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15 Settembre, 2002
Dal Consiglio Regionale
Le iniziative dei Democratici di Sinistra Lombardi.

MAGGIORANZA ASSENTE FORMIGONI RETICENTE
Il presidente Formigoni non è mai sembrato in così grave difficoltà. Non sono le finte liti all'interno della maggioranza a indebolirlo, ma l'impossibilità della coalizione di assumersi le proprie responsabilità. Due esempi, solo questa settimana, hanno dimostrato il profondo disagio all'interno della compagine che governa la Lombardia. In primo luogo la questione rifiuti che, dopo tanto parlare, è rimasta chiusa nei cassetti: era pronto per essere discusso in Consiglio il Piano regionale, approvato urgentemente settimana scorsa in Commissione, ma è stato depennato dall'ordine del giorno all'ultimo momento. In Aula non se ne è dunque parlato, forse per paura che un provvedimento necessario scatenasse nuovamente lotte intestine. Per superare l'emergenza Formigoni ha fatto la voce grossa, ha tentato l'accordo con i Radicali sfidando apertamente la Lega, è comparso su tutti gli organi di stampa nazionali e regionali. Poi la Lega ha sotterrato l'ascia di guerra ed è tornata apparentemente la calma, a patto che non si affronti l'argomento. Ma non c'è solo la questione rifiuti. E' consuetudine del Consiglio regionale che maggioranza e opposizioni scelgano quali mozioni discutere a seconda dell'urgenza. Le due mozioni da noi scelte riguardavano il condono edilizio, con cui chiedevamo che la Regione si opponesse alla proroga dei termini decisa dal Governo, e la vicenda "Oil for food". Quest'ultima chiamava in causa direttamente Formigoni per una faccenda poco chiara denunciata nei mesi scorsi dalla stampa internazionale: in una lista di 200 persone ritrovata presso il Ministero del petrolio irakeno compare il nome del presidente lombardo come intestatario di quote di greggio nell'ambito del programma di aiuti "Petrolio per il cibo", assegnate dal dittatore irakeno a personalità gradite. La discussione era tanto più necessaria all'indomani delle decisioni dell'Onu di aprire formalmente un'inchiesta sulla corruzione nella gestione del programma "Oil for Food". La maggioranza, in evidente difficoltà, ha preferito non far trattare alcuna mozione, nemmeno quelle presentate da propri consiglieri, piuttosto che confrontarsi pubblicamente, in Aula consiliare. Una maggioranza che per non dividersi è in grado di opporre solo il silenzio.

GOVERNO E ALITALIA: SUBITO BASE DI ARMAMENTO A MALPENSA
La vicenda Alitalia ha riaperto il dibattito sul sistema aeroportuale lombardo, mettendo in luce posizioni divergenti all'interno della stessa Casa delle Libertà. Sulla vicenda è intervenuto il consigliere regionale Daniele Marantelli. "Di fronte alla crisi di Alitalia - ha dichiarato il consigliere - permane lo stato di confusione nella Cdl in Lombardia, come confermano le posizioni di Formigoni, Colli e Albertini. Il Presidente della Regione, da parte sua, richiama la necessità di realizzare a Malpensa una base operativa di Alitalia. Richiesta giusta, non nuova, finora inattuata. Inoltre Formigoni 'chiede e consiglia' al Governo di investire sugli aeroporti lombardi di Malpensa, Linate, Orio al Serio e, in prospettiva, di Montichiari". Marantelli ha aggiunto ironico: "E' probabilmente dovuta ad un inedito atteggiamento di mitezza, che Formigoni non riservava su questo tema al Governo dell'Ulivo, la ragione di una clamorosa dimenticanza: tra gli aeroporti lombardi c'è anche quello pavese di Rivanazzano. Mi auguro che questa lacuna sia colmata con una puntuale e chiara posizione comune delle istituzioni lombarde, ad oggi inesistente, che attendiamo con viva curiosità". "La nostra posizione è chiara - ha continuato serio il consigliere -. È utile distinguere gli interessi del Paese da quelli localistici ed elettorali. Bisogna aumentare le capacità del sistema aeroportuale lombardo migliorando l'accessibilità, accelerando la realizzazione dei collegamenti ferroviari e stradali e spostando a Malpensa la base di armamento della compagnia di bandiera. Solo rilanciando il ruolo di hub di Malpensa si può dare nuovo impulso all'intero sistema aeroportuale del nord che costituisce un'indispensabile ricchezza per l'Italia". "Alitalia va difesa - ha concluso - ma può anche non essere l'unico vettore italiano. Non risulta che ad Air France sia stato contestato dall'Unione Europea di agire, in Francia, in regime di monopolio. Sfidiamo il Governo e Alitalia a favorire in tempi rapidi queste soluzioni e ad assumersi l'onere di decisioni coerenti e urgenti. Chiediamo, infine, al Governo di estendere l'utilizzo degli ammortizzatori sociali a tutto il settore legato al trasporto aereo".

