15 Settembre, 2002
1° maggio 2006...festa del lavoro e dei lavoratori... di G.C. Storti
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
1° maggio 2006...festa del lavoro e dei lavoratori...
Europa :apre le porte ai lavoratori dei nuovi
Stati membri.
I deputati europei chiedono ai paesi della
vecchia Europa di abolire le restrizioni
alla libera circolazione dei lavoratori
Il vicepresidente della Commissione parlamentare
Occupazione e Affari Sociali, Antonio Panzeri,
rende noto, che si dichiara contrario "all'idea
che paesi come l'Italia possano prendere
in considerazione una proroga fino al 2009";
a suo avviso, quindi, "il superamento
delle misure transitorie è scelta giusta
e necessaria".
Sulla base dei trattati di adesione, gli
Stati membri hanno tempo fino al 30 aprile
per decidere se abolire le restrizioni nazionali
alla libera circolazione dei lavoratori all'interno
dell'UE.
Tali restrizioni, applicate dai vecchi Stati
membri (ad eccezione di Irlanda, Svezia e
Gran Bretagna) ai paesi dell'Europa Centrale
ed Orientale a partire dal 1 maggio 2004,
data dell'allargamento, possono essere mantenute
per un periodo massimo di 7 anni, diviso
in 3 periodi (2+3+2 anni). Se da una parte
alcuni Stati, come Finlandia, Spagna e Portogallo,
hanno già annunciato l'imminente soppressione
delle restrizioni, altri paesi, in particolare
l'Italia, la Germania, l'Austria, la Danimarca
e la Francia, hanno deciso di prolungare
tali misure.
Nel corso della plenaria di aprile gli europarlamentari
hanno votato, al riguardo, la relazione dell'ungherese
Csaba Ory; il provvedimento mira a garantire
la parità di trattamento ai lavoratori migranti
e a scoraggiare il lavoro nero. Dal momento
che la libera circolazione dei lavoratori
è una delle quattro libertà fondamentali
del mercato interno, nonché l'espressione
della solidarietà fra l'UE4 a 15 ed i nuovi
Stati membri, i deputati invitano gli Stati
membri ad abolire le misure transitorie attualmente
in vigore o, quantomeno, a non prolungarle
oltre il 2009.
L'Italia ha fatto sapere che le misure di
restrizione saranno confermate almeno fino
al 2009 ma, da maggio, le quote annuali dei
lavoratori ammessi aumenteranno da 75 mila
a 170 mila.
Dal punto di vista dei paesi dell'Europa
centrale ed orientale invece, appare assolutamente
normale chiedere che siano aperte, a due
anni dal loro ingresso nell’UE, le frontiere
ai propri lavoratori. Ci sembra pertanto
nei diritti dei deputati polacchi di rivolgersi
ai parlamenti dei paesi dell'UE per chiedere
l'apertura completa del mercato del lavoro;
in Polonia, uno dei grandi stati membri,
il tasso di disoccupazione si aggira intorno
al 18%, attestandosi come il più elevato
di tutta l'Unione.
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L’Italia è una Repubblica democratica fondata
sul lavoro.
Carlo Ghezzi, Presidente Fondazione Di Vittorio,
in un significativo articolo , pubblicato
su Rassegna Sindacale ci ricorda, che “L’Italia
è una Repubblica democratica fondata sul
lavoro. L’affermazione che apre la nostra
carta costituzionale rappresenta l’approdo
più alto al quale è giunta la democrazia
italiana nel secolo che abbiamo alle spalle.....
Quell’approdo così significativo fu raggiunto
grazie al contributo delle forze del lavoro,
agli scioperi attuati nel marzo del 1943
e del 1944 che diedero un colpo poderoso
al fascismo. La guerra aveva messo in luce
tutte le debolezze del regime. I lavoratori,
assumendo quelle clamorose iniziative, svolsero
una funzione determinante per il destino
del paese. Quelle grandi lotte di massa,
le uniche con tale carattere nell’Europa
governata dai nazi-fascisti, crearono i presupposti
per la crisi del 25 luglio del 1943, la destituzione
di Mussolini, l’armistizio con gli alleati
anglo-americani, l’avvio della Resistenza.
