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15 Settembre, 2002
Un’indagine rivela la sofferenza del commercio cremonese di Claudio Pugnoli
Un’indagine condotta da Ascom Caf Imprese srl, la società certificata iso 9001, che è il centro di assistenza fiscale dell’Associazione commercianti della provincia di Cremona, evidenzia lo stato di crisi che le imprese terziarie dell’intera provincia

Un’indagine rivela la sofferenza del commercio cremonese di Claudio Pugnoli(*)
Un’indagine condotta da Ascom Caf Imprese srl, la società certificata iso 9001, che è il centro di assistenza fiscale dell’Associazione commercianti della provincia di Cremona, evidenzia lo stato di crisi che le imprese terziarie dell’intera provincia stanno affrontando.
Il documento, che sarà integralmente pubblicato sul prossimo numero di ASCOMnotizie, analizza statisticamente gli esiti delle elaborazioni degli studi di settore condotte sulle imprese clienti. In particolare emerge che il 15,35 percento delle aziende gestite è risultato esonerato dall’applicazione degli studi di settore per ragioni diverse; in particolare: applicazione del regime dei minimi, inizio o cessazione dell’attività nel corso dell’anno 2008.
Passando in rassegna i diversi comparti è possibile verificare un’altissima percentuale di imprese congrue tra quelle che svolgono attività di agenzia e rappresentanza commerciale. Viceversa in altre attività commerciali si evidenzia l’incapacità degli studi di settore di fotografare la realtà aziendale caratterizzata da una fortissima riduzione dei volumi di vendita e dei relativi margini, conseguenti alla generalizzata crisi dei consumi.
Ma non solo la crisi economica penalizza i commercianti. Le imprese cittadine, in particolare, hanno scontato anche nel corso del 2008 - ma il disagio continua tuttora - un forte impatto negativo prodotto dai cantieri che hanno cambiato la viabilità e quindi anche le occasioni di consumo di molti residenti e di coloro che dalla provincia raggiungono Cremona per fare acquisti.
Senza dimenticare, peraltro, la situazione di grandissimo disagio nella quale devono lavorare – in un contesto economico già di per sé molto difficile – gli esercizi commerciali di Piazza Marconi e delle vie limitrofe resi inaccessibili dai lavori per la costruzione del parking sotterraneo. Ma è tutto il commercio cittadino che è in uno stato di grave sofferenza per la mancanza da anni, di un parcheggio di riferimento, quale era il Piazza Marconi.
Ed, ancora, incontrano problemi altrettanto gravi gli operatori di aree critiche per la presenza di grandi centri commerciali o per l’assenza di infrastrutture.
Gli studi di settore, così come sono stati concepiti, sono strumenti inadeguati ad evidenziare la reale situazione delle imprese in genere e soprattutto quando vengono applicati a piccole aziende che operano in piccoli comuni.
In queste condizioni, rischiano così di chiudere proprio quelle attività che assolvono un compito sociale di vitale importanza per i centri di ridotte dimensioni.
Da un recente rapporto Confcommercio-Legambiente sul disagio insediativo emerge, infatti, che anche in provincia Cremona, molti comuni, non solo di piccole dimensioni, schiacciati da Grande Distribuzione, studi di settore, mancanza di infrastrutture nel prossimo decennio sono destinati a diventare delle vere e proprie “ghost-town”, città fantasma abbandonate da tutto e da tutti.
La disciplina regionale che, già nel 2006, imponeva alla Grande Distribuzione Organizzata insediamenti ad “impatto” zero è stata, infatti, ignorata e nuovi centri commerciali sono sorti o potrebbero essere costruiti a Cremona, Casalbuttano, Soresina, Pizzighettone. Con il solo risultato di accelerare la morte dei piccoli paesi o dei centri storici senza peraltro incidere sulla modernità del sistema distributivo.
Proprio per questo occorre realizzare subito un progetto complessivo, efficace e condiviso che, proprio promuovendo il commercio ad asse strategico, sappia valorizzare aspetti legati al patrimonio storico, artistico e culturale, all’offerta turistica, di ristorazione e di intrattenimento sul territorio, incrementando l’offerta di servizi, ma anche di altri fattori, ugualmente importanti e imprescindibili, come la sicurezza pubblica, la qualità dell’assetto e dell’arredo urbano, la mobilità e l’accessibilità.
Senza dimenticare mai che una città o un paese non vivono senza un efficiente sistema commerciale, perché il piccolo negozio rappresenta, ancor prima che un’attività economica, un presidio sociale e culturale: è la testimonianza tangibile e la presenza viva di un sistema di valori cui non vogliamo e non possiamo rinunciare.

Fonte: Ascom Cremona

 


       



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