15 Settembre, 2002
Polemiche sul Megastore. Il Comune risponde ad Ascom,Confercenti e CNA
La risposta alla crisi che sta colpendo duramente anche l’economia cremonese può essere ricercata solo in una pianificazione di medio-lungo periodo.
Polemiche sul Megastore. Il Comune risponde
ad Ascom,Confercenti eCNA
La risposta alla crisi che sta colpendo duramente
anche l’economia cremonese può essere ricercata
solo in una pianificazione di medio-lungo
periodo.
IL COMUNE RISPONDE AD ASCOM, CONFESERCENTI
E CNA
Il Comune di Cremona, nella piena consapevolezza
di ente
rappresentantivo di tutte le componenti civili
ed economiche della
comunità locale, così risponde al comunicato
congiunto emesso dalle
associazioni di categoria ASCOM, Confesercenti
e CNA:
Una pianificazione di medio-lungo termine
non si realizza in pochi mesi
e, soprattutto, deve potere contare su risorse
finanziarie certe (oggi
scarse) oltre che su proposte e contributi
concreti e non solo puntuali.
L'Amministrazione Comunale sta lavorando
in questa direzione.
In tal senso, operazioni quali quelle inerenti
la Cittadella dello Sport
non solo rientrano nelle capacità e doveri
di pianificazione del
Comune,ma costituiscono opportunità non solo
in quanto sollecitati dai
privati ed utili a soddisfare interessi collettivi.
L'operazione non solo consente, sulla base
di specifico bando, il
coinvolgimento degli operatori economici
locali ma prospettive di
entrate che il Comune intende reinvestire
anche nella valorizzazione del
centro storico.
Nel corso del mese di gennaio sono stati
effettuati tre incontri con le
associazioni firmatarie, incontri durante
i quali tali argomentazioni
sono state esplicitate.
Cremona, 30 gennaio 2010
MEGASTORE Comunicato congiunto di Ascom,
CNA e Confesercenti
La risposta alla crisi che sta colpendo duramente
anche l’economia cremonese può essere ricercata
solo in una pianificazione di medio-lungo
periodo. La Giunta Comunale, invece, non
solo si conferma incapace di una visione
strategica già per il futuro prossimo ma
ancora una volta smentisce gli impegni appena
assunti con i cittadini.
Nel corso della campagna elettorale la valorizzazione
del centro storico, la tutela del sistema
dei negozi di vicinato, l’arresto dell’avanzata
della Grande Distribuzione erano scritti
- nero su bianco – tra le priorità proposte
da Oreste Perri.
E’ rimasto tutto lettera morta finché, a
seguito delle legittime proteste dei commercianti
per la prevista concessione di un negozio
sportivo da 2500 metri quadrati, il Sindaco
ha incontrato i rappresentanti delle associazioni
di categoria. Al termine del confronto ha
sottolineato con una nota ufficiale come
fossero “stati individuati obiettivi comuni
finalizzati al rilancio economico della città
e messi in evidenza numerosi punti di convergenza.
L’incontro è stato l’occasione per fornire
chiarimenti tecnici in merito ad interventi
e progettualità in corso da parte dell’Amministrazione
comunale. Si è concordato un metodo condiviso
di lavoro che prevede un percorso di collaborazione
sulle scelte strategiche riguardanti i settori
del commercio, turismo e servizi. In questa
prospettiva è stato deciso di programmare
incontri periodici riguardanti l’intero settore
del terziario, ai quali l’Amministrazione
inviterà tutte le associazioni di categoria
coinvolte sulla base dei temi trattati”.
Era il 7 gennaio.
A distanza di tre settimane quell’impegno
sembra essere stato già disatteso e apprendiamo
dai quotidiani che la realizzazione del grande
punto vendita è approvata dal Consiglio Comunale
senza che le Associazioni di categoria siano
state coinvolte e informate.