PICCOLI COMUNI: LEGGE NECESSARIA, MA RISORSE POCHE
Il Consiglio regionale ha approvato le 'Misure di sostegno a favore dei piccoli comuni della Lombardia'. I Ds, dopo aver manifestato già in sede di commissione le proprie perplessità, si sono astenuti. "Mancano risorse - è stato il commento di Giuseppe Benigni - sono previsti solo 125 mila euro per un totale di poco meno di 700 comuni. Mancano inoltre impegni sufficienti nel campo del diritto allo studio, dei servizi sociali e per il recupero dei centri urbani. Alcuni passi avanti, invece, sono stati fatti su nostra proposta, in particolare con la riduzione dell'aliquota Irap per i piccoli negozi". "È un provvedimento sostenuto da buone intenzioni - ha spiegato Claudio Bragaglio - ma a cui non corrispondono risposte adeguate né dal punto di vista sostanziale né sul piano legislativo. La mancata risoluzione di alcuni nodi fa di questo provvedimento, è la nostra preoccupazione, un testo caratterizzato da spirito propagandistico". "Il primo nodo - ha argomentato Bragaglio - è la dimensione stessa di piccolo comune, indicato in questa legge con una popolazione inferiore a 2000 abitanti, mentre in una legge ora in discussione in Parlamento il limite previsto è di 5000 abitanti. Se venisse approvata la legge nazionale si proporrebbero problemi di sovrapposizione tra due normative non omogenee". "Il secondo nodo - ha continuato Bragaglio - è l'orizzonte del piccolo comune, che è prevalentemente montano. È in discussione una normativa presentata dalla Giunta tesa a smantellare l'attuale legge regionale sulla montagna. Nel provvedimento approvato c'è un riferimento a quella norma regionale che la stessa Giunta vuole sovvertire". "Oltre ai nodi di confusione - ha concluso il consigliere - c'è il problema della disponibilità di risorse finanziarie, pari per la parte corrente a 125.000 euro. È sufficiente considerare il numero dei Comuni ammessi ai contributi, circa un terzo dei comuni lombardi, ed esaminare le richieste che vengono loro rivolte per implementare i servizi e quindi per contrastare lo spopolamento, per rendere evidente l'esiguità delle risorse stanziate. Con questa posta di bilancio si sfiora il ridicolo"

