15 Settembre, 2002
Il ministro Martino, il presidente Pera - il bilancio dello stato, la Nato
PdCI: “Ministro Martino: ma non eravamo andati in Iraq in missione di pace?”
Egregio Direttore
Il ministro della Difesa, Antonio Martino freme, vuol fare la guerra, ma
intanto delinea un ritratto delle nostre forze armate da esercito di
Franceschiello.
E' grave che, in una situazione economica molto seria per il nostro Paese, il
Ministro chieda più soldi per gli armamenti. E' patetico, inoltre, che Martino
metta a confronto l'importanza delle spese del suo dicastero con altri
ministeri: egli sostiene che per gli altri dicasteri si tratta di mera
"cancelleria" e "convegni", ovvero "cose di cui si può
fare a meno", mentre per il suo dicastero, bontà sua, significa
"avere le armi e non poterle usare". Una convinzione degna dei suoi
amici di oltreoceano.
Prima o poi, qualcuno dovrà informare il nostro uomo politico che il
ministro della difesa americano è un altro. A proposito, Ministro Martino: ma
non eravamo andati in Iraq in missione di pace?
Eppure non basta, il Ministro non è solo, Marcello Pera esterna peggio di
Martino: ora siamo davanti a un vero delirio bellicista, incompatibile tra l’altro
con l'alta figura da cui proviene. Il presidente del Senato, Marcello Pera, che
dovrebbe essere fra i più gelosi custodi della Costituzione, esterna
quotidianamente in palese contrasto con il suo articolo 11. La sua idea,
espressa davanti all'assemblea parlamentare della Nato, di "prevenzione e
difesa" contro qualsiasi stato "altro" dalla sua visione della
democrazia di tipo occidentale è allarmante. La sua proposta di intervento
della Nato ovunque è gravissima. L'apologia dei "mezzi della forza"
è sconcertante. Liberissimo di pensarla come vuole e di dichiarare la sua
personale guerra a chi gli pare. Ma lo faccia come privato cittadino. Il
professor Pera, non è più adatto ad essere presidente del Senato della
Repubblica.
La segreteria del PdCI - Cremona
 
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