15 Settembre, 2002
Le prese di posizione sul tema dell’Acqua Pubblica in previsione della prossima assemblea dell’A.T.O
Intervengono: Associazione della Sinistra, Angelo Ongari , Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua,Francesca Berardi.
Le prese di posizione sul tema dell’Acqua
Pubblica in previsione della prossima assemblea
dell’A.T.O.
Intervengono: Associazione della Sinistra,
Angelo Ongari , Forum Italiano dei Movimenti
per l'Acqua,Francesca Berardi.
Associazione della Sinistra: Il Coordinamento
provinciale dell’Associazione per La Sinistra
concorda pienamente con le posizioni assunte
dal Comitato cremonese Acqua Pubblica, in
previsione della prossima Assemblea dell’AATO.
Concordiamo nel merito: siamo contrari alla
messa a gara del servizio di erogazione del
servizio idrico, perché ciò porta verso la
privatizzazione dello stesso, e sosteniamo
che i Comuni della provincia di Cremona,e
le loro aziende,abbiano tutte le prerogative
e capacità per applicare quelle norme che
oggi, finalmente, la Regione Lombardia ha
adottato e che permettono una gestione interamente
pubblica di un bene comune come l’acqua.
Concordiamo anche con la critica avanzata
rispetto al metodo adottato, che tende ad
imporre ai Sindaci scelte maturate altrove.
In coerenza con lo spirito unitario che contraddistingue
il nostro agire, condividiamo anche le posizioni
espresse dalla Federazione dei Verdi e sosteniamo
insieme a loro la necessità che il Presidente
Torchio si adoperi per fermare questo tentativo
di colpo di mano a favore della privatizzazione.
Riteniamo che a poco meno di sessanta giorni
dal voto amministrativo, che coinvolge la
nostra provincia, il comune capoluogo e buona
parte dei comuni del territorio, non sia
assolutamente opportuno procedere a scelte
di questo tipo senza il coinvolgimento dei
cittadini.
Si parla tanto di democrazia e partecipazione:
quale opportunità migliore per un candidato
a sindaco o a presidente di provincia di
confrontarsi con i propri cittadini-elettori
su questa materia ed avere da loro, tramite
il voto, un mandato chiaro?
Insomma, i candidati che vogliono sostenere
la privatizzazione dell’acqua lo facciano
allo scoperto,in campagna elettorale, e non
nelle segrete stanze degli accordi pre-elettorali.
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Angelo Ongari , segretario del Partito dei
Comunisti Italiani .Acqua bene comune.
E’ urgente riprendere ed intensificare, a
livello nazionale e locale, la lotta per
il riconoscimento dell’acqua come “bene comune”
e per il mantenimento della proprietà e della
gestione pubblica delle reti idriche, degli
acquedotti, delle sorgenti e per la ripubblicizzazione
laddove è già realtà la gestione privatizzata.
Questa battaglia è tanto più urgente in quanto
l’art. 23-bis della legge n. 133/2008 (conversione
in legge del decreto Tremonti) stabilisce
che tutti i servizi pubblici locali (in cui
per “pubblici” non s’intende più a gestione
pubblica ma che si rivolgono ad una pluralità
di utenti) a rilevanza economica devono essere
messi a gara per l’affidamento a favore di
privati, comprese, a partire dal 2010, le
concessioni per il servizio idrico.
L’affidamento ai privati è previsto in ogni
caso e non solo dove la gestione pubblica
non ha funzionato. E’ una norma gravissima
– che va contrastata con tutte le forze disponibili
– basata su una visione ideologica della
bontà del privato e del mercato rispetto
alla gestione pubblica.
A questo scopo è necessario un lavoro di
ricerca e documentazione sull’esito della
gestione privatizzata anche al fine di dimostrare
che non corrisponde al vero che il privato
funziona meglio del pubblico (reti colabrodo,
mancata manutenzione degli acquedotti, funzionalità
dello spreco, bollette alle stelle).
Il risparmio idrico, il riutilizzo dell’acqua
piovana, la riqualificazione dei corsi d’acqua
con il divieto di deviazione, di tombamento
e di cementificazione degli argini, sono
obiettivi da porre come centrali nelle amministrazioni
che hanno le competenze per agire – Province
e Comuni, di concerto con la Regione - mettendo
in campo, contestualmente, un sistema di
monitoraggio e la trasmissione agli enti
di controllo dei principali parametri chimici
e fisici mediante una rete di stazioni di
rilevamento dislocate nei punti strategici
dei più importanti corsi d’acqua.
