15 Settembre, 2002
Ida Boni presenta “Un freddissimo inverno”-Egon editore
Interverrà Rosalba Carollo psicoterapeuta
Galleria Daniela Rallo, piazza Sant'Abbondio
1, Cremona
martedi’ 18 maggio 2010 ore 18,30
Ida Boni presenta “Un freddissimo inverno”-Egon
editore
interverrà Rosalba Carollo psicoterapeuta
Presso la Galleria Daniela Rallo , piazza
S. Abbondio 1 , Cremona , martedi’ 18 maggio
alle 18,30, sara’ ospite la scrittrice Ida
Boni all’interno del percorso “Narrare ,
narrarsi “ che ha gia’ visto la partecipazione
di autori di romanzi e saggi in cui protagonista
e’ la memoria , individuale come nel caso
di Augusto Bianchi o collettiva , come per
Giorgio Galli .
Ida Boni e’ scrittrice e giornalista per
i servizi culturali della Radio Svizzera
. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo “Mondo
Lidio” (premio Romena), “Alla ricerca di
Joyce” (premio Salerno e premio Montale ),
“Tre donne”( finalista Pen Club).
L’introduzione di Rosalba Carollo , psicoterapeuta
, si proporra’ di mettere in luce il momento
in cui il difficile accumulo di emozioni
confuse indicibili e per questo spesso distruttive
, grazie alla formulazione letteraria e alla
capacita’ di un artista, riesca invece a
produrre un contenuto di bellezza e di comprensione.
E la bellezza appare nel romanzo di Ida Boni
“Un freddissimo inverno” attraverso i ricordi
legati ad una grande casa sul lago di Ledro
negli anni della guerra e il successivo smembramento
del nucleo familiare .
Con un attento rimando alle grandi saghe
familiari dei “Buddenbrook” o del “Gattopardo”
, Ida Boni ci mostra come la casa , l’oggetto
che rimane , e’ il vero protagonista della
storia , come contenitore di ansie di possesso
, talvolta predatorie , ma anche come spunto
per richiamare alla memoria momenti imperdibili
da tramandare agli altri .
Nell’elegantissima scrittura di Ida Boni
“ Come per ogni bambino quello era stato
per lei il tempo del sogno , che , solo piu’
tardi , avrebbe imparato essere il vero ,
autentico , privilegio del poeta".
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Quel freddissimo inverno
Ida Boni
Una valle isolata, un piccolo lago dalle
acque cangianti circondato da montagne e
boschi che arrivano sino a sfiorarne le rive,
una vecchia casa da tutti molto amata e più
tardi oggetto di contestazioni, ripetuti
litigi, dolorose separazioni. E, insieme
a tutto questo, il trascorrere delle stagioni,
in particolare dell’inverno: un gelido, lunghissimo,
quasi interminabile inverno, quello tra il
1944 e il 1945, nel corso dell’ultimo anno
della seconda guerra mondiale che coincide
al tempo stesso con un primo affacciarsi
di identità da parte di Vera, poco più che
una bambina. Quando la famiglia, ancora integra
e unita, riparata quasi al completo in quella
casa – che da sempre era stata considerata
la casa delle vacanze – per sfuggire agli
ultimi durissimi mesi di guerra, approda
davanti al lastrone compatto di ghiaccio
costituito dal lago, in una vallata e in
un villaggio semisommersi dalla neve.
Una realtà unicamente fatta di mamme e bambini,
dei fatti di ogni giorno, dei lontani echi
della guerra che si fanno sempre più insistenti
e prossimi, ma anche di giochi, di momenti
di distensione e di nuove paure legate all’avventura
del crescere.
Presa di coscienza, rimergere di spezzoni,
sequenze di vita, un qualcosa di segreto
che tende a prendere forma, diventare esplicito
e chiarirsi a se stesso, in continuo bilico
tra realtà e fantasia; con la memoria che,
con la precisione di un metronomo, non smette
di muoversi tra presente e passato alla ricerca
di una specie di approdo
 
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