15 Settembre, 2002
Case popolari, il PD chiede la sospensione della legge regionale
Dopo la sua approvazione da parte della destra di Formigoni, gli affitti sono andati alle stelle.
Il PD di Cremona chiede la sospensione della legge regionale di revisione dei canoni delle case ERP, approvata dal Consiglio regionale l’8 novembre 2007 con i soli voti della maggioranza, perché è iniqua e sta provocando disagio e allarme sociale.
Il gruppo consiliare del PD in Regione ha chiesto di ridiscutere con urgenza la legge attraverso la convocazione del Consiglio regionale con procedura straordinaria, primo caso nella storia della Regione Lombardia, per presentare un ordine del giorno in cui si chiede la sospensione della legge.
L’Aler di Cremona, tra le prime in Lombardia, ha applicato le disposizioni previste dalla nuova legge regionale sui canoni provocando reazioni di protesta e di sconcerto da parte degli inquilini che hanno riscontrato rincari spesso ingiustificati e sproporzionati.
La situazione che si è creata ha confermato l’allarme già da tempo lanciato dall’Amministrazione Comunale che dovrebbe, qualora questa legge iniqua non venga ridiscussa, applicare a sua volta i nuovi canoni ai propri alloggi.
Come già ripetutamente denunciato, le criticità alla normativa non dipendono dall’introduzione dell’ISEE, che consente una più efficiente valutazione della condizione economica delle famiglie, ma dall’applicazione di alcuni parametri impropri nel calcolo del canone, come ad esempio, il “costo convenzionale”, secondo il quale si assume un valore identico per tutta la regione Lombardia, uguale a Cremona come a Milano, troppo distante dai valori base su cui venivano calcolati gli affitti ERP prima della Legge 27.
In più, la combinazione risultante dalla applicazione del “costo convenzionale” e di altri parametri: la classe demografica, ( Cremona è Comune Capoluogo , ma conta 71.000 ab ed è considerata alla stregua di un comune superiore ai 400.000 ab), l’ubicazione e lo stato di conservazione degli immobili, sortisce effetti di rialzo eccessivo dei canoni.
Molte famiglie che erano già in difficoltà a pagare il precedente canone si stanno ora rivolgendo ai Servizi Sociali per chiedere un sostegno economico: la Regione sta di fatto scaricando la questione sui Comuni.
Occorre rivedere con urgenza la legge sui canoni: il PD chiede che la Regione introduca immediatamente quelle modifiche della legge che ne garantiscano la sostenibilità sociale e permettano ai Comuni la necessaria flessibilità e gradualità nella sua applicazione.
Annamaria Abbate, Segretario cittadino PD
 
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