CARTA SANITARIA: I COSTI LIEVITANO MA DI RISULTATI NON SE NE VEDONO
La Carta Regionale dei Servizi è quell'ambizioso progetto nato nel 1999 per mettere in rete ospedali, asl, medici, farmacie e utenti. Doveva essere il fiore all'occhiello della Giunta Formigoni, ma a tutt'oggi - dopo 2 anni dalla fine della sperimentazione a Lecco - è appena iniziata la distribuzione a Pavia e Cremona. Vantaggi se ne vedono ben pochi, anzi, persino a Lecco dove il sistema dovrebbe ormai essere a regime, essendo stato validato, non tutti i sevizi sono attivati, e quelli attivi lo sono solo parzialmente. A lanciare l'accusa è stato Carlo Porcari, consigliere regionale Ds, in una conferenza stampa che si è svolta martedì scorso. "Ad oggi la carta è poco più di un documento d'identità - ha dichiarato Porcari -. Buona parte dei numerosi servizi previsti non sono ancora disponibili: non può essere ancora usata per certificare le esenzioni o per accedere a dati clinici complessi, come ad esempio le immagini computerizzate di Tac, risonanza magnetica ecc.. A peggiorare la situazione il fatto che solo nelle grandi città le trasmissioni di dati hanno tempi accettabili, mentre nei piccoli centri, ancora sprovvisti di Adsl, i collegamenti sono molto più lenti, per non parlare delle prenotazioni o della messa in rete delle strutture private accreditate". A fronte di tutte queste difficoltà la Giunta regionale pochi giorni fa ha deliberato un "addendum" contrattuale che prevede ulteriori 166 milioni di euro - 400 erano quelli già stanziati - al contratto con Lombardia Informatica, la società controllata dalla Regione che gestisce il progetto. "Insomma, per non perdere la posta già gettata sul tavolo - ha continuato il consigliere - la Giunta ha deciso di rilanciare, come in una partita a poker. Il risultato è che, mentre in origine il canone annuo di gestione previsto per ogni card era di 10,30 euro, adesso lievita a ben 14 euro, il 40% in più". "Noi logicamente non siamo contrari a una innovazione tecnologica che migliori i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione - ha proseguito Porcari - ma riteniamo che di fronte alle incertezze sul funzionamento e l'efficienza di un sistema che è unico al mondo, sarebbe meglio rallentare e riflettere sui problemi aperti, invece di imprimere una accelerata che ha solo sapore propagandistico". ''Manca la flessibilità - ha voluto aggiungere Marco Tam, consigliere regionale e medico di famiglia - non c'è intesa con i medici che non vogliono un sistema che fa perdere loro tempo, non c'è trasparenza della gestione. Un megaprogetto di questo tipo è inutile, ci vuole un progetto più circoscritto ma efficace, che ad esempio eviti ai pazienti di andare in giro con sei o sette tesserini sanitari d'esenzione".

CULTURA: NIENTE SOLDI PER FILM COMMISSION
La commissione Cultura ha incontrato una rappresentanza della Lombardia Film Commission, guidata dal suo presidente, l'attore Renato Pozzetto. Si tratta di una fondazione no profit che ha il compito di promuovere il territorio lombardo mediante la realizzazione di film, fiction TV, spot pubblicitari, documentari e cortometraggi. Giunta al terzo anno di attività, la fondazione si ritrova priva di risorse e impossibilitata a svolgere un ruolo di promozione, a differenza di quanto avviene da parte di analoghe fondazioni in altre Regioni. "La commissione Cultura - ha dichiarato Maria Chiara Bisogni - si è impegnata a produrre una risoluzione da presentare al Consiglio per il finanziamento dell'attività della fondazione. Noi riteniamo che quanto sta accadendo sia la testimonianza di una disattenzione della Regione Lombardia nei confronti della promozione culturale come elemento fondamentale dello sviluppo".

SALUTE MENTALE: UN PIANO CON LUCI E OMBRE
La commissione Sanità del Consiglio regionale ha approvato, con l'astensione dei Ds, il Piano regionale sulla salute mentale per il 2003-2005. "Questo provvedimento, assolutamente importante - commenta Marco Tam - è gravemente in ritardo. Non abbiamo condiviso la scelta della maggioranza di non portare questo piano, che è un documento programmatorio, all'approvazione del Consiglio ragionale. Inoltre, il modesto finanziamento di dieci milioni di euro per il 2004 non consente ai progetti innovativi, alternativi al ricovero, di decollare". "Sembra più un piano esortativo - ha concluso il consigliere - che non prescrittivo, con dei vincoli precisi di responsabilità. La rete territoriale degli ambulatori psichiatrici deve essere ulteriormente rafforzata, utilizzando interamente il 5% prescritto dalla legge delle risorse disponibili in Regione per la sanità e non il 4,30% che attualmente viene impiegato".

 


       



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