Anche le 9 azioni che contrastano l’eutrofizzazione
del mare allontanando dalle coste gli scarichi
delle acque fognarie e depurandole, la disincentivazione
dell’uso di diserbanti e pesticidi nei terreni
agricoli vicini ai corsi d’acqua, la trasparenza
delle scelte legate alla gestione dell’acqua
e dei costi maggiori indotti con la privatizzazione
(comprese le tariffe), sono necessarie per
cominciare a farsi carico concretamente della
gestione di questo bene primario e irrinunciabile,
non solo a parole.
Il primo concreto passo in questa direzione
è l’introduzione negli Statuti degli Enti
Locali della definizione dell’acqua come
bene privo di rilevanza economica.
Angelo Ongari , segretario del Partito dei
Comunisti Italiani
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No alla privatizzazione dell'acqua di Cremona
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
esprime tutta la sua contrarietà nei confronti
del progetto di privatizzazione del servizio
idrico nell'ATO cremonese.
Nel momento in cui è sempre più palese che
una gestione privata espropria i cittadini
di un loro diritto fondamentale quale il
diritto all'acqua e della possibilità di
partecipare a decisioni importanti circa
la gestione di una risorsa così importante
per la vita di ciascun essere umano, in Provincia
di Cremona ci si accinge a votare in sede
di AATo un' OdG che tende a privatizzare
l'erogazione del servizio idrico.
E' paradossale che dopo aver messo, a Gennaio
scorso, un importantissimo stop alla legge
regionale lombarda che prevedeva la messa
sul mercato dell'acqua oggi in quella stessa
regione si torni a parlare di privatizzazione
di questo bene comune.
E' altrettanto paradossale che tale proposta
vada in direzione completamente opposta a
quello che accade in Europa dove una città
come Parigi decide di mandare a casa le due
più grandi multinazionali al mondo, Suez
e Veolia, ripubblicizzando completamente
il SII affidandone la gestione ad una azienda
analoga alle nostre aziende speciali.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua,
insieme ai tanti comitati territoriali presenti
nella zona di Cremona, vigilerà affinchè
una decisione così scellerata non venga avvallata
dall'AATO prevista per domani 07 Aprile.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
ribadisce che l'unica starda perseguibile
è quella della ripubblicizzazione del SII
e si attiverà per scongiurare l’approvazione
di provvedimenti a favore della messa sul
mercato del servizio idrico integrato promuovendo
in tutti i territori percorsi per la definitiva
sottrazione del bene comune acqua alle leggi
del mercato.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
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Silenzi assordanti
Come Comitato Acqua Pubblica leggiamo con
interesse le dichiarazioni del presidente
Albertoni, presentato (almeno dall’unico
quotidiano che ha ospitato la sua posizione)
come voce del “fronte del sì”. Ammesso e
non concesso che Albertoni parli per l’intera
AEM compreso il Consiglio di Amministrazione,
resta da scoprire qual è il famoso “fronte
del sì”. All’appello delle dichiarazioni
pubbliche rilasciate dai partiti mancano
infatti proprio quelle di Forza Italia e
PD, che sarebbe bene (crediamo) per chiarezza
nei confronti dei cittadini (e prossimi elettori)
si esprimessero chiaramente e pubblicamente.
Per il momento il quadro complessivo è formato
da soli “no”: allora chi compone il “fronte
del sì”?
Nell’attesa, affrontiamo brevemente le affermazioni
del presidente Albertoni. Esaminiamo per
primo il più banale argomento da lui posto:
che l’opposizione alla privatizzazione dell’acqua
sia un pretesto ideologico. Consiglieremmo
il presidente di riflettere sul fatto che
in questo momento lo schieramento del “no”
annovera (in ordine alfabetico): Alleanza
Nazionale, Italia dei Valori, Lega Nord,
PdCI, Rifondazione Comunista, UDC, Verdi.
