15 Settembre, 2002
Breve storia della città di Crema.
Il territorio cremasco fa parte di quello più ampio della Pianura Padana, modellata dalle glaciazioni dell'era Quaternaria.
Breve storia della città di Crema.
Il territorio cremasco fa parte di quello
più ampio della Pianura Padana, modellata
dalle glaciazioni dell'era Quaternaria.
Di popolamento vero e proprio si può parlare
solo nel IV-III millennio a.C., nonostante
il ritrovamento di varie suppellettili risalenti
all'età della pietra.
Nel VI secolo a.C. i Liguri erano presenti
nella parte centrale della Pianura Padana,
i Veneti in quella orientale, successivamente
nel territorio compreso tra le Alpi e il
Po si stazionarono i Galli, a loro volta
separati dal Lago Gerundo dai Germani, stanziati
in un territorio compreso tra l'Adda e il
Mincio. Sul territorio si sono trovate tracce
anche di altre popolazioni, quali i Celti,
gli Etruschi e i Romani.
Questi ultimi sconfissero i Galli stanziandosi
così sul territorio cremasco. La loro presenza
è testimoniata dalla basilica paleocristiana
di Palazzo Pignano.
La fondazione della città di Crema è comunque
fatta risalire al 570, quando, in seguito
alle incursioni longobarde ad opera del re
Alboino (VI secolo), che si stanziò nella
Lombardia, l'Insula Fulcheria (detta anche
"Isola della rosa"), costituiva
l'ultimo baluardo di rifugio per i profughi
romani. Tra questi, personaggio di spicco
fu un certo Cremete, conte di Palazzo Pignano,
che fondò la città di Crema, costruendo dapprima
una rocchetta.
Alcuni studiosi attribuiscono a Crema un'origine
anteriore all'invasione longobarda: è impossibile,
infatti, che tutta la plaga costituente il
territorio cremasco, benché ricca di paludi,
sia rimasta a lungo disabitata, mentre città
limitrofe quali Milano, Bergamo, Brescia,
Cremona e Lodi Vecchio erano già città fiorenti.
I Longobardi diedero al territorio un'organizzazione
ducale.
La città di Crema, comunque, resistette a
saccheggi, pestilenze e carestie, divenendo
una ridente cittadella, il cui nome alcuni
storici attribuiscono al fondatore Cremete,
altri dicono derivare dalla vicinanza con
Cremona, fondata dai Romani, altri infine
offrono differenti versioni.
Nomi di altre località cremasche terminanti
in "engo" (Ricengo, Romanengo,
Pianengo) sono invece state attribuite ai
Longobardi.
Durante l'ultimo periodo longobardo e l'età
carolingia anche Crema fu interessata, come
tutta la Pianura, da un consistente aumento
demografico, che la portò ad ampliarsi all'esterno
del castrum.
Tre borghi presero vita: San Benedetto e
San Pietro, verso il ponte sul Serio, e San
Sepolcro, ad ovest.
Crema faceva parte del Sacro Romano Impero,
anche se di fatto era retta da signori feudali
autonomi i cui castelli sono tuttora presenti
nel territorio.
La città tese ad ingrandirsi ulteriormente,
estendendo i commerci ed i luoghi di mercato,
mentre di lì a poco venne coniata la moneta.
La città era spiritualmente soggetta al Vescovo
di Cremona.
Nel dissidio tra la Santa Sede e l'Impero
Germanico per le investiture, il popolo cremasco
si schierò dalla parte del Pontefice, mentre
Crema fu una delle prime città lombarde ad
acquistare la libertà con la forza delle
armi e a costituirsi in Comune. Nel 1098
Matilde di Canossa lasciò al Vescovo di Cremona
l'isola Fulcheria di cui era feudataria.
Da quel momento iniziò una guerra asprissima
tra Cremona e Crema, la quale si alleò con
Milano per poter così difendere la propria
libertà. Era infatti il periodo delle lotte
tra i comuni e Milano aveva contro di sè
Como, Novara, Pavia, Cremona, Lodi e Bergamo,
mentre schierate con lei vi erano Crema,
Brescia e Piacenza. Crema, quindi, protetta
da Milano, godette di grandi privilegi; tuttavia
al suo interno non mancavano forze contrarie
alla sua politica. Queste avevano interessi
perché Crema entrasse a far parte della giurisdizione
di Cremona. Giunsero addirittura a stipulare
accordi segreti con Federico I perché ciò
avvenisse.
Nel 1152 la corona imperiale passò nelle
mani di Federico I Barbarossa, che nel 1154
scese per la prima volta in Italia per restaurare
il decaduto potere imperiale.
Nel 1159, nella seconda discesa, Federico
Barbarossa inviò a Crema degli ambasciatori
per imporre alla città la distruzione delle
mura e delle fortificazioni ed accogliere
un vicario imperiale. In seguito al rifiuto
dei cremaschi, Federico Barbarossa il 7 luglio
pose l'assedio alla città. L'assedio durò
7 mesi, durante i quali la città sostenne
scontri e feroci barbarie pur di difendere
la propria libertà.
Stremata dalla fame, Crema si arrese il 26
gennaio 1160 al Barbarossa, che in cambio
della pace pretese lo sgombero della città.