Oltre 12.000 lavoratori hanno pagato la loro
partecipazione a quelle scelte con la deportazione
nei campi di sterminio tedeschi. Quasi nessuno
di loro è tornato vivo.
Il lavoro fu dunque, in quella difficile
fase storica, uno dei pochi soggetti idonei
a una legittimazione democratica e nazionale
di un paese che si sedette ai tavoli di trattativa
circondato da profonde riserve e con pochi
titoli di credito tra le mani. La Resistenza
e il lavoro permisero a De Gasperi di sedersi
con dignità al tavolo della pace a Parigi
nel 1947, nonostante l’Italia fosse stato
uno dei paesi promotori della guerra.
Sessanta anni fa, il 2 giugno del 1946, gli
italiani, chiamati al referendum istituzionale,
scelsero la Repubblica contro la monarchia
ed elessero l’assemblea costituente che elaborò
e promulgò la Costituzione. Uomini come Giuseppe
Di Vittorio, Achille Grandi, Oreste Lizzadri,
i segretari generali della Cgil rifondata
nel 1944 dal Patto di Roma, diedero in tal
sede il loro appassionato e prezioso contributo.
La Costituzione fu un compromesso istituzionale
nel quale la dignità del lavoro, riscattata
dal valore di merce, divenne garanzia della
rinascita democratica del paese e fattore
dello sviluppo complessivo della società
".
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«Bisogna scegliere tra vivere la vita e raccontarla».
Così ha scritto Sartre, consapevole del carattere
precario dell’esistenza ma anche del valore
specifico di ciascuna vita umana. La precarietà
è il segno distintivo di chi è giovane oggi.
I ragazzi, dai vent’anni in poi, ci si scontrano
ma anche vi si abituano. Abbiamo negli occhi
la rabbia dei francesi che non hanno fatto
passare le norme sul primo impiego di monsieur
de Villepin. Una vita da "precari"
che crea una generazione di indecisi e di
eterni , presunti, adolescenti. Interessante
è un saggio , appena pubblicato nel nostro
Paese da Mondadori: «Preparati, la vita comincia»,
scritto dal pediatra americano Mel Levine,
che nel sottotitolo promette «come aiutare
un adolescente a trovare se stesso e diventare
adulto». «La vita aggredisce i ragazzi -
sottolinea Levine - Se non riusciremo ad
applicare strategie nuove per aiutarli a
prepararsi, saranno costretti a prendere
quello che possono. Dovranno accontentarsi
di molto meno di quanto non meritino».
Ecco quindi che la festa del 1° maggio va
celebrata anche in questa ottica. Diventa
necessario, indispensabile che il nuovo Governo
si impegni a modificare le norme sul lavoro
precario divesamente si continunerà a dire
e scrivere che " i giovani non sanno
crescere. La colpa del mondo che li respinge
e dei genitori che se li tengono ".
Invertiamo la rotta..ed in fretta. per evitare
che i giovani alla fine siano coscretti a
scelgliere la mamma in vece dei sogni di
plastica.
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Premio 'Impresa' a due immigrati
La prima edizione di "Impresa"
Solidale ha i suoi vincitori. Si tratta di
due giovani extracomunitari che si sono distinti
nel mondo del lavoro riuscendo ad integrarsi
ed a realizzare i propri obbiettivi,emergendo
dal precariato e dalle condizioni di disagio,
integrandosi nella città. Saranno premiati
il 29 aprile nel corso della Mostra dell'Artigianato
che si svolge a Firenze ,alla Fortezza da
Basso .Il premio rappresenta il riconoscimento
della città di Firenze in occasione della
festa dei lavoratori del 1 maggio ed è istituito
dall'assessorato alle politiche del lavoro.Un
piccolo grande segno di integrazione.
storti@welfareitalia.it
* articolo pubblicato su il settimanale "
Il Piccolo" giornale di Cremona e Provincia
di sabato 29 aprile 2006
 
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