15 Settembre, 2002
La lettera di Bersani agli elettori e militanti del Pd sul risultato elettorale.
Il Partito democratico è in piedi. Sentiamo forte in queste ore la delusione per avere perso la guida di alcune regioni, e il Lazio e il Piemonte per una manciata di voti
La lettera di Bersani agli elettori e militanti
del Pd sul risultato elettorale.
Il Partito democratico è in piedi. Sentiamo
forte in queste ore la delusione per avere
perso la guida di alcune regioni, e il Lazio
e il Piemonte per una manciata di voti
Cara amica, caro amico,
le recenti elezioni regionali sono state
per tutti noi un passaggio importante, che
ci mostra tutta la complessità e la profondità
dei problemi che abbiamo di fronte. So bene
che, come nei circoli, in questi giorni sul
web si sta discutendo dei risultati delle
regionali, ho letto molti messaggi.
Il Partito democratico è in piedi. Sentiamo
forte in queste ore la delusione per avere
perso la guida di alcune regioni, e il Lazio
e il Piemonte per una manciata di voti. La
delusione è solo in parte attenuata dal fatto
che abbiamo conquistato comunque la presidenza
di sette tra le tredici regioni in palio:
un risultato certamente non scontato alla
luce dei rapporti di forza che si sono determinati
nelle elezioni più recenti, tenendo conto
che le elezioni regionali del 2005 si erano
svolte dentro un altro universo politico.
Va rimarcato che per la prima volta dopo
molto tempo, nel voto di domenica e lunedì
scorsi si è verificato un arretramento consistente
dei consensi del Popolo delle libertà, solo
in parte compensato dalla crescita della
Lega; le distanze tra il campo del centrodestra
e il campo del centrosinistra sono oggi sensibilmente
inferiori rispetto a un anno fa, e quindi
pur dentro a e lementi di delusione si apre
uno spazio per il nostro impegno e per il
nostro lavoro.
Tuttavia, dal voto emergono chiaramente alcuni
problemi di fondo nel rapporto tra i cittadini
italiani e la politica: c’è una disaffezione
crescente, che si manifesta come distacco
e radicalizzazione, verso una politica che
gli elettori percepiscono come lontana dai
loro problemi. Una crisi sociale ed economica
pesante fa sentire ogni giorno le sue conseguenze
sulla vita dei cittadini, senza che dal governo
arrivino risposte adeguate alla gravità dei
problemi.
Il principale responsabile di questa situazione
è il presidente del consiglio; ma è una situazione
che interroga anche noi.
La possibilità di cambiare il corso delle
cose è legata alla nostra capacità di offrire
un’alternativa positiva e credibile, di dare
un’altra possibilità agli italiani. Adesso
dobbiamo accelerare. Da qui dobbiamo ripartire
mettendoci al lavoro per rafforzare il nostro
progetto e per dare radicamento a un Partito
democratico concepito come una grande forza
popolare, presente con continuità ovunque
la gente vive e lavora e capace di offrire
proposte che abbiano un contenuto sempre
più visibile e coerente.
Diversamente, i rischi non solo di disaffezione
dell’elettorato ma anche di radicalizzazione
e di frammentazione impotente, non potrebbero
che diventare
più gravi.
Dobbiamo servire il Paese raffigurandoci
come un partito fondato sul lavoro, il partito
della Costituzione, il partito di una nuova
unità della nazione.
Il Partito Democratico è il partito di una
nuova centralità e dignità del lavoro dipendente,
autonomo, imprenditoriale e della valorizzazione
del suo ruolo nella costruzione del futuro
del Paese.
È il partito che non accetta che il consenso
venga prima delle regole e lavora per istituzioni
più moderne rifiutando la chiave populista.
È il partito che dà una risposta innovativa
al tema delle autonomie nel quadro di una
rinnovata unità nazionale.
Avvieremo insieme un grande piano di lavoro
incardinato su questi obiettivi.
È evidente in questo l’importanza del ruolo
dei circoli come punto di presenza e di impegno
visibile del partito sui territori e come
luogo della selezione della nuova classe
dirigente della quale abbiamo bisogno.
È pensando a tutto questo che voglio ripetere
anche qui che nel Partito democratico c’è
spazio, come è nostro costume, per una discussione
larga e libera sul dopo elezioni e sulle
prospettive del nostro partito, ma non per
dibattiti autoreferenziali che potrebbero
allontanarci dal senso comune dei nostri
concittadini.
Buon lavoro. Approfitto per rivolgere a tutti
voi e alle vostre famiglie i miei auguri
di Buona Pasqua e vi saluto ringraziandovi
per il vostro impegno.
Pier Luigi Bersani
Segretario Nazionale del Partito Democratico
 
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