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15 Settembre, 2002
Ambasciator… che porta pene!
Fino a quando tollereremo che la deriva leghista insulti la comunità nazionale? Sono veramente solo espressioni colorite quelle di Bossi quando ci annuncia che sono pronti i fucili per la guerra di liberazione della Padania oppressa da Roma ladrona?

Fino a quando tollereremo che la deriva leghista insulti la comunità nazionale?
Sono veramente solo espressioni colorite quelle di Bossi quando ci annuncia che sono pronti i fucili per la guerra di liberazione della Padania oppressa da Roma ladrona?
E’ accettabile che il signor Calderoli, ministro della Repubblica, dichiari candidamente che la Lega alla manifestazione del 2 giugno ha inviato un suo ambasciatore?

Chi scrive non è certamente un patito dell’amor patrio, di quel trinomio “dio patria famiglia” in nome del quale la nostra classe dirigente di un tempo giustificò l’eccidio di Bronte, le disgraziate campagne d’Africa e i massacri dei ragazzi del ’99! Chi scrive sa anche che tutta la nostra storia può e deve essere riletta sempre criticamente, come anche la stessa vicenda garibaldina sulla quale, però, i vari Bersezio hanno sempre sparato a zero senza alcun beneficio di inventario! E sa anche che su tutto il Risorgimento qualcuno – certamente non leghista – ha voluto vedere addirittura L’antistoria d’Italia, quell’aureo libretto che Fabio Cusin pubblicò solo nel ’46, a guerra finita, perché nel ventennio fascista avanzare critiche sul Risorgimento era come criticare la marcia su Roma!

In altri termini, un conto è la ricerca storica su cui le analisi possono anche divergere – quella libertà di parola e di opinione che è di tutte le democrazie – altro conto è condividere la necessità che le nostre istituzioni repubblicane e democratiche vadano sostenute e difese perché a tutt’oggi la convivenza democratica è l’unica forma di assetto sociale possibile! Si tratta di una convivenza che abbiamo faticato non poco a raggiungere: solo da sessant’anni, e da ultimi tra i Paesi di più antica democrazia!

Ed è proprio grazie a questo assetto costituzionale ed istituzionale che sono anche garantite tutte quelle autonomie che i Padri costituenti definirono nel biennio 46/47 e che con la riscrittura del Titolo V abbiamo recentemente convalidate e rese operanti. Che cosa vuole di più il signor Calderoli, ministro di una Repubblica che è “una e indivisibile, che riconosce e promuove anche le autonomie locali, attua nei servizi il più ampio decentramento amministrativo e adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”? Questo – cito a memoria – hanno scritto i Padri costituenti nell’articolo 5, e su questa strada si è mossa tutta la nostra storia repubblicana dal ’48 ad oggi!

Ora, che un Calderoli qualsiasi vagheggi le sue follie non ha molta importanza, ma che un ministro della Repubblica che la Costituzione la dovrebbe conoscere meglio di me dica quello che ha detto è di una gravità estrema! Ed è più grave che nessuno lo chiami in giudizio!

Affermare che la Padania è una Nazione oppressa e che l’Italia è un Paese straniero non sta né in cielo né in terra. E' un’affermazione che di fatto finisce con il giustificare tutto quel “ribellismo” a cui ha accennato con grande preoccupazione il Presidente Napolitano.

Se Roma è padrona e ladrona, perché non evadere il fisco? Perché non aggredire i poliziotti allo stadio? Perché non erigere barricate a Chiaiano? Perché non passare con il rosso?

Sono fenomeni tutti diversi, ma alla radice c’è sempre il male inteso senso che tutto ciò che è “pubblico”, tutto ciò che sa di Stato, ci è ostile! E forse nessuno di questi “ribelli” ha mai sperimentato che cosa sia veramente uno Stato padrone, quale quello che con la Costituzione repubblicana abbiamo liquidato per sempre! Almeno, lo voglio sperare!

La cosa, poi, tanto più mi indigna per i messaggi pericolosi che da parte di uomini di governo vengono lanciati ai nostri giovani. Proprio oggi, quando dobbiamo essere, invece, tutti impegnati perché i principi della convivenza democratica diventino corpo e sangue di questa infelice generazione così aggredita da migliaia di segnali assolutamente negativi che giustificano e promuovono solo intolleranza, sopraffazione, violenza, disprezzo per tutto ciò dovrebbe essere norma di un convivere civile!

Stiamo innovando, e con grande fatica, l’intero curricolo del primo ciclo, abbiamo innalzato l’obbligo di istruzione di due anni: tutto ciò, per permettere a tutti di raggiungere quelle conoscenze di base e quelle competenze civiche che consentano loro di inserirsi con autonomia e responsabilità in una società che indubbiamente non è facile per tutti quei problemi che la complessità, la globalizzazione, il cambiamento del clima, i flussi migratori comportano. Tanto più sono difficili i problemi, quanto più i fattori Sapere e Competenza diventano essenziali per affrontarli e risolverli! Sembra che il Ministro Gelmini voglia rilanciare il tema dell’educazione civica.

Indubbiamente di educazione alle regole ne abbiamo tutti un gran bisogno. Ed è una linea che dovrebbe coinvolgere non solo le istituzioni scolastiche, ma ogni segmento della vita associata. Ed è un impegno che dovrebbe interessare l’intero governo! Però, ci sono anche tanti Calderoli che non solo non aiutano, ma addirittura remano contro!

Mi chiedo: perché il nostro ministro, che ha tanta confidenza con le ambascerie, non va a fare l’ambasciatore in Iran, magari a sponsorizzare un certo tipo di T-shirt a lui tanto caro? Là Roma ladrona è lontana!

Roma, 3 giugno 2008

Maurizio Tiriticco 


       



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