15 Settembre, 2002
La *tessera di scopo* del partito che non c'è
Una lettrice scrive a Corrado Augias su Repubblica
Caro Augias,
il Suo giornale nei giorni scorsi, sia sulla cronaca di Torlno sia nelle pagine nazlonali, ha pubblicato alcunl articoli sulla proposta fatta dal Vlcepresidente del Conslglio regionale del Piemonte Roberto Placido al suo partito, i Ds, di promuovere I'adesione o anche una tessera di scopo per ll Partlto Democratlco.
Sono una ragazza da sempre appassionata di politica e mi trovo pienarnente d'accordo con I'inizlativa; la nascita del Partito Democratlco potrebbe esaere una vera grande novità nel panorama nazionale e finalnente aprirebbe spazi politici nuovi, in partlcolar modo per chi come me può definirsi ancora "giovane". La creazione di un nuovo soggetto politico, che non sia solo fusione tra Democratici di Sinistra e Margherita, sicuramenle non sarà un processo facile, considerata la difficoltà di coniugare tradizloni ed esperienze diverse.
Sicurarnente il nuovo soggetto avrà il conrpito difficile di trovare forrne di organizzazione e linguaggi innovativi, che possano ridare vigore a una passlone politica che ormai vedo spenta nelle persone che mi circondano. Un partito che possa coinvolgere il numerosissimo popolo delle primarie e gll elettori che fino ad oggi non hanno avuto modo dl esprimere pienamente le proprie competenze e che spesso trovano forti difficoltà di dialogo con la politica tradizionale, non può che essere salutato come una svolta positiva nel panorama ltaliano.
da La Repubblica del 07.09.2005 da pag. 18
Laura Raimondi
Torino - lau.raimondí@qmail. com
Ho letto anch'io la notizia, mi ha incuriosito la tessera di scopo, cioè I'adesione preventiva ad un partíto che non esiste. Mí sono un po' informato e, se ho capito bene, mi pare che la cosa abbia suscitato notevole interesse e una certa resistenza.
Interesse da parte di persone che potremmo definire grosso modo (come fa anche Ia signora Raimondi) 'popolo delIe primaríe', quelle fiIe ai 'seggi', quella voglia di esserci, di dare qualche euro come segno concreto di una partecipazione' che era insieme di cuore e di mente.
Resistenza soprattutto da due parti: alcuni militanti, alcuni quadri dírígenti. I militanti si possono capire, specie se non più giovanissimi. Bandiere, slogan, sezioni, foto, rituali, si conserva nei Ds l'impronta del grande partito di popolo che è stato iun Italia per quasi settant'anni il partito Comunista. Anche se i Ds ne sono ormai l'ombra, di sciogliere anche le ultime tracce deve essere per qualcuno un pensiero intollerabile.
Capisco anche i quadri dirigenti: posizionii, incarichi, esperienze, lotte, tutto un passato, per qualcuno Ia vita, che se ne va.
Ci sono anche le diffidenze da parte di entrambi i principali contraenti. Non è che quei marpioni vorranno fagociture? Non è che gli altri vorranno troppo annacquare le nostre posizioni?
Far nascere un partito è un'operazione complicata, soprattutto in tempi come questi. Se lasciamo i dirigenti a macerarsi nei loro dubbi c'è la possibiIità che non se ne esca mai. O quando sarebbe troppo tardi.
L'ídea dí Roberto Placido mi è sernbrata l'uovo di Colombo. Proviamoci ancora, come nell'ottobre di un anno fa.
Per quanto mi riguarda la sola tessera che ho avuto é stata a 20 anni quella del partito Socialista.
Quella virtuale del PD però la firmerei. Salvo vedere che cosa farne quando il partito fosse davvero nato.
Corrado Augias
c.augias@repubblica.it
 
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