15 Settembre, 2002
Bersani diventa Segretario Nazionale del PD ma Rutelli lo lascia. ( di G. C. Storti)
Francesco Rutelli non è un avversario ma un nostro interlocutore.
Bersani diventa Segretario Nazionale del
PD ma Rutelli lo lascia. ( di G. C. Storti)
Francesco Rutelli non è un avversario ma
un nostro interlocutore.
Bersani viene confermato dalle Primarie come
Segretario Nazionale del PD. Con una bella
lezione di stile sia Franceschini che Marino
gli riconosco la vittoria e si mettono a
disposizione.
Questi tre milioni di votanti hanno ridato
slancio al PD. Lo scandalo Marazzo ha solo
sfiorato il voto. Quel ciarpame è rimasto
fuori. La politica ha bisogno d’altro.
Come tutti i militanti del PD spero che ora
i leader massimi la smettano di litigare
ed operino per il rilancio del PD.
Io che ho votato e sostenuto Franceschini
credo che adesso le diatribe siano finite
e che necessiti una forte volontà per ricercare
le condizioni di una piattaforma unitaria
di rilancio del partito.
Bene ha fatto Bersani a sottolineare che
la priorità massima è ora il lavoro e che
la nostra battaglia di opposizione al Governo
deve parlare ai ceti sociali più deboli.
La discussione su chi farà il Presidente
del PD non mi appassiona più di tanto. Si
è fatto il nome di Prodi. Ma sono molto perplesso.
Se Presidente ci dovrà essere che sia una
donna. Rosy Bindi mi pare possa essere la
persona più adatta.
Anche in Europa si sente una nuova brezza.
Dopo, finalmente, l’approvazione del trattato
di Lisbona si dovrà procedere alla nomina
sia del Presidente della UE che dell’ Alto
rappresentante per la Politica estera e di
sicurezza dell'Unione Europea ( entrambi
per quattro anni).
A sorpresa il gruppo Socialisti e Democratici
Europei avanzano la proposta di Massimo D’Alema.
Questa indicazione significa per lo meno
che il PD a livello europeo è fortemente
considerato.
Del resto gli atteggiamenti di disponibilità
del Governo Italiano non possono non tener
conto di questo fatto importante.
Però non tutto volge al bello. Ed a poche
ore dall’esito delle primarie Francesco Rutelli
annuncia che lascerà il PD.
In un intervista rilasciata al Corriere della
Sera dichiara che sospendendo l’attività
della Margherita la stessa aveva posto ,
per la nascita del PD, tre condizioni e precisamente:
“ niente approdo nel socialismo europeo;
ma siamo finiti lì. Basta collateralismo,
basta vecchie cinghie di trasmissione tra
politica, corpi sociali, interessi economici;
ma le file organizzate di pensionati Cgil,
alle primarie, dimostrano che non ne siamo
fuori. Pluralismo politico; ma anziché creare
un pensiero originale, si oscilla tra babele
culturale e voglia di mettere all’angolo
chi dissente. La promessa, dunque, non è
mantenuta: non c’è un partito nuovo, ma il
ceppo del Pds con molti indipendenti di centrosinistra”
Sicuramente uno strappo è sempre un problema.
Però credo che nei confronti di Francesco
Rotelli il PD debba avere un atteggiamento
di dialogo e non di contrapposizione. Rotelli,
come per altri versati ‘UDC, non sono i nemici
da battere. L’UDC e questa area di centro,
che Rutelli potrebbe interpretare, sono infatti
degli interlocutori che ci possono consentire
di costruire utili alleanze per le regionali
ed in prospettiva come alternativa a Berlusconi.
Quindi credo che l’atteggiamento nei confronti
di questi amici che lasciano non debba essere
quello di considerarli “ traditori” ma interlocutori.
Infine credo che debba essere sottolineato
il ruolo importane che ha svolto Franceschini
in questi mesi. Ha preso in mano un PD quasi
alla frutta e l’ha riconsegnato a Bersani
con una partecipazione alle primarie di circa
3 milioni di persone. Non male.
Il nuovo PD riparte quindi da qui! Grazie
Franceschini.
Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it
Cremona 1 novembre 2009
 
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