Come mettere ideologicamente in un unico
calderone queste forze è una magia che forse
egli ci insegnerà, prima o poi. Ma non perderemo
il sonno nell’attesa. Ideologica semmai è
l’opinione di chi crede che il privato sia
sempre meglio del pubblico o che siano due
scelte assolutamente equivalenti.
Proseguiamo: Albertoni afferma che è “possibile
creare società miste pubblico-private”. Nessuno
contesta la possibilità, tutti quelli che
si sono pronunciati sinora gli stanno dicendo
però che non conviene farlo. Vero, altri
servizi a Cremona sono in parte gestiti con
forme o partecipazioni private, ma non sono
paragonabili al servizio idrico, che garantisce
ai cittadini un bene comune essenziale per
la sopravvivenza e la civiltà di tutti. In
Italia e nel mondo per l’acqua pubblica si
stanno battendo partiti, associazioni, vescovi,
cittadini organizzati, sindacati, interi
popoli. Tutti agiscono nella stessa ottica:
il bene comune acqua deve essere indisponibile
ai privati. Padre Alex Zanotelli ne fa una
questione fondamentale di democrazia. Ha
ragione.
Ma perché non conviene che il privato metta
mano su un bene pubblico? E’ un cattivone
per definizione? No, semplicemente il privato
ha l’obbligo di fare profitto: il profitto
(lauto, di solito) lo ricava appesantendo
le tariffe (in Toscana, il 300 per cento).
Se non può, lo ricava peggiorando il servizio
o in altri modi che sarebbe lungo spiegare.
Noi dei comitati acqua lo abbiamo visto succedere
ovunque e invariabilmente, in Italia e nel
mondo.
La decisione di domani rappresenta un punto
di non-ritorno? Tecnicamente no. Ma è un
atto di indirizzo importante, che obbligherà
i sindaci ad esprimersi sulla privatizzazione
senza che possano aver preso prima in considerazione
l’alternativa della pubblicizzazione. Vero,
è in linea con il piano d’ambito: infatti
è il piano d’ambito ad essere già ideologicamente
votato alla privatizzazione. Niente di irreparabile,
basta modificarlo.
Albertoni non adduce alcuna ragione tecnica
per la scelta del privato, non spiega per
quale ragione sia preferibile. Forse crede
che oggi le aziende pubbliche locali non
siano in grado di gestire l’erogazione dell’acqua?
Sarebbe imbarazzante, detto dal presidente
di una azienda pubblica. Ma pare di capire
che la preferenza di Albertoni derivi dalla
necessità di assicurare investimenti per
gli impianti. Lodevole: lo informiamo però
che la realtà delle esperienze di privatizzazione
in Italia e nel mondo vede invariabilmente
il privato realizzare lauti guadagni e disattendere
gli investimenti. Solo il pubblico è in grado
di assicurare gli investimenti adeguati senza
che il lucro diventi la finalità del servizio.
Però la domanda fondamentale è un’altra.
Albertoni è un presidente di nomina politica:
egli parla a titolo personale oppure per
AEM oppure per la parte politica che lo ha
messo su quella poltrona? Nel terzo caso,
vorremmo lo dicesse chiaramente; oppure,
in alternativa, vorremmo che la parte politica
in questione avesse il coraggio di prendere
posizione.
Ma anche altre voci mancano all’appello e
vorremmo tanto sentirle. A cominciare dai
sindacati. Speriamo non pensino che la partita
della gestione del servizio idrico non sia
di loro competenza: la è e pesantemente.
Altrove in Italia sono proprio i lavoratori
delle aziende idriche a guidare la protesta
contro la privatizzazione, perché loro sono
i primi ad accorgersi del peggioramento del
servizio. Per non parlare delle loro condizioni
di lavoro quando passano a lavorare per una
azienda privata.
Completiamo l’elenco dei grandi silenzi:
che dice Corada di tutto questo? Oggi coraggiosamente
il consigliere Rossetti ha cercato in consiglio
comunale di avere una risposta dal sindaco
sulla questione, ma è stato stoppato dal
presidente del consiglio con ragioni procedurali.
Sarebbe stato interessante sentire da Corada
che intenzioni ha per domani: pazienza, i
cittadini di Cremona attenderanno ancora
un giorno per saperlo.
per il Comitato Acqua Pubblica
Francesca Berardi
 
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