono l'Iran nell'Asse del Male insieme con Iraq e Corea del Nord. ma gli Stati Uniti sono nemici storici dell'Iran, Bush viene definito il Grande Satana americano: dunque Khamenei, pur da riformista, non può non rispondere all'attacco e frenare sul fronte interno delle riforme. Ciò induce nella popolazione una reazione che sfocia dell'assenteismo elettorale nel voto di quest'anno. Il movimento riformista oggi non ha dunque più chiari punti di riferimento a livello istituzionale.
Gli Usa - che hanno snobbato il movimento nel 1999 - tentano oggi di egemonizzarlo, giocando la carta dell'isolamento internazionale dell'Iran. Il governo di Teheran per ora ha evitato la mano pesante, fermando anzi i pasdaran , braccio armato del clero sciita, che avevano attaccato gli studenti. Cosa accadrà?

 


       



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