15 Settembre, 2002
Sostegno alla *svolta* di Veltroni e del PD
Una lettera di Paolo Orioli, Delegato PD di Bologna e coordinatore nazionale del Comitato per le Primarie
Condivo nella sostanza la relazione di Veltroni, di cui qui sotto è riportata la parte finale.
Noi democratici vogliamo diventare un partito che avrà la maggioranza in Italia (al limite, in una prima fase, con una o due forze alleate) e quindi dovremo considerarci ancora per tempo e a tutti gli effetti nella fase costituente del Partito Democratico.
Per fare questo, fra le tante cose necessarie, ne voglio mettere in luce, per ora, solo alcune.
Sono i cittadini, che secondo l’articolo 49 della Costituzione Italiana, si organizzano in partiti. Il dialogo fra il PD e le altre forze dell’opposizione deve avvenire (sul programma e sulle elezioni amministrative del 2009) dal basso e gli organi dirigenti nazionali devono ascoltare, molto di più che in passato, le 100 città italiane. Il modello organizzativo federalista su base regionale dovrà essere applicato e non solo enunciato. Nell’attesa di un forma partito a Rete “funzionante”.
Già da anni una larga maggioranza dei cittadini non ha più bisogno dei partiti per informarsi sulla società e sui propri interessi. Il Partito Democratico può porsi come centro per l’innovazione della politica, organizzando le attività dei propri Circoli e dei propri Forum come luoghi effettivi d’incontro fra tutti i cittadini. A patto che tutta quest’elaborazione di proposte politiche, sia per il territorio sia per i livelli superiori, sia considerata come un valore aggiunto e vincoli le attività del Partito Democratico.
Si tratta, una volta per tutte, di ribaltare la Piramide. Sono i cittadini ad esprimere interessi e bisogni per la propria vita individuale e collettiva. I politici (amministratori e dirigenti di partito), per il bene comune e con spirito di servizio, faranno sintesi della volontà popolare con una funzione d’indirizzo per rispettare i Trattati Europei, la Costituzione e le leggi italiane.
Le Primarie non sono solo uno strumento di selezione della classe dirigente, sono i polmoni per coinvolgere i cittadini (che sono molto di più dell’opinione pubblica) e le gambe per realizzare i programmi del Partito Democratico. Serviranno anche forme aperte di verifica e di controllo che dovranno accompagnare le attività degli amministratori del PD durante il loro mandato.
Ultima questione. Le Elezioni Europee avranno una legge elettorale proporzionale e su questo risultato avremo tutti gli occhi critici su di noi. Quindi va bene parlare di programmi seri con le altre forze d’opposizione, ma ha ragione mille volte Veltroni quando dice che devono essere alleanze locali. E’ anche vero che una certa preferenza la daremo per i Radicali e IDV. Il PD non dovrà mai perdere la propria identità (in parte ancora da definire al nostro interno e l’Assemblea Nazionale del 20-21 giugno sarà solo un primo passo) di Partito Riformista a vocazione maggioritaria.
In mezzo a questo ci sarà ancora una volta il Referendum, che prefigura un sistema tendenzialmente bipartitico, dando il premio di maggioranza nazionale al partito più votato.
Dal punto di vista politico si può riassumere: Amministrative con alleanze forti sul programma; al Referendum si vota SI (se non ci dovesse già essere una legge tipo quella del sistema elettorale francese o a quell’inglese); Europee da soli, fortemente legati all’identità del Partito Democratico che vogliamo.
Auguri e buon lavoro a noi, democratiche e democratici.
Con stima,
Paolo Orioli - Delegato PD di Bologna e coordinatore nazionale del Comitato per le Primarie
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Tratto dalla relazione di W. Veltroni (Roma, 15 maggio 2008)
I prossimi passi
Molti gli impegni che attendono il partito nei prossimi mesi. Innanzitutto, l´Assemblea Costituente, che si terrà il 20 e il 21 giugno. Poi il rapporto con la Sinistra: «Faremmo un enorme errore a ritenere che la Sinistra non rappresentata in Parlamento sia scomparsa. Non è così. Noi non possiamo prescindere dalla comprensione di quel che di critico si muove nella società italiana», dice Veltroni. «È interesse comune che questa voce sia ascoltata, noi eserciteremo questa funzione di ascolto e dialogo da forza riformista». Proprio per questo, Veltroni annuncia che lunedì prossimo vedrà il nuovo coordinatore di Sinistra Democratica, Claudio Fava.
Il Pd guarda ora a 360 gradi. «Il nostro obiettivo è di intraprendere un dialogo a tutto campo con tutte le forze di sinistra ma anche con l'Udc, l'Idv e i Radicali», ha detto segretario, che ha spiegato come questo dialogo serve per «verificare la possibilità di concorrere alla costruzione di convergenze politiche e programmatiche» in sintonia con la proposta programmatica del Pd. Ma questo, ha ammonito, «non servirà per costruire alleanze come in passato capaci di vincere, ma non di governare. La verifica la faremo con le alleanze a livello locale, alleanze che devono essere le più ampie possibili».
In vista della prossima tornata elettorale, Veltroni infine chiarisce che non ci dovranno più essere candidature dall'alto e che la regola dovranno essere le primarie. «Dobbiamo evitare di ricadere nella presunzione di essere noi dirigenti a scegliere le persone giuste, dovremo superare gli egoismi interni, le legittime aspettative di alcuni per non fare più errori e non perdere il polso dell'opinione pubblica», perciò «a partire dalla prossima tornata elettorale le primarie dovranno essere la regola, almeno per le cariche monocratiche».
 
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