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15 Settembre, 2002
Bankitalia rilancia l' allarme sull'occupazione. Di Gian Carlo Storti
E’ Gugliemo Epifani, segretario generale della Cgil a lanciare l’idea di una manifestazione nazionale in difesa dell'occupazione per il prossimo 14 novembre.

Ancora un allarme sull'occupazione. Bankitalia: la crisi si è arrestata, e la disoccupazione può frenare la ripresa. Di Gian Carlo Storti
E’ Gugliemo Epifani, segretario generale della Cgil a lanciare l’idea di una manifestazione nazionale in difesa dell'occupazione per il prossimo 14 novembre.
La crisi globale sta aprendo autentiche voragini nei bilanci pubblici dei principali Paesi nei quali il debito pubblico è in forte crescita. Italia compresa.
Bankitalia: la crisi si è arrestata, e la disoccupazione può frenare la ripresa Ancora un allarme sull'occupazione.
A lanciarlo è stato il Bollettino economico della Banca d'Italia che segnala come nel secondo trimestre dell'anno siano stati persi 500mila posti rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Bankitalia sottolinea come si sia intensificato il ricorso alla Cassa integrazione, avvertendo che a questo punto la ripresa non è al riparo dai rischi visto che i consumi possono tornare a ristagnare per l'aumento dei senza lavoro.
Le imprese italiane, per di più, in questo periodo accusano una perdita significativa di produttività e competitività. "La recessione mondiale si è arrestata e si sta ora profilando una ripresa, in larga parte grazie al sostegno delle politiche economiche espansive adottate nei principali Paesi".
Poi raffredda i facili entusiasmi: "Secondo le previsioni degli organismi internazionali, tuttavia la ripresa si presenterebbe con ritmi contenuti fino al prossimo anno: nel 2010 la crescita mondiale si collocherebbe in media attorno al 3%; quella dei paesi avanzati appena al di sopra dell'1%".
C'è il rischio che con il venir meno degli stimoli fiscali e monetari, e una volta esaurito il ciclo di ricostituzione delle scorte, la domanda privata possa tornare a ristagnare, frenata in molte economie da una disoccupazione elevata e crescente, dalla limitata disponibilità di credito e dall'esigenza delle famiglie di risanare i propri bilanci".
Insomma Bankitalia boccia le politiche del Governo: adottare politiche di vecchio stampo, basate sul taglio della spesa, non farebbe che accelerare il calo del reddito e dell'occupazione .
Gli interventi di spesa che gli Stati hanno messo in campo, in meno di un anno, per fronteggiare la crisi finanziaria e le pesanti ripercussioni sull'economia reale proiettano un'ombra lunga sul quadro macroeconomico e sociale di medio termine, che si prefigura preoccupante.
Per la stessa Confindustria migliorano le stime del Pil ma anche se l'Italia ha riagganciato la ripresa globale la Ue invita a fare più attenzione ai conti pubblici.
Secondo la Confindustria, la ripresa si estende e si consolida, anche se nel manifatturiero i livelli di attività rimangono molto lontani dai valori pre-crisi, soprattutto nei settori dei beni di investimento. L'analisi del Centro studi confindustriale rivede al rialzo per l'Italia le stime sul Pil rispetto alle precedenti con un -4,5% nel 2009 e una crescita di oltre l'1% nel 2010 (la stima di un mese fa era di -4,8% per il 2009 e +0,8% per il 2010). "L'Italia - spiega il Centro studi - ha agganciato il rilancio internazionale, come testimonia il deciso recupero della produzione industriale nel terzo trimestre, che diventerà più lento in autunno, stando alle attese delle imprese".
Per Confindustria "la caduta della produttività ha penalizzato i margini di profitto delle aziende manifatturiere tedesche, francesi e italiane, mentre quelle americane hanno adeguato rapidamente l'impiego di lavoro alla diminuzione del fatturato e sono pronte a riavviare gli investimenti".
Ma a preoccupare è l'occupazione che se non invertirà la tendenza frenerà il rilancio dell’economia del nostro paese.
In Italia del resto , restano le difficoltà del credito.
Infatti le banche saranno ancora più prudenti di fronte ai conti in rosso dei clienti e non vorranno soddisfare il fabbisogno delle aziende
In questo contesto a sostenere l'occupazione e' "soprattutto l'operare della CIG, dato che i cassintegrati formalmente non perdono il posto di lavoro. Sommando ai disoccupati l'equivalente di forza lavoro delle ore erogate di CIG, il tasso di disoccupazione italiano risulta dell'8,6% nel 2° trimestre".
In tale contesto le divisioni del mondo sindacale si acuiscono. Il contratto dei metalmeccanici , firmato solo dalla Cisl e Uil, è un segnale di ulteriore difficoltà del mondo del lavoro di fronte alla crisi.
Le politiche economiche del Governo sono quindi di fatto “ contestate” sia dalla Confindustria, da Bankitalia e dal sindacato maggiormente rappresentativo, la Cgil .
E’ Gugliemo Epifani, segretario generale della Cgil a lanciare l’idea di una manifestazione nazionale in difesa dell'occupazione per il prossimo 14 novembre.
Una iniziativa per "portare al centro dell'attenzione la condizione del lavoro" e "dare un segno di visibilità forte di cosa vuol dire avere la fabbrica chiusa, lavoratori licenziati e precari che non sanno dove sbattere la testa".
La manifestazione, spiega Epifani, nasce dalla valutazione che "il governo non fa tutto quello che bisogna fare. Abbiamo problemi enormi nei settori, nel mezzogiorno e in molte aziende".
Il leader della Cgil dice che "i lavoratori si sentono soli perché la politica e giornali non parlano dei loro problemi come un tempo". E pur riconoscendo che talvolta i cortei disturbano i cittadini, conclude sottolineando la necessità di "riportare al centro dell'opinione pubblica la situazione di chi perde il lavoro. Deve diventare il punto fondamentale in questa stagione".
Una analisi molto pessimista sul futuro ed una risposta forte di mobilitazione. Lo scenario di divisione del mondo sindacale sembra ripetersi: da un lato la Cgil che programma da sola forti iniziative di protesta nei confronti del Governo e dal’altro la Cisl e la Uil che esprimono invece una diversa valutazione !!

Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it

 


       



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