15 Settembre, 2002
Pendolino: rilevanza ai fatti, meschinità nel cestino dell’On.Luciano Pizzetti
Giovedì in Commissione Trasporti della Camera il Governo risponderà all'interrogazione sulla soppressione del Pendolino - Interviene Luciano Pizzetti
Pendolino: rilevanza ai fatti, meschinità
nel cestino dell’On.Luciano Pizzetti
Giovedì in Commissione Trasporti della Camera
il Governo risponderà all'interrogazione
sulla soppressione del Pendolino - Interviene
Luciano Pizzetti
L'on. Luciano Pizzetti interviene su sgradevoli
bugie e ridicole scivolate che tentano di
nascondere evidenti responsabilità sulla
questione del Pendolino e sullo scippo messo
in atto contro la nostra città ed il suo
territorio.
"Leggo di sgomitanti esponenti di AN
nel PdL che, in compagnia di qualche altro,
si sforzano di celare dietro una densa foschia,
le colpevoli inadempienze delle Amministrazioni
locali in ordine alla soppressione del Pendolino"
dice il parlamentare cremonese del PD "Com'è
mia abitudine rispondo in modo diretto e
senza fronzoli. E' una puerile meschinità
scrivere che "il signor Pizzetti si
faceva portare avanti e indietro da Milano
da una macchina del partito". Dal 2000
al 2008 Luciano Pizzetti, munito di abbonamento
come tutti i pendolari, si recava regolarmente
a Milano col treno in partenza da Cremona
alle 07.34. Il rientro da Milano pure avveniva
col treno. Alle 17.20 o alle 18.45 o alle
20.05 con cambio a Codogno, in funzione degli
impegni. Salvo" prosegue Pizzetti "quando,
in ragione dell'esercizio dell'incarico di
Segretario regionale DS, tempi e luoghi di
tali impegni non potevano corrispondere all'orario
ferroviario. Una riunione che si protrae
oltre le 21.00 a Sondrio, a Como, a Lecco
o in parecchie altre località della Lombardia,
in verità quasi tutte, non consente alcun
rientro a Cremona in treno. Da qui, in quelle
occasioni o in forza di impegni istituzionali
non programmabili, l'uso della macchina.
Nella polemica fuori luogo e pretestuosa,"
sottolinea l'esponente PD "si eviti
almeno la sgradevolezza della falsità e del
ridicolo. Ma ora i fatti. Nel 2005 le ferrovie
tentarono di sopprimere il Pendolino da e
per Roma. La reazione che ci fu da parte
nostra, di Provincia e Comune bloccò quegli
intendimenti sbagliati. Vedere per credere
i resoconti dell'epoca. La differenza rispetto
ad allora " continua ancora Pizzetti
"è che oggi Provincia e Comune non hanno
sviluppato alcuna reazione significativa
e ficcante. Di più. Si è accolta con levità
l'idea bizzarra dell'Assessore regionale
Cattaneo di portarci a Bologna in pullman.
L'unica reazione istituzionale è costituita
dalle interrogazioni al Governo nazionale
e alla Giunta regionale, ad opera mia e del
consigliere Pedrazzi. Insieme alle sollecitazioni
dei consiglieri provinciali e comunali del
PD. Alla mia interrogazione il Governo risponderà
giovedì in Commissione Trasporti della Camera".
A questo punto entrano in campo le proposte
concrete avanzate dai Democratici cremonesi.
"Eppure si potevano fare cose"
aggiunge infatti Pizzetti "Ad esempio
insistere con decisione, non in pantofole,
per mantenere il Pendolino, ripristinando
gli orari precedenti, almeno sino al 2012,
quando è prevista l'entrata in funzione della
stazione Alta Velocità di Reggio Emilia.
Organizzando nel frattempo e per allora i
collegamenti ferroviari da Cremona a Reggio.
Oppure chiedere che il treno per Roma si
formasse a Cremona con materiale non ETR.
O, ancora, cadenzare seriamente i treni da
e per Milano dando ai cremonesi maggiori
opportunità da e per Roma con Freccia Rossa.
Nel 2005 si fecero cose, nel 2009 non s'è
fatto un beato nulla. L'unico ad alzare la
voce tra gli attuali amministratori"
riconosce il parlamentare del nostro territorio
"in occasione della comparsata dell'Assessore
regionale Cattaneo, è stato il Sindaco Perri.
Ma tutto è finito lì, in una sorta di rappresentazione
ferroviaria de L'URLO di Munch. Con la più
totale assenza e insipienza di chi governa
oggi contemporaneamente Comune, Provincia,
Regione, Nazione. Un potenziale potere di
fuoco mai visto che ha fatto clamorosamente
cilecca. Spero che gli aennini di lotta e
di governo non ci facciano perdere altri
treni, dedicandosi con ben maggior solerzia
al lavoro comune. È un predicozzo?"
conclude Luciano Pizzetti "No. È un
appello al dovere. Quel dovere che noi abbiamo
esercitato nel 2005 contribuendo allora a
salvare il Pendolino".
 
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