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 Il Punto

15 Settembre, 2002
L' agroalimentare resiste alla crisi di Gian Carlo Storti
Il futuro è nell’agricoltura biodinamica e nella ridefinizione di nuovi rapporti con le industrie di trasformazione.

Agroalimentare resiste alla crisi di Gian Carlo Storti
Il futuro è nell’agricoltura biodinamica e nella ridefinizione di nuovi rapporti con le industrie di trasformazione.

Il settore alimentare, per Auricchio, industriale cremonese e Presidente della Federalimentare, resiste alla crisi
Rallentano i consumi e la produzione, ma, nonostante la crisi, cresce l'export (+10%): questo il quadro in chiaro-scuro del settore alimentare.
I prezzi al consumo dell'alimentare lavorato sono ancora in diminuzione , la marca continua a essere punto di riferimento per 7 italiani su 10, mentre il binomio servizio e salute continua a incontrare il favore dei consumatori anche in un periodo di tagli al budget familiare.
"Nonostante le difficoltà dovute alla congiuntura internazionale - ha spiegato Auricchio - l'industria alimentare si conferma secondo settore produttivo del Paese con un fatturato pari a 120 miliardi di euro dei quali l'export, a quota 20 miliardi di euro, rappresenta il 16,7%, con una crescita in valore di quasi il 10% sul 2007".
Per Auricchio, va sottolineata inoltre la solidità dell' espansione commerciale del settore: i tassi di crescita nell'ultimo decennio sono oscillati costantemente, in valuta, tra il +6% e il +8%; le esportazioni del settore alimentare, nell'arco 2000-2008, sono così aumentate complessivamente del +60% in valuta, contro il +41% dell'export totale nazionale. Il modesto incremento del fatturato delle vendite non ha coperto l'inflazione, per cui i volumi in molti casi hanno sofferto.

Tutto bene quindi…!!! Non proprio.

Fra i temi sollevati dalla Federalimentare non manca quello della stretta creditizia conseguente alla crisi dei mercati finanziari, un problema che si fa sentire in misura anche maggiore nelle piccole e medie industrie, che rappresentano la gran parte del tessuto produttivo in campo agroalimentare. In Italia si contano in questo settore 6500 aziende che occupano, senza considerare l'indotto, ben 400mila dipendenti Il 2009 però non ha potuto contare su risultati altrettanto positivi. Infatti i dati noti relativi primo trimestre, l'industria alimentare può vantare una flessione molto più contenuta (-4%) rispetto al crollo del settore industriale nel suo complesso (-21%).

Uno scenario problematico.
Alcuni settori più accorti però fanno notare uno scenario problematico.
Infatti in questi ultimi anni assistiamo all’aumento delle contraffazioni alimentari.
Lo stesso Governo quindi si pone il problema della lotta a tutto campo contro le contraffazioni alimentari. In tale contesto molto pericolose appaiono le verdure agli ormoni ecc.
Le associazioni di consumatori stimolano alla nascita di nuovi strumenti di tutela.
"Pochissimi sanno che nel corso degli ultimi decenni si è verificato in agricoltura il fatto che tutti i prodotti di cui ci nutriamo stanno degenerando, e lo fanno con un ritmo straordinariamente veloce"
( dichiarazione del 20 giugno 1924 di Rudolf Steiner, uno dei primi studiosi dell’agricoltura biodinamica) .

L’Agricoltura Biodinamica.

Ecco che una parte del futuro viene qui di oggi ridisegnato dallo studio della Agricoltura Biodinamica.
Numerosi sono in convegni su questi temi.
Se l’ agroalimentare oggi resiste alla crisi il suo futuro sta nel capire nuovi processi e la capacità di legare lo sviluppo industriale alla agricoltura biodinamica.

Che cosè l’agricoltura biodinamica ?
L’Agricoltura Biodinamica è la nuova agricoltura che lavora per la fertilità della terra e la qualità degli alimenti. E’ nata nel 1924 ed è applicata da numerose aziende di ogni estensione e tipologia
Essa parte dal fondamento che l’azienda agricola è un vero e proprio organismo vivente a ciclo chiuso, inserito nel più grande organismo vivente cosmico, alle cui influenze soggiace. L’agricoltore biodinamico conosce tali influenze e conseguentemente adotta un metodo pratico che le favorisce, col risultato di avere terreni fertili e vitali e prodotti salubri.
È un apporto di conoscenze che si offre a integrazione della cultura agronomica ufficiale, determinandone il rinnovamento in uno spirito più etico ed estetico e che favorisce una nuova professionalità dell'agricoltore, cosciente e corresponsabile.
Governare la natura, l'ambiente, l'agricoltura come bene collettivo. Conoscere la natura e lavorare in sintonia con le sue complesse manifestazioni. In questo momento storico in cui l'uomo e il pianeta soffrono per i danni dello sfruttamento e dell'inquinamento, diventa ancora più necessario promuovere attività etiche e morali mirate alla salvaguardia della salute dell'uomo e dell'ambiente, attraverso azioni di sensibilizzazione verso i consumatori, informando il mondo agricolo, offrendo metodi di rigenerazione e guarigione del suolo.

