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15 Settembre, 2002
Ecco perchè firmare per il referendum
Ciro Ramaschiello su Bresciaoggi di sabato 26 maggio 2007

Caro direttore,

mi consenta di tranquillizzare quei cittadini restii ad avvicinarsi ai banchetti che stiamo allestendo per la raccolta delle firme relative al Referendum elettorale per abrogare alcune parti dell’attuale legge definita generalmente «Porcellum» e per ridurre la frammentazione con partitini vari, che rendono ingovernabile il «nostro» amato Paese. Informo che questo Referendum, è promosso dai professori Mario Segni e Giovanni Guzzetta, ed è pertanto trasversale rispetto a tutti i partiti, non è relativo quindi ad uno schieramento politico, è quindi può essere patrimonio di tutti quei cittadini che lo desiderino e che ne condividano i contenuti.

Nei nostri banchetti non troveranno bandiere di partito, se ci fosse comunque qualche forza politica che preferisce raccogliere autonomamente le firme esponendo i simboli di partito, i cittadini devono sapere che quelle firme raccolte confluiranno comunque nell’ unico calderone del comitato nazionale che come detto trova i due massimi rappresentanti in Mario Segni e Giovanni Guzzetta.

Sintetizzo brevemente il contenuto referendario.

Consentire alle liste di coalizzarsi, mantenendo la propria individualità, per ottenere il premio di maggioranza, ha indotto nelle ultime elezioni, la formazione di due grosse coalizioni frammentate con numerosi partiti.

Il 1° ed il 2° quesito attribuiscono il premio di maggioranza alla lista (non alla coalizione) che prende più seggi, impedendo a partiti e partitini di coalizzarsi transitoriamente solo per beneficiare del premio per poi dividersi dopo in parlamento creando i noti e continui problemi di instabilità governativa.

Un secondo effetto è quello di innalzate le soglie di sbarramento per avere seggi in Parlamento, portandole al 4% per la Camera ed 8% al Senato. Resteranno in vigore l’indicazione del Premier e del Programma.

Il sistema elettorale post-referendum spingerà i soggetti politici a fondersi (liste). Si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica e/o comunque di coalizioni di governo più coese. La frammentazione si ridurrà drasticamente.

Scomparendo le Coalizioni elettorali eviteremo che i partiti uniti il giorno delle elezioni diventino concorrenti il giorno successivo, ricercando visibilità. I partitini che si fonderanno in una lista unica non potranno successivamente rivendicare una propria quota di consensi, sarebbe molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza. Si eviteranno minacce di scissioni e continue trattative tra i partiti.

Il terzo quesito fa giustizia dello scandalo che consente di candidarsi in più circoscrizioni, anche in tutta Italia. Il plurieletto, «regala» il seggio ai secondi candidati (non eletti) in quella circoscrizione, grazie alla sua rinuncia, di fatto coopta altri candidati. Nell’attuale legislatura, 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto, diventando parlamentari per via cooptativa.

Ciro Ramaschiello
per CO.RE.L. Brescia
Comitato Referendario Lombardo

 


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