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15 Settembre, 2002
Piccola Media Industria. Serve un patto per lo sviluppo di G.C.Storti
E la giunta Salini che farà? Per il momento pare che nulla si muova e la curva della crisi si orienta sempre di più verso il basso.

Piccola Media Industria. Serve un patto per lo sviluppo

E’ noto che la PMI è la spina dorsale della nostra economi. Anche in Europa e nel mondo il sistema produttivo e le leggi della globalizzazione hanno portato al moltiplicarsi della PMI , più flessibile, meglio in grado di adagiarsi nelle pieghe del mercato.
Il tessuto imprenditoriale e' costituito da una rete fittissima di piccole e medie imprese.

Oggi i problemi che attanagliano la pmi sono essenzialmente tre:
-la stretta creditizia operata dalle banche;
-i ritardi dei pagamenti da parte degli enti locali e dello Stato;
-la burocrazia e l’assenza di misure di sostegno.

La stretta creditizia operata dalle banche

In questo periodo assistiamo al botta e risposta tra banche e imprese in tema di accesso al credito. I finanziamenti alle imprese, come certificato all'ultimo rapporto dell'Abi ( associazione bancaria italiana) , sono infatti calati dello 0,2% sullo stesso periodo 2008. È la prima volta che accade dopo diversi mesi di crescita.
Ma secondo l'Abi questo non dipende da una restrizione dei criteri per la concessione dei finanziamenti da parte degli istituti di credito. La domanda è calata - scrive l'associazione bancaria - per via della contrazione dei “nuovi investimenti da parte delle imprese”.
Non si fa attendere la replica del Centro Studi Confindustria. “La stretta creditizia in Italia - si legge nella nota confindustriale - c'è ed è arrivata addirittura prima della recessione. Si tratta - scrive il di una stretta selettiva del credito alle imprese e, in minor misura, alle famiglie. Una stretta che infatti ha preceduto la contrazione di investimenti e consumi”.

I ritardi dei pagamenti da parte degli enti locali e dello Stato

Ammonta a 70 miliardi la somma dei crediti non pagati dalla P.A.
E’ questa la situazione denunciata dal mondo della pmi . Una situazione allarmate e che rischia di causare il fallimento di numerose aziende, strozzate proprio dal mancato pagamento degli enti locali. Lavori ordinati e consegnati per i quali le imprese hanno anticipato il costo delle materie prime e quello del personale.
Nella situazione di crisi, con la stretta creditizia operata dalle banche, il mancato pagamento da parte dello Stato, oggettivamente peggiora la situazione.
La denuncia della Marcegaglia è netta e forte:”trovarsi in una situazione in cui lo Stato dovrebbe essere il primo pagatore non paga o paga con ritardi biblici è una situazione inaccettabile".


La burocrazia e l’assenza di misure di sostegno

E’ noto che le procedure burocratiche e le varie competenze non aiutano l’impresa. In tale contesto per invertire la rotta si moltiplicano le iniziative per l’apertura di “ sportelli per le imprese”.
Lo sportello per le imprese e le attività produttive permette di usufruire dei servizi e certificati antimafia, di assistenza e promozione economica alle imprese.
In genere “lo sportello” non si limita solo all’erogazione di servizi sulle certificazioni, vidimazioni e CSN ma stabilisce una stretta collaborazione tra Enti in materia di programmazione e di marketing territoriale e sulla formazione ecc.



La via d’uscita: un sistema di nuovo patto per lo sviluppo a livello territoriale e nuove risorse

La politica deve intervenire , dichiara Confindustria , auspicando che sul fondo di sostegno alle piccole e medie imprese trovino riscontri nei fatti.
Insomma anche il mondo imprenditoriale suona la campana e denuncia le debolezze delle politiche governative e del ministro dell' Economia Giulio Tremonti.
Marcegaglia, Presidente della Confindustria , dichiara fra l’altro: “Lo chiediamo da mesi, abbiamo fatto una moratoria sui crediti. Ora, in questa fase della crisi, serve un fondo a capitale pubblico e privato che aiuti ad aumentare il capitale delle imprese. Ci aspettiamo anche alcuni sgravi fiscali che incentivino le imprese e le banche a partecipare a questo fondo. Non c'è una contrapposizione tra il partito della spesa e quello del rigore perché è possibile unire le due cose”.
Insomma questo periodo di crisi, anche dal punto di vista degli industriali, abbisogna di un Stato che sia in grado di regolare al meglio l’economia.
Non è questo un ritorno allo Stato totalizzante- regolatore dell’economia- ma , di fronte alla globalizzazione, di una struttura politica amministrativa in grado di determinare le condizioni per rilanciare un sistema di nuovo patto per lo sviluppo a livello territoriale ma con risorse aggiuntive.

Conclusione

La giunta Giuseppe Torchio, assieme alle organizzazioni sindacali ed ai vari soggetti imprenditoriali ha lavorato in questa direzione siglando delle intese “ del patto provinciale territoriale dello sviluppo”.

E la giunta Salini che farà? Per il momento pare che nulla si muova e la curva della crisi si orienta sempre di più verso il basso.

Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it

cr 20 novembre 2009

 


       



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