Di questi temi si è occupato un convegno, organizzato dall'Associazione per l'Agricoltura Biodinamica, da anni impegnata su questo fronte con risultati esemplari,a Sabaudia, all'Oasi di Kufra alla fine del novembre 2009

Organizzato in collaborazione con Demeter (Associazione per la tutela della qualità biodinamica in Italia), è stato un momento di incontro e di scambio di esperienze per chi lavora, a vari livelli e in vari ambiti, nel campo dell'agricoltura biologica e biodinamica.

Molti sono stati gli argomenti trattati. Ne evidenzio un elenco ragionato che evidenzia come questa materia sia davvero complessa ma allo stesso tempo affascinante.

-Agricoltura sociale e partecipativa.
Sono state costituite realtà e situazioni dove si sono create filiere produttive che vedono lavorare insieme ricercatori, universitari, agricoltori, trasformatori, centri di educazione professionale, istituti di recupero, comunità Camphill e centri per bambini e adolescenti con problemi sociali; con popolazioni marginali in Africa e nel mondo.

-Filiera corta, GAS, Economia e mercato.
All'impegno che gli agricoltori biodinamici e biologici mettono nel loro lavoro e nel rapporto con la terra e l'ambiente, con la vita, non corrisponde un mercato adeguato. Come inadeguato è il calcolo dei costi di un prodotto di qualità valutato alla stregua di uno convenzionale, senza tenere conto dei benefici che un metodo agricolo quale quello biodinamico garantisce sulla fertilità della terra in termini di humus, sul controllo delle emissioni di CO2 e quindi sui cambiamenti climatici, sulla prevenzione dell'erosione dei terreni, sulla salvaguardia del paesaggio, sulla salute dell'uomo e degli animali. Il mercato è in crisi, la distribuzione e la vendita nei negozi di prodotti biologici e biodinamici rappresenta un costo spesso considerato alto dal consumatore; per i produttori prezzi sempre più bassi imposti da un mercato inquinato da cartelli lobbistici imposti dalle industrie agroalimentari.

-Gli additivi negli alimenti convenzionali e il dramma degli OGM per l'uomo e la terra.
La concimazione con i nitrati di sintesi ha permesso un aumento significativo delle rese, ma a costi energetici e ambientali elevati, con preoccupanti effetti secondari sulla salute dell'uomo e degli animali (allergie, malattie degenerative, cardiopatie, ecc.).

-Prospettive per una nuova alimentazione
L'uomo e le piante coltivate si evolvono insieme da più di 10.000 anni. L'esistenza delle piante coltivate, quindi, è legata alla cura da parte dell'uomo e, viceversa, lo sviluppo superiore dell'uomo è legato alla pianta coltivata. Essa costituisce un'eredità culturale che viene trasmessa di generazione in generazione ed è quindi un bene culturale invendibile.

-La ricerca sulla qualità dei cereali
In Italia Pane e pasta, base della nostra alimentazione, vengono sempre più spesso indicati tra le causa di insorgenza di malattie quali allergie, diminuita capacità digestiva, intolleranza, ecc. che colpiscono anche e soprattutto le giovani generazioni. Da alcuni anni anche le università italiane sono impegnate nella ricerca e selezione di varietà di cereali adatti all'habitat di produzione - garanzia per una maggiore resistenza alle malattie e ai cambiamenti climatici

-La qualità del latte
Si osserva con preoccupazione la crisi del mercato del latte convenzionale. Si vedono trattori per le strade e contadini che distruggono il latte. Ma pochi parlano di qualità. Latte e latticini sono alimenti sempre più vietati da medici e alimentaristi, ma nessuno dice che le cause sono da far risalire al tipo di allevamento, all'alimentazione degli animali.

-Vino da uve biodinamiche
Molti viticoltori in Italia stanno scoprendo la biodinamica per la qualità e la conservabilità dei suoi prodotti e il vino biodinamico è considerato tra i migliori al mondo.

-SlowFood è con la qualità biodinamica.
L'attenzione di SlowFood al metodo biodinamico e alla qualità che questa sa garantire ai suoi prodotti e alla gestione del territorio data diversi anni.

E’ quindi necessario non fermarsi all’oggi, ai soli dati di fatturato. In gioco non sono solo i bilanci positivi dell’azienda ma la qualità della vita. Necessita quindi una nuova alleanza fra industria ed agricoltura che permetta di mettere al centro sia la qualità delle materie prime utilizzate che dei prodotti trasformati e messi sul mercato.

Gian Carlo Storti.
storti@welfareitalia.it

 


       



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