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 Il Punto

15 Settembre, 2002
Ambiente e rilancio dell’industria
L’opinione di Claudio Monica (Cremona)

Siamo in vista delle elezioni regionali ed un problema lasciato irrisolto dalla giunta Formigoni è quello dell’inquinamento delle aree urbane. Ci si continua a muovere con provvedimenti tampone senza affrontare i problemi alla radice. Di fatto, dopo anni di enunciazioni, restano solo chiacchiere. Si era parlato di favorire la costruzione di auto ecologiche; che fine ha fatto questo progetto ?

È utile fare una premessa; l’inquinamento delle città è causato dal traffico automobilistico per circa il 25%. In misura almeno pari, vi contribuiscono i riscaldamenti delle abitazioni.

Proprio di questo vorrei parlare. Se si vuole fare qualcosa di utile e duraturo occorre cominciare ad intervenire sul serio. Mi risulta che la provincia di Bolzano abbia iniziato a classificare le costruzioni, come si fa con gli elettrodomestici, in relazione al consumo di energia: dalla classe A in giù. Mi pare che classe B significhi un risparmio energetico del 50%.

È abitudine calcolare il valore delle abitazioni in funzione dei metri quadri calpestabili. Perciò, se costruisco muri perimetrali di 45 cm anziché di 30 cm, riduco l’area calpestabile e quindi il valore commerciale dell’immobile.

Tutto ciò trascura il fatto che una minore coibentazione produce un consumo più elevato di energia, con conseguente impatto ambientale ed incremento dei costi. Mi pare che la legge vigente già consenta di aggiungere all’esterno lo spessore di coibente, proprio per non ridurre la superficie calpestabile. Però spesso non lo si fa.

A mio parere occorre dunque:

Imporre che i nuovi immobili siano costruiti in base ad una classificazione di consumo energetico e che non sia consentito scendere (ad esempio) al di sotto della classe C. Chi sa di edilizia può confermare che l’aggravio nei costi di costruzione sarebbe di pochi punti percentuali, recuperabili in circa due anni per la consistente riduzione dei consumi energetici. Gli anni successivi sono (come usa dire) grasso che cola.

favorire la ristrutturazione degli immobili esistenti con un mix di agevolazioni ed esenzioni fiscali.

incentivare l’uso di energie alternative (pannelli solari, fotovoltaico, ecc.). Mi pare che paesi come l’Austria, la Germania e addirittura la Svezia (dove il sole è poco più che un miraggio), ne facciano rispettivamente uso 8 volte, 4 volte ed una volta e mezzo superiore all’Italia. Già oggi l’uso dell’energia solare per il riscaldamento dell’acqua risulta conveniente.

Incentivare l’uso di caldaie condominiali. Oggi avviene il contrario; la prima cosa che un acquirente chiede è :”c’è il riscaldamento autonomo?” In questo modo si vuole pagare solo in proporzione ai propri consumi effettivi. Pochi sanno che esistono caldaie che, pur servendo tutto un condominio, consentono di registrare (e quindi imputare) i consumi effettivi di ciascuno.

Queste politiche, oltre a contribuire a ridurre in modo drastico e permanente l’inquinamento ambientale, potrebbero favorire un consistente rilancio di alcuni comparti industriali. L’edilizia è un volano tradizionale.

È bene che questi obiettivi costituiscano un punto cardine del programma elettorale.

Claudio MONICA

 


       



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