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 Cronaca

15 Settembre, 2002
Rispetto per le istituzioni,rispetto per le donne
Contributo delle donne del Pd alla discussione sul tema della sepoltura dei prodotti abortivi

Rispetto per le istituzioni,rispetto per le donne
Contributo delle donne del Pd alla discussione sul tema della sepoltura dei prodotti abortivi
Nelle ultime settimane la città di Cremona ha visto rivivere toni e temi che pensavamo di esserci lasciate alle spalle, superati da una cultura delle istituzioni che consideravamo terreno comune all’intero panorama politico locale.
Non è così, evidentemente.
L’obbligo della sepoltura dei prodotti abortivi (ex lege) anche prima delle 20 settimane è il risultato della politica regionale lombarda in materia di gestione sanitaria. È precisato in una serie di atti normativi che insistono anche sul nostro territorio e vanno applicati.
Tali atti sono infatti applicati fin dalla loro entrata in vigore (2007) anche a Cremona.
Perché allora tanto clamore, ora?
Perché ora la destra al governo della città forza l’applicazione della norma a tal punto da inserire la legge in questione in un clima politico e culturale che chiediamo venga decisamente contrastato.
L’inumazione dei prodotti abortivi contemplata dal suddetto regolamento regionale diventa infatti a Cremona occasione di calcolata strumentalizzazione politica.
Si sono viste rose bianche, lapidi, toccanti note di violino e preghiere nell’applicazione di tale regolamento, si sono viste presenze istituzionali dichiarate come tali in quel contesto e si sono viste data la scelta operata sinergicamente da Azienda Ospedaliera e Comune di Cremona.
Si sono quindi viste per volontà politica.
A nostra volta, auspichiamo che questo documento diventi la base di discussione su cui costruire la volontà politica del Partito Democratico in merito alla vicenda, ma più in generale intendiamo riflettere assieme agli altri membri del Pd sui temi realmente in gioco, ad oggi.

Premessa

Sappiamo bene che il vero nodo della vicenda cremonese è la pressione ideologica contro la legge 194 "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria di gravidanza". La vicenda tocca temi e ambiti di azione che sappiamo essere oggetto di valutazione diversa tra molti di noi, sia a livello personale che politico, ma sulla legge 194 tutte noi democratiche abbiamo un’opinione concorde: è una legge che va pienamente applicata e difesa da attacchi strumentali.
Sono inoltre in gioco la laicità delle istituzioni, il rispetto delle donne e delle loro scelte e alcuni dei compiti della politica.

Laicità delle istituzioni

Apprendiamo dalla stampa che il Comune di Cremona provvede a fornire lapidi per le inumazioni previste dal regolamento, mentre si fa carico della procedura complessiva l’Associazione “Difendere la vita con Maria” sulla base di un’intesa con l’Azienda Ospedaliera cittadina, vera titolare del compito.
Apprendiamo quindi dalla stampa dell’accordo sinergico tra Comune, Azienda Ospedaliera e Associazione in questione, per provvedere a quanto, prima di questa giunta, l’Azienda e il Comune provvedevano a svolgere senza la presenza di tale Associazione.
Il fatto che un ente pubblico come l’Azienda Ospedaliera stipuli un accordo che in via esclusiva affida ad una associazione confessionale –manifestamente impegnata in una campagna di pressione contro la legge 194 -la gestione dei prodotti abortivi da inumare, quando non espressamente richiesti dalla famiglia, è prova di quanto la pressione dell’ideologia comprima la laicità delle istituzioni.
Vedere assessori e vicesindaco in quanto presenze istituzionali al rito di inumazione promosso da tale associazione è analoga prova.
Sono entrambi atteggiamenti che consideriamo profondamente sbagliati.
Siamo convinte che l’accordo con l’Associazione citata dimostri che la laicità delle istituzioni non è patrimonio della destra al governo di Cremona e della Lombardia.
Tuttavia è patrimonio della nostra Costituzione e come tale dobbiamo costruire insieme la diffusa esigenza che lo sia sempre e ovunque, Cremona compresa.
Riteniamo ovvio ma necessario sottolineare che le legittime posizioni etiche e religiose delle personalità alla guida della città e delle sue istituzioni non sono, altrettanto legittimamente, quelle di tutti i cittadini e le cittadine di Cremona, e che di questo come rappresentanti istituzionali devono farsi carico.
Per questo chiediamo con forza di modificare l’attuale gestione del regolamento in questione dimostrando rispetto per la pluralità etica e religiosa delle persone, quale che sia, mantenendo le convinzioni religiose fuori dai rapporti istituzionali. Più politica e meno ideologia, insomma.

Rispetto per le donne e per le loro scelte

Siamo amaramente convinte che il clima creatosi con le scelte cremonesi denunci un nuovo tentativo di colpevolizzare e strumentalizzare le donne che ricorrono alla legge 194 e che decidono, per molti diversi motivi, di non farsi carico dell’inumazione dei prodotti abortivi.
Il fatto che vi provvederà -per volontà politica delle istituzioni- un’Associazione confessionale e non un ente preposto come l’Azienda ospedaliera stessa, con il relativo corredo di bare bianche, rose, mesti violini e preghiere, è un modo di rendere palese la sanzione ideologica ad esse rivolta.
Per vederle più sole e per giudicarle sbagliate. Per attaccare la legge 194, che abbiamo ricordato invece, fin dall’inizio, non essere disponibile per le finalità strumentali della politica.
Chiediamo rispetto per le donne e per le loro scelte, per la loro sofferenza e per la loro decisione.
Ma soprattutto rispetto per la responsabilità che le donne si assumono nello scegliere l’interruzione volontaria di una gravidanza, responsabilità che resta tutta, sempre e comunque.
Chiediamo sobrietà e delicatezza in questo rispetto.

Un compito della politica

Questa vicenda ci impone di riflettere su un ultimo aspetto, importante e centrale tanto quanto i precedenti.
Siamo convinte infatti che sia giunto il momento di riprender le fila di una discussione seria su alcuni compiti che la politica e il nostro impegno in essa devono di nuovo e sempre darsi, quando ci si occupa di temi come quelli dibattuti fin qui.
La politica e il nostro impegno in essa deve tornare a discutere di come promuovere nei fatti e a tutti i livelli una educazione all’affettività, alla relazione e alla sessualità consapevoli e mature, che davvero valorizzi appieno le donne, il loro ruolo, la loro responsabilità.
Questo significa finanziamento e promozione dei consultori, degli spazi di informazione e di aiuto alle donne, dell’educazione sessuale e della maternità consapevole. Questo significa laicità nelle istituzioni e negli enti come le Aziende Ospedaliere, in cui invece troppo spesso l’ideologia dominante prevale sul servizio pubblico dovuto nel rispetto delle leggi dello stato.
Siamo convinte che questo sia un nostro compito specifico di donne, di madri, di insegnanti, di cittadine, ma soprattutto che sia uno dei compiti che affidiamo alla nostra idea di politica e al nostro impegno in essa, in modo che davvero la 194 non sia distorta e inapplicata, perché siamo noi stesse, come donne prima di tutto e poi come donne del PD, a volere sempre meno aborti.

Le Donne del Partito Democratico
Federazione di Cremona

20 maggio 2010

 


       



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