15 Settembre, 2002
Riccardo Sarfatti morto in un incidente stradale
noto imprenditore milanese candidato dell'Unione alla presidenza della Regione Lombardia nel 2005 contro l'attuale presidente della Regione Roberto Formigoni, e' morto questa notte intorno all'1.30 a Tremezzo, sul lago di Como, alla guida della sua auto.
Cronaca | 10/09/2010 | ore 08.39
Milano, 10 set. - (Adnkronos) - Riccardo Sarfatti, noto imprenditore milanese candidato dell'Unione alla presidenza della Regione Lombardia nel 2005 contro l'attuale presidente della Regione Roberto Formigoni, e' morto questa notte intorno all'1.30 a Tremezzo, sul lago di Como, alla guida della sua auto.
Le modalita' dell'incidente sono ancora da accertare, ma sembra che non siano stati coinvolti altri veicoli. L'auto guidata da Sarfatti, 70 anni (era nato nell'aprile del 1940), sarebbe uscita di strada, a quanto riferiscono le forze dell'ordine, mentre percorreva la statale 340, finendo nelle acque del lago.
Sarfatti potrebbe essere deceduto per annegamento, ma la dinamica dei fatti e' ancora da accertare.
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La notizia è terribile, di quelle che non vorresti mai ricevere.
Ho conosciuto Riccardo circa 10 anni fa, quando - ciascuno attraverso un proprio itinerario personale - lavoravamo alla organizzazione di una parte importante di quello che poi verrà definito come il mondo della "cittadinanza attiva".
Poi, per una certa fase, ci frequentammo un po' di sfuggita - lui in Libertà e Giustizia, io nei Cittadini per l'Ulivo - in occasione di incontri che tentavano di mettere insieme e far collaborare esperienze diverse.
Portava un cognome "pesante", denso di storia. Era ancora molto impegnato in una importante esperienza imprenditoriale eppure sentivi quanto fosse sincero il suo impegno nelle cose "politiche" per le quali lavoravamo: far maturare una vera esperienza moderna e seriamente liberale, democratica, popolare, far crescere convincimenti forti - a tale riguardo - su questo versante.
Era una persona che credeva fortemente nel progetto di un Ulivo largo e condiviso.
Quando poi decise di provarsi in un confronto arduo ed ai limiti dell'impossibile, come quello di sfidare, nel 2005, Roberto Formigoni nella corsa alla Presidenza della Lombardia, mi misi "toto corde" a sua disposizione, per aiutarlo, pur nella modestia delle mie risorse, nella difficilissima impresa.
Il "miracolo" si può dire venne pressoché sfiorato.
La sconfitta non lo fece recedere ma, al contrario (proprio facendo ricorso allo spirito vero dell'imprenditore di razza, che cerca di trarre risorse positive anche dalle difficoltà) rilanciò, dedicandosi a tempo pieno all'esperienza in Consiglio Regionale.
Spirito libero e poco avvezzo alla mediazione, un po' grigia ed un po' banale, che spesso frequenta i palazzi del potere politico, non si può dire si ritrovasse pienamente a proprio agio nei 5 anni successivi.
La nostra collaborazione, che via via divenne anche frequentazione ed amicizia politica, si rafforzò tra la fine del 2005 e l'inizio del 2006, quando insieme a Michele Salvati, Gad Lerner, Salvatore Bragantini, Pippo Ranci, Laura Novati, Stefano Facchi, Chicco Crippa, Benito Fiori e pochi altri decidemmo di dar vita all'Associazione per il Partito Democratico: una scommessa tutt'altro che sicura e vincente anzi, per il momento, assolutamente in controtendenza.
Lo facemmo in un'affollatissima ed entusiasmante assemblea, nel febbraio 2006, al Circolo della Stampa di Milano.
Fu un'esperienza breve - durò un anno o poco più - ma davvero molto intensa, generosa, a volte contradditoria, ma che ritengo seppe dare una mano davvero significativa nel percorso spesso accidentato che portò alla costruzione del Partito Democratico.
Un anno pieno, durante il quale la nostra frequentazione divenne quotidiana alla direzione della nascente APD Lombarda. Durante il quale la nostra vicinanza andò rinsaldandosi e mise radici la nostra amicizia politica.
Ho imparato parecchio da Riccardo: la sua tenacia, la sua capacità di tenere insieme esperienze di vita e di pensiero diverse, la sua disponibilità a mettersi in gioco. Tutte qualità che lo rendevano ancora "giovane", pieno di energie vitali, nonostante l'età non fosse più giovanissima. Un carico d'anni significativo per l'esperienza maturata, ma che non riuscivi a riscontrargli, per l'entusiasmo e l'energia che metteva nelle cose che faceva.
La notizia della sua drammatica morte mi riempie di tristezza e di malinconia. Una morte in qualche modo paradigmatica della sua intensa vita: in viaggio, mentre partito da una tappa correva a raggiungere la successiva.
Sono vicino a tutti i suoi cari ed invio loro sentimenti di sincera solidarietà e partecipazione.
Ciao, caro Riccardo, non ti dimenticherò. Che la terra ti sia lieve.
Deo Fogliazza
 
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