15 Settembre, 2002
Aspettando Godot
Una lettera di Fabio De Rosa, medico, prestato alla politica come Consigliere Comunale a Brescia
Mi rivolgo a quanti hanno riposto speranza nell'idea di riformare il panorama della politica italiana attraverso la visione di un sistema che preveda un maggioritario piu' efficace e piu' maturo di quello che la nostra classe politica fino a oggi ha saputo produrre.
Mi rivolgo a quanti hanno sopito gli entusiasmi palpabili fino a qualche tempo fa e poi man mano affievolitisi.
Mi rivolgo ai politici che stanno "cencellinando" le proporzioni, le rappresentanze, badando che non si registri una eccessiva perdita di potere.
Mi rivolgo a quanti oggi pronunciano i distinguo, si dimettono perche' non condividono. si dimettono da che?
Perche' il progetto del partito democratico non diventi il Godot dei nostri tempi, occorre che tutti coloro che hanno intravisto e intravedono in questo evento una speranza per il cambiamento dello sconfortante panorama della politica italiana, escano allo scoperto. Bisogna esserci per testimoniare (e controllare) che si proceda nella direzione che vogliamo auspicare. Non serve defilarsi, fare gli offesi, demandare a chi si da da fare per tenere il timone.
Non esiste una rete organizzata e autonoma che consenta una chiamata e un coinvolgimento ad un'iniziativa condivisa e unitaria: in questa fase si stanno formando sul territorio i "Comitati promotori del Partito Democratico". anche qui assistiamo ai distinguo, ai "non sono d'accordo".
I Comitati non scelgono nessuno, non nominano nessuno, non garantiscono alcuna poltrona.
I Comitati devono fungere da catalizzatori, raccogliere e soprattutto verificare direttamente sul territorio tutto quel consenso che e' necessario perche' il progetto decolli con la nomina dell'assemblea costituente nel mese di ottobre.
Poiche' se non si verifica un ampio consenso, tutto il progetto va messo da parte,
Poiche' se non ci si muove "da questa parte" "non si muovono neanche dall'altra", si tratta di non sprecare un'opportunita' che non potra' ripetersi negli stessi termini.
Chi accogliesse questo appello o semplicemente lo condividesse, e' chiamato a costituire Comitati locali laddove qualcuno non lo stesse gia' facendo, ma soprattutto e' utile che si faccia sentire, perche' e' importante che ogni voce possa esprimersi, ma soprattutto e' chiamato a farsi vivo, a manifestare l'esistenza di questo malessere diffuso: per combattere un sistema politico disgregato manifestiamo solo disgregazione, se non sopportiamo piu' i partitini non possiamo rinascere con partitini nuovi.
Si sono presentati i primi leader, sponsorizzati dagli apparati in decomposizione... e gia' diversi si lamentano richiamandosi al "mito" delle primarie, per evitare che si ripeta quanto successo nel 2005, una competizione "chiusa" a candidati gia' scelti altrove.
Ma il meccanismo delle primarie "comunque" funziona con le "famiglie "(liste) che si precostituiscono. E' il livello locale dove si deve agire perche' si formino liste attorno alle persone che si vogliono candidare, piccole "famiglie" locali che avranno una parentela nazionale... intanto cominciamo cosi'.
La debolezza che dimostriamo adesso, (con i distinguo, le prese di posizione, i lamenti e le minacce di partiti alternativi) dobbiamo contribuire a farla diventare una forza, la forza del consenso, superando i filuzzi che si mettono di mezzo, presenziando con puntiglio perche' si prenda atto che noi tutti vogliamo dire la nostra, vogliamo veramente scegliere chi ci rappresenta, vogliamo contribuire a decidere chi delegare a rappresentarci.
E' un appello a farsi avanti, con tanta disponibilita' ad appianare le difficolta' che necessariamente si costruiscono, disponibilita' al confronto proprio perche' vogliamo appianare le difficolta' per poterle superare.
Fabio Di Rosa , medico, prestato alla politica come Consigliere Comunale a Brescia
 
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