15 Settembre, 2002 «Bene, ma no al partito dei cattolici» Dario Franceschini rispetta le direttive del Vaticano sui cattolici impegnati in politica e le considera «legittime
«Bene, ma no al partito dei cattolici»
«La trasversalità? Meglio lasciar perdere, meglio cercare di far valere le proprie opinioni nello schieramento di appartenenza. Altrimenti si rischia di ricreare un fittizio partito dei cattolici». Dario Franceschini rispetta le direttive del Vaticano sui cattolici impegnati in politica e le considera «legittime». Ma per il coordinatore della Margherita chi viene eletto in Parlamento ha soprattutto una parola d’ordine da rispettare, cioè la «laicità» dell’impegno politico.
Come giudica il documento della Dottrina della fede?
«Il Vaticano ha il sacrosanto diritto di poter dire ai suoi fedeli quali sono i princìpi ai quali ispirarsi. Anche se occorre ricordare che il documento in questione non riguarda solo l’Italia. Sento comunque il dovere di fare un’importante precisazione».
Quale?
«I cattolici impegnati in politica ascoltano e rispettano il magistero della Chiesa, ma poi hanno sempre la necessità e il dovere di mediare: è ciò che si chiama laicità».
Il documento vaticano chiede però un impegno trasversale per bloccare le leggi «ingiuste» o almeno per modificarle.
«Può accadere che su certi temi si costruisca di fatto uno schieramento trasversale. Ma solo quando si tratta di una somma delle coscienze. In altre parole: non può essere una regola».
Che cosa lo impedisce di fronte a leggi che riguardano l’etica?
«Dobbiamo ricordarci che i temi morali interessano tutti, non solo i cattolici. E noi, sia a destra che a sinistra, facciamo parte di coalizioni che rappresentano tante anime diverse. È giusto quindi portare avanti certe battaglie, ma i cattolici devono farlo all’interno dei due diversi schieramenti, per giungere ad una sintesi. Io lo farò all’interno dell’Ulivo, altri lo faranno nella Casa delle Libertà. Senza essere costretti a ricreare in alcune occasioni un "partito dei cattolici" che non esiste più».