15 Settembre, 2002
Cascina – museo? – Cambonino
“Potrebbe diventare … spazio vissuto della memoria”
Caro Direttore,
spero che attorno al "problema Cambonino" - che periodicamente si
ripropone ai riflettori della cronaca per poi scomparire di nuovo - nasca
finalmente un dibattito produttivo. Lo sarà se, prima di ogni valutazione
tecnica e logistica, si cercherà di capire le aspettative e di individuare le
finalità legate ad un museo "della civiltà contadina".
Un museo etnografico conserva ed espone oggetti legati ad una cultura che, a
sua volta, era legata ad un modello di società dalla quale i protagonisti
stessi hanno fatto tutti gli sforzi possibili per uscire. Nello stesso tempo
sappiamo che gli oggetti, o il loro insieme, esprimono valori, saperi, una
storia di emancipazione sociale che sarebbe molto pericoloso non portare con noi
nel futuro. Ma un padre cerca di trasmettere ai figli ciò che del proprio
passato ritiene abbia utilità anche per loro. Un museo etnografico rischia di
diventare “folklore turistico” o sfogatoio di nostalgie quando i padri non
sono più convinti che quegli oggetti abbiano ancora qualcosa da insegnare.
Vorrà e potrà il nuovo Cambonino sostituirsi a questi padri?
Un museo non può rinunciare al suo fondamentale compito di salvaguardia:
"finché c'è la raccolta, c'è speranza", anche in tempi di magra
progettuale. Ma la conservazione scientificamente corretta di oggetti da mettere
a disposizione della ricerca potrebbe essere separata da un progetto nuovo circa
l'utilizzo della cascina Cambonino. Questa potrebbe diventare quasi per intero spazio
vissuto della memoria, sede, anche nelle parti espositive, di attività
didattiche, di formazione professionale, di incontro tra culture diverse, di
passatempi "di una volta": un luogo del vivere, del fare.
Lettera firmata – Red.
 
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