15 Settembre, 2002
59° Fiera Internazionale Bovino - 2004
28 ottobre: WelfareCremona racconta...
Curiosando tra gli stand, una cortesissima signora mi ferma per farmi
compilare un questionario. Rispondo e lei mi guarda sorpresa: su una settantina
di intervistati, verso le 5 del pomeriggio, sono la prima cremonese. Lo si
interpreti come si vuole, io ne sono contenta. Un evento del genere deve portare
“gente da fuori” e, a quanto pare, lo fa.
Certo, è una fiera che parla molto agli addetti del settore. Lo fa già con
il linguaggio della tecnica-tecnologia dell’esposizione e, per intenderci, non
si offre come la fiera dei gadget ai visitatori. Eppure, è anche una
straordinaria occasione didattica, al di là della quasi banale
osservazione sui bambini di oggi i quali crescono a lungo senza vedere dal vivo
la “fonte” del latte. È una straordinaria occasione didattica per mostrare
sia il complicato insieme sia i più minuziosi particolari di un sapere che sta
dietro a ciò che diventa il nostro cibo. Le scolaresche in visita non mancano.
Come non manca, tra gli espositori, l’Istituto Agrario Stanga, a “mettere in
mostra” la professionalità in formazione dei propri ragazzi.
Nelle sale dei dibattiti, nelle riunioni si svolgerà una fitta serie di
eventi che - così ci promette sullo speciale de La Provincia un soddisfatto
Floriano Soldi - “potrebbe segnare l’inizio di una svolta, l’apertura
di una nuova era nei delicati e difficili rapporti tra i componenti della
filiera”. Noi profani passeggiamo tra le mucche e osserviamo gli
allevatori - ma quanti giovani ad affaccendarsi attorno agli animali che
andranno ad “esibirsi! -, assaporiamo quel che è rimasto da quel buon gusto
di fiera campagnola del bestiame, lo spuntino con formaggio e vino “casalinghi”,
i commenti e gli scambi di esperienze di chi segue la propria azienda alzandosi
all’alba e fatica pure in questi giorni ma si gode anche questa sorta di festa
che corona e tira le somme di un’annata di fatiche.
Forse questa di Cremona è una grande Fiera Internazionale proprio perché è
così ricca di esperienze umane che sanno ancora di terra e di buon odore di
letame. Sarebbe bello se tanta tecnologia, bio-tecnologia, scienza e politica
non ci facessero scordare il lavoro quotidiano di millenaria memoria. È forse
un aspetto che può spingere-attirare padri e nonni (e perché non ci viene da
dire “madri e nonne”?) a prendere per mano figli-nipoti dicendo “Andiamo a
vedere la Fiera”.
M.T.
 
Alcune immagini
|