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15 Settembre, 2002
Molti editori italiani sono sull’orlo del fallimento per risarcimenti in cause di diffamazione
di Philip Willan, The Guardian 16 gennaio 2003 (traduzione di Camilla Francese)

Molti editori italiani sono sull’orlo del fallimento per risarcirimenti in cause di diffamazione
Philip Willan, The Guardian 16 Gennaio 2003 (Traduzione di Camilla Francese)

C’e’ una crescente preoccupazione nella sempre maggiore influenza del primo ministro, Silvio Berlusconi, sui media, mentre una legge italiana sulla diffamazione viene usata per intimidire i giornalisti.
Recentemente sono state richieste ingenti somme per risarcimento in cause civili, un’alternativa molto popolare alle cause di diffamazione in sede penale, che richiede un’inchiesta indipendente da parte di un procuratore. Queste richieste stanno minacciando la sopravvivenza di molti giornali e di varie case editrici.
Berlusconi, l’uomo piu’ ricco d’Italia, sta facendo strada. Lui ed alcuni dei suoi piu’ vicini collaboratori, offesi dagli argomenti di due libri e di una edizione speciale di un settimanale, hanno richiesto un risarcimento di 30 milioni di sterline (45 milioni di euro) di danni dagli autori e dalle case editrici responsabili.
Se la richiesta viene accordata questo significa il fallimento di piccole testate indipendenti. In Italia, paradossalmente, e’ possibile scrivere la verita’ e dover comunque risarcire i danni in una causa civile. Le cause civili infatti non richiedono indagini investigative rigorose come i procedimenti penali.
Gianni Barbacetto, un giornalista del settimanale Diario, sta subendo numerose cause sia civili che penali da Berlusconi.
“Sono molto meno preoccupato delle cause penali, perche’ se andiamo al processo abbiamo molte probabilita’ di vincere, gia’ alcuni casi sono stati vinti o le accuse archiviate” ha detto il giornalista “sono molto piu’ preoccupato per le cause civili, dove il procedimento e’ meno garantista”.
Queste enormi richieste sono una spada di Damocle che pende sulla testa di tutta la comunita’ dei giornalisti.
“Stiamo cercando di reagire, ma molti giornalisti stanno diventando molto cauti” ha dichiarato Barbacetto.
Mentre la tiratura della sua rivista sta aumentando, gli introiti pubblicitari sono recentemente crollati. Barbacetto non e’ sicuro se questo calo e’ dovuto alla crisi economica o alla posizione dominante d Berlusconi nel mercato pubblicitario che puo’ essere usata per condizionare le starategie di mercato dei potenziali inserzionisti.
L’esempio di Berlusconi e’ stato seguito dal Cardinale Michele Giordano di Napoli, che vuole un ingente indennizzo da un giornale locale di sinistra.
La Voce della Campania, un mensile legato al movimento antiglobalizzazione., si e’ allarmato quando lo scorso novembre si sono presentati gli ufficiali giudiziari con una richiesta di pagamante da ottemperare in 10 giorni.
Fallira’ se la sentenza viene confermata. Il cardinale e’ stato accusato e poi prosciolto per usura e piu’ recentemente per peculato, mentre e’ stato condannato a 4 mesi con la condizionale per abuso edilizio.
La sua richiesta di indennizzo alla Voce della Campania non riguarda le accuse di usura, ampiamente riportate da tutti i giornali internazionali, ma quello che ha sconvolto il cardinale spingendolo a richiedere 300.000 sterline (450000 euro) di danni sono state le insinuazioni che non era appropriato da parte sua investire nel nodo ferroviario vicino alla citta’ di Nola.
Un giudice napoletano ha trovato la Voce della Campania colpevole di diffamazione per aver presentato il cardinale come “motivato da un intento mercenario e speculativo”. Il risarcimento secondo il giudice dovrebbe tener conto della posizione sociale e professional e della diffusione della diffamazione. Curiosamente un settimanale nazionale, l’Espresso e’ stato assolto dall’accusa di diffamazione per un articolo ben piu’ duro sulle accuse di usura. Un giudice romano ha sentenziato che l’articolo intitolato 'il denaro di Satana' ha danneggiato la reputazione del cardinale, ma costituisce una critica corretta alla luce dei fatti.
I giornalisti della Voce sono ora in attesa di ulteriori sviluppi e sperano che gli ufficiali giudiziari non si presentino fino al momento del processo d’appello. Gli ufficiali si sarebbero dovuti muovere subito prima di Natale, ma sono stati fermati dal crollo del tetto del loro ufficio, hanno riportato gli impiegati della Voce.
“ Il giudice ci ha condannati a risarcire 90 milioni di lire per aver scritto la verita’” ha detto Rita Pennarola, uno degli autori dell’articolo della Voce. “ Questo e’ un esempio formidabile di come funziona la legge sulla diffamazione, ma ce ne sono molti altri. E ‘impossibile continuare il mestiere di giornalista in queste condizioni”.
Tommaso Fulfaro, il segretario di articolo 21, un’associazione fondata per difendere il principio di liberta’ di espressione prendendo spunto dall’articolo 21 della costituzione italiana, considera che la legge sulla diffamazione viene utilizzata a scopo di intimidazione. Ha inoltre dichiarato che attualmente i giornalisti sono costretti a pagare risarcimenti pari ai compensi annuali della piu’ grande testata giornalistica. Esistono diversi esempi della cattiva applicazione di questa legge. Un giornalista e’ stato condannato per aver riportato le parole di un magistrato, mentre il magistrato stesso e’ stato assolto. In altri casi, l’autore di un libro e’ stato condannato ad un risarcimento per aver riportato frasi tratte da quotidiani nazionali, che non sono mai stati perseguiti.
Berlusconi ha recentemente aumentato la sua presenza nel settore dei media da quando il suo sondaggista preferito Luigi Crespi ha comprato il giornale on-line Il Nuovo. Articolo 21 e’ anche preoccupate che la crisi FIAT puo’ concludersi con l’entrata della Stampa e del Corriere della Sera nell’orbita berlusconiana. La recente creazione di un comitato governativo dei libri che sara’ presieduta dal primo ministro non portera’ alcun danno agli interessi editoriali dell’uomo che possiede i marchi Mondadori, Einaudi e Sperling & Kupfer.
“Stanno nascendo seri problemi per la struttura democratica del paese se la societa’ italiana non si rende conto del pericolo” ha detto Fulfaro “la liberta’ e’ minacciata su tutti i fronti.
L’Italia ha avuto l’esperienza di una democrazia bloccata da 50 anni di guerra fredda, sarebbe un peccato se si tornasse ad una paralisi democratica perche’ tute le carte sono in mano ad un unico magnate dei media.

 


       Commentowww.guardian.co.uk



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