15 Settembre, 2002
Prostituzione - L'identikit delle schiave del sesso nel Melegnanese
Straniere, quasi sempre irregolari - e quindi deboli perché non possono rivolgersi alle Forze dell’Ordine, visto che rischiano il rimpatrio forzato-.
Straniere, quasi sempre irregolari - e quindi deboli perché non possono rivolgersi alle Forze dell’Ordine, visto che rischiano il rimpatrio forzato -. Sono le schiave del sesso, le donne sfruttate dal racket della prostituzione di strada nel territorio del Melegnanese. Decine e decine di ragazze, sempre più spesso minorenni, anche 14enni, poco più che bambine.
Le strade intorno a Melegnano brulicano della loro presenza. Impossibile non vederle: basta uscire dalla città e imboccare, ad esempio, la provinciale Melegnano-Binasco, o la Cerca, ma anche spingersi sulla via Emilia in direzione di San Giuliano, oppure verso Lodi. Le vittime della tratta sono sfruttate giorno e notte, con la violenza e le minacce.
La situazione dello sfruttamento delle schiave del sesso nel Melegnanese è una realtà mutevole. Per monitorarla nella sua evoluzione si possono esaminare su Internet le Relazioni annuali sulle attività per il sostegno alle vittime della tratta nel triennio 2003-05 dal Centro Accoglienza Segnavia dei Padri Somaschi e dalla Comunità Giulia Colbert delle Suore del Buon Pastore di Crema. Vediamo l’evoluzione dell’emergenza.
Secondo la relazione 2003 (file Acrobat, .Pdf) «per quanto concerne invece la situazione delle diverse direttrici regolarmente percorse, si notano le seguenti nuove linee di tendenza: sulla strada Binasca è stata rilevante la politica tenuta dai carabinieri di Melegnano che ha spinto le ragazze oltre il detto territorio in zone più nascoste. A metà anno si registrano però una serie di ritorni nella zona in questione».
Secondo la relazione 2004 (file Acrobat, .Pdf) «i dati in nostro possesso confermano che nelle zone di competenza delle nostre Unità di Strada le presenze non sono numericamente mutate. Permane una forte presenza delle donne nigeriane che, sul territorio provinciale (esclusa dunque Milano città) sono oltre la metà delle donne contattate. Quasi esclusivamente “nigeriane” la strada Binasca nella fascia notturna, la Paullese e la Rivoltana nella fascia diurna. Più varie nelle nazionalità coinvolte la strada Binasca nella fascia diurna (prevalentemente “albanese”), la Cerca e la Paullese, che di notte è fortemente popolata sia da parte di est-europee che nigeriane».
Questa la relazione sul 2005 (file Acrobat, .Pdf): «L’Unità di strada Binasca-Cerca diurna ha registrato una massiccia presenza di donne est-europee, tra cui molte albanesi. La presenza di nigeriane è qui molto ridotta e si limita al tratto finale in cui l’UdS risale verso Milano città e contatta due gruppetti di donne nigeriane all’altezza di viale Ripamonti.
L’Unità di strada Binasca-via Emilia notturna conferma un forte numero di donne nigeriane nel territorio di Siziano e Carpiano soggette a forte turn-over. Da rilevare però il crescente numero di ragazze est-europee sul territorio di Melegnano e in prossimità del grande rondò di Carpiano».
Questa invece la situazione nel 2006 secondo la relazione annuale dell’attività svolta dai volontari dell’Associzione Lule Onlus. Lule (“fiore” in albanese) è un’iniziativa nata nel 1996 dall’impegno della Caritas Decanale di Abbiategrasso per intervenire nel settore della prostituzione di strada e della tratta a scopo di sfruttamento sessuale: «Valori di turnover in diminuzione si incontrano invece nell’area Binasca negli orari notturni (indice di mobilità 15,7 nel 2005 versus 13,3 del 2006) e diurni (indice di mobilità 7 nel 2005 versus 6,1 del 2006). Nella fascia diurna il fenomeno è caratterizzato dalla presenza prevalente di ragazze nigeriane, albanesi e rumene. Quest’ultime sono comparse in maniera più significativa nel corso dell’anno. Discontinua e minore è invece la presenza di donne e transessuali sudamericani. Le aree di maggior presenza riguardano soprattutto il tratto di Binasca tra Carpiano e Melegnano e la statale SS 412, l’area intorno a Lacchiarella, Binasco e Zibido San Giacomo e, infine, la forte presenza di ragazze nigeriane su Pieve Emanuele...
La maggior parte delle ragazze incontrate ha la caratteristica comune di essere già in Italia ed avviata all’attività prostituiva da diverso tempo, ciò vale in particolare per le albanesi o le nigeriane, mentre per le rumene ed altre est europee è spesso evidente la condizione di disagio e dipendenza da altre ragazze, alcune confidano agli operatori di non poter eseguire controlli medici, o addirittura parlare troppo con gli stessi, a causa di precisi ordini imposti da chi le controlla.
Si segnala a tal proposito il contatto con ragazze molto giovani di cui si sospetta la minore età.
La fascia oraria notturna registra ancora una prevalenza nigeriana stanziali su buona parte della Binasca (specie intorno a Pieve Emanuele e Siziano) e dalle caratteristiche in parte simili a quelle descritte rispetto alla fascia oraria diurna…
L’altra etnia presente in maniera significativa è rappresentata dalle ragazze est europee (Moldave, Rumene e Russe) controllate molto da vicino dal gruppo criminale che ne gestisce lo sfruttamento, e da ragazze albanesi in aumento sul territorio in tali fasce orarie…
E’ ragionevole immaginare che in determinate situazioni, anche per evitare che il cliente orienti la sua richiesta altrove, alcune ragazze accettino rapporti a rischio…
Frequente è la segnalazione di aggressioni ai loro danni, in genere sono clienti dall’apparenza insospettabile a compiere furti e atti di violenza, episodi che generano forte turbamento, oltre a lasciare spesso evidenti segni fisici. In alcune aree (Binasca e altre) la segnalazione di episodi di questo genere è più frequente e finisce a volte in tragedia».
Con l’aumentare della loro presenza cresce anche il disagio e la rabbia dei cittadini. In alcuni Comuni della zona si organizzano in comitati contro la presenza delle prostitute, come testimonia, ad esempio, la fiaccolata tenuta a Pieve Emanuele nel 2006.
Ma non va mai dimenticato che queste ragazze non sono per strada a caso: per ogni donna che batte ci sono molti clienti. Sono loro il vero motore di questa forma moderna di schiavitù, sono loro la causa di queste sofferenze.
Per questo, come Don Benzi, come Giuliano Amato, come il Parlamento della Svezia, penso che esista un unico strumento efficace contro lo sfruttamento della prostituzione e la tratta delle schiave del sesso: PUNIRE IL CLIENTE.
nicolaborzi@gmail.com
 
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