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15 Settembre, 2002
Intervista a Fassino: "Il Cavaliere è un populista pretende l'impunità totale"
"Il premier minaccia di andare fino in fondo? Noi faremo altrettanto"

Intervista a Fassino: "Il Cavaliere è un populista pretende l'impunità totale"
"Il premier minaccia di andare fino in fondo? Noi faremo altrettanto"
di Gianluca Luzi da www.repubblica.it

Nel suo ufficio di via Nazionale il segretario dei Ds Piero Fassino gira e rigira fra le mani i fogli di agenzia. Con gli occhiali sulla punta del naso legge ancora una volta il testo della dichiarazione di Berlusconi, quasi non credesse possibile la violenza di quelle parole.

Segretario, che ne pensa??
"Beh, direi che non si esagera se si dice che Berlusconi ha fatto un discorso arrogante, minaccioso, di un uomo che pensa di potersi mettere al di sopra della legge e che per il solo fatto di essere presidente del Consiglio pretende una impunità che non si concede a nessun cittadino. E' un discorso grave per più ragioni. Chi dirige un paese dovrebbe sentire la responsabilità di rispettare le leggi, di riconoscere l'indipendenza della magistratura e di rispettarne le decisioni. Non è in discussione il diritto di Berlusconi di protestare la propria innocenza, ma lo deve fare come tutti i cittadini, cioè attraverso i suoi avvocati, in giudizio".

L'attacco di Berlusconi è durissimo e senza precedenti. Ma non ha qualche giustificazione? Lui dice di essere perseguitato.
"E' grave che si sia sferrata un'aggressione alla corte di Cassazione. E' la prima volta nella storia della Repubblica che si aggredisce la Suprema corte, tra l'altro la stessa che qualche mese fa ha invalidato la sentenza di condanna di Berlusconi per l'inchiesta sulla Guardia di Finanza. Quindi, se la Cassazione dà ragione a Berlusconi è indipendente e imparziale, se invece prende un provvedimento che a Berlusconi non piace è un covo di sovversivi".

Berlusconi l'ha presa come una sentenza di condanna.
"E' stupefacente come Berlusconi non distingua un giudizio di natura procedurale da una sentenza sostanziale. La Cassazione non l'ha mica giudicato colpevole né lo ha condannato ad alcunchè. Ha semplicemente ritenuto che non sussistano ragioni per spostare il processo, che può dunque continuare a Milano ma il cui esito di condanna o di assoluzione non è determinato dalla decisione della Cassazione ma da quello che i giudici valuteranno a conclusione del processo. E' una dichiarazione che denuncia una coda di paglia lunghissima. Chi è sicuro della propria innocenza non dà per scontato di poter essere condannato. Io sono preoccupato perché come cittadino voglio credere che il presidente del consiglio dica la verità se si proclama innocente. E allora perché ha così paura?".

Bossi dice che se Berlusconi sarà condannato si deve votare. Lei è d'accordo?
"Rifiuto questo terreno di discussione perché è il tentativo di condizionare con la politica l'azione della magistratuira. Ogni collegamento o conseguenza politica che si voglia automaticamente far derivare dall'azione dei magistrati è un modo per condizionare la magistratura. I magistrati devono poter assolvere o condannare liberi da qualsiasi condizionamento. A meno che il voto anticipato sia il vero obiettivo del messaggio, come peraltro tradiscono le parole di Bossi".

Torna il problema dell'immunità. Berlusconi fa appello al popolo che lo ha eletto e dice che "solo i suoi pari" lo possono giudicare.
"Sono due affermazioni di gravità inaudita. La prima è che essendo lui eletto dal popolo non può che rispondere al popolo. A parte il fatto che siamo ancora in un regime parlamentare e non presidenzialista e lui dal popolo è stato eletto parlamentare e non presidente del consiglio, non sta scritto né nella nostra Costituzione nè nelle nostre leggi che un uomo politico sia sciolto da qualsiasi responsabilità di fronte alla legge. Ancora più grave è quando Berlusconi afferma che può essere giudicato solo dai suoi pari. E chi sono i suoi pari? Forse pensa che un uomo politico possa essere giudicato non più dai magistrati ma dai parlamentari? Pensa che il voto alle elezioni equivalga a una assoluzione da qualsiasi responsabilità? Siamo al populismo: pretendere che l'investitura popolare azzeri ogni altra autorità istituzionale è esattamente quello che nella storia del pensiero politico è stato definito populismo. La verità è che Berlusconi conferma di non avere alcun senso dello Stato".

Nel suo messaggio Berlusconi ha scandito che farà "fino in fondo" il suo dovere di premier e che non si piegherà agli attacchi della magistratura.
"E allora io dico a Berlusconi chiarissimamente una cosa: visto che lui ha voluto scandire due volte con tono enfatico la minaccia di fare "fino in fondo, fino in fondo" quello che pensa, io gli dico con altrettanta chiarezza che noi "fino in fondo, fino in fondo" impediremo qualsiasi stravolgimento della legalità. Perché questo è un paese libero e democratico in cui tutti i cittadini devono avere gli stessi diritti e gli stessi doveri e nessuno ha il diritto di pretendere una legge diversa per sé".

Adesso la maggioranza vorrà andare a tappe forzate sulla riforma della giustizia, a partire dalla separazione delle carriere.
"Ci opporremo in ogni modo. Io sono stato ministro della Giustizia e sono assolutamente consapevole che c'è bisogno di riforme, ma le riforme necessarie sono quelle che consentono di dare ai cittadini una giustzia più accessibile, più rapida nei tempi dei processi, più certa nelle decisioni e nelle pene. Allora le riforme che servono sono: rafforzare gli organici della magistratura, snellire e riformare le procedure, investire in moderne tecnologie, puntare sulla formazione dei magistrati, riorganizzare gli uffici giudiziari secondo criteri di maggiore managerialità. Ma tutto questo non ha niente a che vedere con il tentativo del centrodestra di mettere mano a misure che puntano a ridurre l'autonomia e l'indipendenza della magistratura e a ridurre la legalità. Noi confermiamo di essere contrari alla separazione delle carriere. Diciamo no alla proposta di abolire l'obbligatorietà dell'azione penale. E no a qualsiasi forma di sottomissione della magistratura".

Brutto clima anche per la riforma istituzionale.
"Ho sempre respinto chi tentava di accreditare l'idea che discutere di riforme istituzionali significasse cercare degli accordi sotto banco, delle compromissioni inconfessabili. Confermo quello che ho sempre detto: di riforme, comprese quelle istituzionali, si deve discutere alla luce del sole e in una sola sede, il Parlamento. E' chiaro che non è indifferente il clima che si crea nel paese e tra le forze politiche. Dichiarazioni come quella di ieri del presidente del Consiglio certo non creano un clima favorevole per un confronto".

Cosa ne pensa del fatto che Berlusconi ha registrato la videocassetta e l'ha fatta mandare in onda dai tg Rai e Mediaset?
"E' quantomeno discutibile. Non dico che sia illegittimo ma di certo denota una concezione proprietaria del sistema televisivo preoccupante. Altri uomini politici si sono trovati in queste condizioni e hanno utilizzato la forma che si usa convocando una conferenza stampa, dicendo ai giornalisti tutto quello che si vuole dire e non sottraendosi a quel normale esercizio di informazione democratica che sono le domande dei giornalisti".

 


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