15 Settembre, 2002
Menù a Km 0 (di Angelo Ongari)
Preferire i prodotti freschi e di stagione di origine regionale e quindi a Km 0 diventa anche una scelta etica per contenere l’emergenza legata all’inquinamento atmosferico
Viviamo in una provincia a vocazione agricola sopra ogni ragionevole dubbio e quindi vorrei portare alla attenzione dei lettori un argomento che riguarda un modo di consumare rivoluzionario nato tempo fa dalla intelligenza e dalla caparbietà dei coltivatori diretti del Veneto.
Parlo dell’iniziativa denominata “menù a KM 0” locali dove vengono serviti e consumati prodotti tipici di stagione e regionali.
Una valida iniziativa che valorizza in quel caso i prodotti dell’agricoltura veneta, frutta, ortaggi, latte, formaggi, carne, uova, vino con alti livelli di qualità e salubrità.
Preferire i prodotti freschi e di stagione di origine regionale e quindi a Km 0 diventa anche una scelta etica per contenere l’emergenza legata all’inquinamento atmosferico: il viavai di navi, aerei, camion che viaggiano per il mondo portando sulle nostre tavole prodotti esotici di ogni sorta contribuiscono sicuramente a produrre quell’effetto serra così devastante per l’equilibrio ambientale.
Prodotti a Km 0 è anche una iniziativa per abbattere i costi del trasporto che incidono ormai per il 30% sul costo finale del prodotto.
Una iniziativa che anche da noi non farebbe male, anzi sarebbe da proporre certamente per tutta una serie di consumatori finali che ne trarrebbero un indiscutibile beneficio, parlo di mense pubbliche, mense scolastiche, asili nido e scuole materne, mense degli ospedali e delle case di riposo per anziani.
I nostri coltivatori diretti non sono certamente da meno di quelli veneti, hanno bisogno di essere incoraggiati e sostenuti specie dai cittadini che devono avere fiducia in una categoria che produce ancora con il sudore della fronte e con amore e dove il confronto con la bellezza e la qualità dei pomodori, dei peperoni, dei meloni del vicino sono la molla che stimola a produrre sempre meglio.
Il giallo dei banchi di vendita diretta dei prodotti agricoli dei nostri coltivatori diretti comincia a far capolino nei mercatini, questo è positivo ed è una grande conquista ma non basta, si devono organizzare e strutturare con l’appoggio magari degli enti locali che devono incoraggiare queste iniziative mettendo a disposizione una struttura stabile e consolidata.
Ad esempio la struttura del mercato di via dell’Annona che non mi sembra sia utilizzata al meglio delle sue potenzialità.
Angelo Ongari
 
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