15 Settembre, 2002
Anno I della Signoria Moratti (di Giovanni Colombo)
Chiamasi Signoria il sistema politico - istituzionale dominato dai soldi, in cui il consiglio d'amministrazione della città conta più del consiglio comunale eletto dal popolo.
Tutti, a destra come a sinistra, ci aspettavamo una partenza trionfale. Invece la Signora ha iniziato lenta, impacciata, tentennante, come se fosse giunta per caso nella stanza di Sindaco. Le uniche novità di cui può vantarsi sono la candidatura all'Expo 2015 (merito in primis del Governo Prodi) e la preparazione del futuro matrimonio Aem - Asm (anch'esso voluto fortemente dagli ambienti romani). Per il resto il rendiconto è sconfortante: zero per il traffico e l'inquinamento, per la politica della casa, per l'infanzia; qualcosina in materia di legalità e sicurezza (almeno a livelli di programmi); tanto, tantissimo per l'assunzione di un plotone di dirigenti (ho firmato anch'io un esposto dettagliato alla Corte dei Conti) e per la nomina dei suoi fedelissimi nei cda delle società comunali.
Insomma, la Signora dovrebbe cambiare in fretta il passo altrimenti Milano diventerà presto una Grande Gallarate.
Ma non credo che ce la farà. La Signora è alta, distinta ma non è quel fenomeno manageriale tanto decantato (non a caso un padrone cattivo ma esperto come Rupert Murdoch la mise alla prova e rinunciò velocemente ai suoi tailleur ) e soprattutto, messa di fronte alla realtà nuda e cruda, invece di piegarsi e sporcarsi, si irrigidisce come un palo della luce. Non è in grado - mentalmente prima ancora che politicamente - di passare dalle stelle di latta alle stalle dell'autenticità. Il giglio non entra nel fango. La luce non scende in discarica. Le lacrime non bagnano la polvere.
E l' opposizione? Siamo un buon gruppo e ci facciamo sentire. In particolare noi dell'ulivo - per il partito democratico. Ma rischiamo di fare sempre lo stesso verso. Pure noi dovremmo cambiare. Disimparare tante vecchie pratiche per imparare di nuovo. Ho trovato alcune parole di Fernando Pessoa (Alberto Caeiro) che danno voce alla mia verità attuale (esistenziale- politica):
Cerco di spogliarmi di ciò che ho appreso.
Cerco di dimenticare il modo di ricordare che mi hanno insegnato e di grattar via la tinta con cui hanno dipinto i miei sensi,
di disfare le mie emozioni per essere veramente me stesso.
Che bello se ripulissimo i nostri sensi, se ogni cosa di Milano ci tornasse estranea, se dimenticassimo la politica politicante, per vedere di nuovo, per udire di nuovo, per sentire di nuovo.
La Signoria si abbatte solo con le frecce dell'autenticità. Se non ritorneremo come bambini, non vinceremo mai.
Saluti puri come la nostra Madunina
Giovanni
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Giovanni Colombo
presidente nazionale della Rosa Bianca, consigliere comunale di Milano
 
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