15 Settembre, 2002
P.D.: Parisi, l’eccesso di accordo frena il processo
*Se ci sono rapporti svolti sempre alla luce del sole sono proprio quelli tra me e D’Alema nel consenso e nel dissenso ......
“Se ci sono rapporti svolti sempre alla luce del sole sono proprio quelli tra me e D’Alema nel consenso e nel dissenso. Consensi e dissensi che non sono mai stati di carattere personale, ma di natura nitidamente politica. Ma anche i contrasti più aspri non hanno mai messo in dubbio i fondamenti della nostra comune ispirazione riformista. Anzi, per certi versi li hanno rafforzati. La sintonia e la concordia che hanno connotato la nostra collaborazione in questo passaggio sta da sola a dimostrare che dodici anni di Ulivo non sono passati invano”.
Lo afferma in un’intervista a ‘L’Espresso’ da venerdì 1 settembre in edicola, il ministro della Difesa Arturo Parisi, in merito al nuovo ‘feeling’ con Massimo D’Alema.
La troika Prodi-D’Alema-Parisi guiderà anche il Partito democratico? “La troika di cui parlano i giornali è limitata a un compito di governo. Anche se sul Libano con Prodi i cavalli chiamati a tirare il carro siamo stati io e D’Alema, non posso dimenticare che a tirare il carro del governo di cavalli ce ne sono altri ventidue, ognuno determinante”.
Sul partito democratico, su cui tanto si era discusso, Parisi sottolinea che “ci siamo lasciati con la prospettiva di un seminario che avvierà il confronto culturale che avevo auspicato”.
“Sono sicuro che arriveranno preziosi stimoli: ma se dicessi che la tensione politica in corso è adeguata all’obiettivo direi una bugia. È difficile negare che in questi mesi gli impegni di governo, se non distratto, ci hanno assorbito oltre le nostre stesse previsioni”.
“Forse è l’eccesso di accordo - aggiunge - a frenare il processo. A volte sento affiorare l’argomento che affossa i fidanzamenti infiniti. Perché sposarsi, se si sta così bene così? Poi il tempo passa e non solo il matrimonio svanisce, ma il rinvio di ogni progetto di vita allontana il futuro e consuma pian piano il passato. Per questo dico che non si può continuare a lungo così. È bene che il tempo delle decisioni si avvicini”.
Parisi dice anche di condividere “la nuova riflessione di Rutelli: l’insistenza che il Partito democratico, pur nella continuità dell’Ulivo, debba essere un partito nuovo, chiamato a dare risposte nuove a problemi nuovi, non la continuazione di nessuno dei partiti promotori, e neppure la federazione dei partiti esistenti. Se svolgerà questa linea Rutelli non può che avere il mio sostegno”.
Sulla leadership e il ‘bisogno’ di un salto generazionale, afferma che “è evidente a tutti che in un paese in cui sono considerati giovani i cinquantenni c’è qualcosa che non va. Da qui ad immaginare processi di ricambio a tavolino ci passa molto. Anche perché in politica è difficile che la leadership venga conferita dall’alto”.
31-08-2006
da www.margheritaonline.it
 
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