Quando anche Milano, due anni dopo, venne
distrutta, i Lombardi compresero quanto la
loro divisione fosse stata causa delle loro
sciagure; pertanto sentirono il bisogno di
unirsi, per resistere al comune nemico.
Con la Lega di Pontida (1167) i Lombardi
posero quindi le basi di quella alleanza
detta poi Lega Lombarda, di cui Crema fece
probabilmente parte.
Dopo l'alleanza, venutasi a creare con la
Lega Lombarda, nel 1176 a Legnano il Barbarossa
venne clamorosamente sconfitto dai comuni
riuniti. Si arrivò pertanto alla pace di
Costanza del 1183 con la quale l'Imperatore
riconobbe l'autonomia dei comuni. Crema venne
così riedificata.
Il 7 maggio 1186 Barbarossa, con suo figlio
Enrico e l'arcivescovo di Milano, assistette
alla cerimonia di ricostruzione, tracciando
egli stesso la cerchia delle mura (comprendevano
San Benedetto a levante e San Sepolcro a
ponente). Il Marchese di Monferrato, inoltre,
donò alla nuova cittadina il suo stemma,
che rappresenta tutt'oggi la città di Crema.
La città rifiorì, si espanse e godeva di
una certa libertà interna, anche se sempre
sotto il controllo imperiale. Gli organi
politici a quell'epoca consistevano in tre
consoli e un podestà.. Dopo la morte di Federico
Barbarossa nel 1190, il territorio di Crema
fu nuovamente in balia dei cremonesi e per
questo motivo si ricadde in un periodo di
lotte e tumulti, che terminò nel 1212 con
la ripresa di autonomia da parte di Crema.
In questo periodo si formarono due fazioni
politiche: quella dei Ghibellini e quella
dei Guelfi vincenti sotto la guida dei Conti
di Camisano. Con la battaglia di Desio del
1277 la situazione si capovolse grazie alla
vittoria della fazione ghibellina e dell'arcivescovo
Ottone Visconti. Per Crema cominciò una fase
di costante perdita di autonomia che la portò
infine, nel 1335, sotto il dominio dei Visconti,
signori di Milano (1335-1449).
Proprio sotto i Visconti, si ebbe un incremento
per quanto riguarda l'edificazione di palazzi
e di chiese. Ad esempio abbiamo la costruzione
del Duomo (1284-1341), di un sistema di irrigazione
favorevole allo sviluppo agricolo e dell'ospedale
degli infermi detto Casa di Dio. Nel 1361,
i cremaschi elessero come loro protettore
e patrono della città, S. Pantaleone, medico
di Nicomedia.
Dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti si
ebbe una breve parentesi alla dominazione
viscontea con la costituzione di una signoria
con a capo i fratelli Benzoni.
Giorgio Benzoni tenne la Signoria dal 1405
al 1423.
Questo periodo fu reso infelice da una epidemia
di peste che decimò la popolazione.
Tuttavia si registrarono avvenimenti positivi
legati al rifiorire dell'arte, delle opere
architettoniche nonché del commercio. Ma
nel tempo le lotte interne non si attenuarono
e, a seguito della battaglia della Ghiara
D'Adda (1449) fra Milano e Venezia, Crema
passerà sotto il dominio della Repubblica
di Venezia. Questa situazione verrà ratificata
nella pace di Lodi nel 1454. Dapprima il
dominio veneziano non provocò grossi sconvolgimenti:
furono mantenute in vita le forme di autonomia
locale, che lasciavano l'illusione che nulla
fosse cambiato nonostante ne venisse influenzato
ogni campo della vita cittadina.I tre secoli
della dominazione Veneziana presentano comunque
un bilancio positivo sia dal punto di vista
economico che politico-amministrativo. Solo
in seguito all'inarrestabile decadenza della
Serenissima, nel 1797 i Francesi riuscirono
ad impadronirsi della città, mettendo così
definitivamente fine alla dominazione veneziana.
Col trattato di Campoformio dello stesso
anno, Crema entrò a far parte della Repubblica
Cisalpina, creata da Napoleone. L'ondata
di novità fu segnata dall'entrata in vigore
del codice civile di Napoleone. Dopo le sconfitte
napoleoniche e il crollo del regno d'Italia,
già dal 1814 a Crema entrarono gli austriaci
e con essi ebbe inizio la Restaurazione:
vennero eliminati i dipartimenti voluti dai
francesi e create province tra le quali quelle
di Lodi e Crema, con Lodi capoluogo e sede
di quasi tutti pubblici uffici. Si cominciò
quindi a respirare un clima culturale "positivo",
che spingeva a migliorare le condizioni economiche,
ad apportare innovazioni tecnologiche e scoperte
scientifiche: una vera e propria apertura
verso il nuovo. Il periodo di dominio austriaco
durò a lungo, sino al 1859, quando gli austriaci
furono sconfitti a Magenta e si insediarono
per un anno i francesi di Napoleone III,
sceso in campo a fianco del Piemonte (II
guerra d'Indipendenza). Gli anni che seguirono
furono contrassegnati da molte innovazioni
dell'organizzazione della vita cittadina
e sociale, nonché dal distacco di Crema dalla
provincia di Lodi e la conseguente annessione
a quella di Cremona. Da questo momento in
poi la storia di Crema coinciderà con quella
del Regno d'Italia.
Red/welcr/gcst
Cr 22 novembre 2009
 
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