15 Settembre, 2002
Che cosè lo sciopero? di Stefano Zurpa
Cercando su wikipedia troviamo che per sciopero si intende “l'astensione collettiva dal lavoro di lavoratori dipendenti allo scopo di rivendicare diritti....
Cercando su wikipedia troviamo che per sciopero
si intende “l'astensione collettiva dal lavoro
di lavoratori dipendenti allo scopo di rivendicare
diritti, per motivi salariali, per protesta
o per solidarietà”. La definizione ci informa
che solo chi è dipendente, cioè chi ha stipulato
un contratto di lavoro subordinato (ovvero
quello che ti dà tutte le tutele, dall’indennità
di disoccupazione alla malattia, dalla maternità
al trattamento di fine rapporto ecc.), può
esercitare questo diritto. E gli altri? Chi
sono questi invisibili a cui non è concessa
la possibilità di adoperarsi per migliorare
le proprie condizioni di lavoro e quindi
di vita? Forse si ritiene che siano soggetti
privilegiati, gente che non si mischia con
la massa, che forte della sua professionalità
e dell’elevato reddito se ne infischia delle
lotte collettive. La verità è un’altra. In
Italia milioni di persone si barcamenano
tra stages non retribuiti, collaborazioni
più o meno continuative, associazioni in
partecipazione, lavoro autonomo ecc. che
non vedono formalmente riconosciuto il diritto
di sciopero e che anche nella sostanza è
precluso loro: con che tranquillità ci si
può astenere dal lavoro per una causa collettiva
(che è anche personale) sapendo che il committente
può licenziare senza alcuna motivazione?
Può un lavoratore autonomo astenersi dal
lavoro? Certo, una volta lo sciopero era
vietato, il dissenso era vietato, la coalizione
tra i lavoratori era repressa, tuttavia le
lotte dei lavoratori ( a costo di enormi
sacrifici e morti) hanno cambiato quel quadro.
Allora proprio per questo è necessario riflettere
e agire su quel versante del lavoro in cui
diritti che consideriamo fondamentali sono
stati erosi e di fatto eliminati.
Stefano Zurpa
Nidil-Cgil Cremona
 
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