Al di là delle gravi incongruenze, si può
tentare di ipotizzare il futuro, non solo
commerciale, di Cremona, partendo, magari,
proprio dalla valutazione espressa dal vicecesindaco
e assessore all'Urbanistica Carlo Malvezzi
a conclusione del dibattito in consiglio
comunale: “siamo sempre più convinti che
operazioni importanti per la città si possano
fare mettendo insieme l'interesse privato
con quello pubblico”.
Ma quale privato? Il privato che contribuisce
alla realizzazione della cittadella, il privato
che occuperà il megastore, il privato che
subirà il megastore o il privato che per
l’apertura del megastore dovrà chiudere il
suo negozio?
Sarebbe interessante che il vicesindaco definisse
in maniera più attenta l’uno e l’altro.
Ben consci, naturalmente, che l’utilità pubblica,
reale o presunta che sia, debba prevalere
sulla privata (le vicende Ipercoop, Bonetti,
Famila, Cardaminopsis ecc. purtroppo ce lo
hanno insegnato) è però amaro osservare come
la città sarà costretta ancora una volta
a subire la perdita di valore aggregativo
del suo centro storico per ottenere in cambio
qualche impianto sportivo.
Paradossalmente finiscono per essere penalizzati
quei comparti dell’economia – Commercio,
Turismo ed Artigianato - che più e meglio
degli altri, hanno una valenza economica
e sociale. Proprio quelle piccole e medie
imprese cioè che più di altre posseggono
un valore aggiunto straordinario, che deriva
loro dall’essere fortemente radicate e che
fa di esse una risorsa di vivibilità fondamentale
per l’intero territorio. Perché l’azienda
– le nostre in particolar modo - non è un’entità
astratta ma vive nella città e per la città,
cambia con essa, seguendone o anticipandone
i ritmi e l’evoluzione.
In realtà si tratta di un contributo potenziale,
mai completamente utilizzato, troppo spesso
poco considerato o bistrattato.
Condizione necessaria perché il terziario
diventi una risorsa, una scommessa vinta,
è però “fare sistema”, favorendo il dialogo,
gli scambi e le relazioni tra istituzioni
e Associazioni economiche.
A questa sinergia anche la Giunta Perri pare
opporre un rifiuto incomprensibile.
La vicenda Megastore/Cittadella dello sport
lo testimonia chiaramente. Il vicesindaco
Malvezzi, assessore all’urbanistica procede
come un rullo compressore. La decisione è
presa, il contraddittorio con le Associazioni
di categoria inutile, superfluo fastidioso;
il megastore si deve fare, si vada avanti
“ a prescindere”. Il Sindaco, in questo frangente,
anziché facilitare il confronto, si astiene,
tace.
Assisteremo così, ancora una volta impotenti,
all’ulteriore indebolimento del tessuto economico
urbano, alla chiusura di altre attività,
al conseguente impoverimento del nostro centro
storico e di tutta la città.
Purtroppo assieme al dialogo, alla partecipazione,
alla condivisione questa Amministrazione
rischia di rinunciare al contributo che le
associazioni di categoria possono dare al
rafforzamento della competitività e alla
costruzione dello sviluppo del territorio.
Al contrario per conquistare un ruolo all’altezza
delle sue ambizioni, la città dovrebbe aprirsi
al nuovo senza paura e senza tagliare le
radici della sua storia. Si dovrebbero abbandonare
subito le vecchie e superate pratiche dirigiste,
per costruire un futuro condiviso e sostenibile
con il concorso della politica e di tutte
le forze attive della società civile.
Ecco perché, oltre che nel merito, le posizioni
della Giunta sono sostanzialmente sbagliate
anche nel metodo.
Non appaia, infine, superfluo sottolineare
la natura non di parte e non economica dell’istanza.
Le iniziative intese alla salvaguardia e
alla rivitalizzazione delle attività del
commercio e dell’artigianato hanno, soprattutto
oggi, un ruolo centrale per consentire, al
centro storico e alle periferie, di continuare
a essere punto di riferimento identitario
per le collettività che ad essi fanno capo.
Molto, molto più di un anonimo Megastore
nella Cittadella dello Sport.
 
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