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 Attualità

15 Settembre, 2002
Milano. Lotta alla mafia 15.a giornata della memoria
Libera organizza la manifestazione nazionale in ricordo delle vittime delle mafie.

Milano. Lotta alla mafia 15.a giornata della memoria
Libera organizza la manifestazione nazionale in ricordo delle vittime delle mafie.
COORDINAMENTO PROVINCIALE DI LIBERA CREMONA
SABATO 20 MARZO
15.a GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL'IMPEGNO
IN RICORDO DELLE VITTIME DELLE MAFIE

A Milano
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
una Primavera di giustizia pace democrazia
per un'Italia libera dalle mafie
costruiamo anche in Lombardia
una nuova antimafia sociale

ore 9:30
bastioni di porta venezia
marcia per le vie del centro
lettura collettiva dei nomi delle donne e degli uomini assassinati dalle mafie
ore 12
piazza del duomo
messaggi e testimonianze
stand informativi
intervento di don Luigi Ciotti, presidente Libera
dalle ore 14
forum azioni concerti diffusi nella città

Le mafie non sono un problema lontano.
Anche nel Nord, in Lombardia, a Cremona
i poteri criminali vivono, lucrano, si diffondono.
Nell'economia, nella finanza, nella politica.
Ma anche nella società civile e tra i cittadini...

Anche da Cremona
un atto di impegno e partecipazione
per una giornata di libertà e responsabilità
giustizia sociale nonviolenza democrazia


PULLMAN DA CREMONA
partenza | h.7:30 da porta venezia
rientro | h.15
quota di partecipazione 10 euro

ISCRIZIONI
anche presso


Arci Cremona
Corso 20 Settembre, 60
tel. 0372 456371
tel.mob. 339 6940843
(h.16|19)
cremona@arci.it

"...contro l'inganno delle parole,
dobbiamo saldare le parole alla vita e la vita alle parole vere.
Troppe sono quelle abusate e strumentalizzate: 'pace', 'giustizia', 'diritti'.
E anche 'legalità',
che significa rispetto delle regole, da parte di tutti,
anche dei potenti che hanno schiere di avvocati pronte a difenderli quando le infrangono.
Assistiamo dunque a una grave crisi della legalità nel nostro Paese.
C'è uno Stato che aumenta sempre più l'area del penale
e diminuisce sempre più quella del sociale.
Se è vero che la legge è nata per difendere i più deboli,
la crisi della legalità è testimoniata dai tanti che sotto gli occhi di tutti vengono abbandonati al proprio destino..."


don Luigi Ciotti

LA GIORNATA
Il cuore della Giornata è un grande corteo per le vie della città-regione, durante il quale si tiene la lettura pubblica dei nomi di coloro che sono caduti per mano mafiosa, sia di coloro che sono stati uccisi perché si contrapponevano ai criminali per ragioni professionali (magistrati, esponenti delle forze dell'ordine e delle istituzioni), sia di quanti non si sono piegati al quieto vivere e hanno svolto il loro ruolo fino in fondo (giornalisti, imprenditori, sindacalisti, sacerdoti e tanti altri), ma anche di chi si è trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato ed è stato spazzato via dalla cieca violenza dei criminali.
Nella lettura dei nomi delle vittime - una vera e propria cerimonia laica che dura ore - si alternano familiari e personalità, studenti e cittadini, e per quanti partecipano, il ricordo delle vittime diventa uno stimolo all'impegno. Nel pomeriggio della giornata, sono previsti dei seminari che approfondiscono contenuti e tematiche per costruire percorsi di impegno a partire dalla memoria delle vittime.

PERCHÉ A MILANO, PERCHÉ IN LOMBARDIA, PERCHE' AL NORD
"Milano e la Lombardia rappresentano la metafora della ramificazione molecolare della 'ndrangheta in tutto il nord, dalle coste adriatiche della Romagna ai litorali del Lazio e della Liguria, dal cuore verde dell'Umbria alle valli del Piemonte e della Valle d'Aosta. La Lombardia è da sempre retroterra strategico dei più importanti sodalizi criminali calabresi e gli eventi registrati offrono ulteriori riscontri per quanto concerne la massiccia presenza nella regione di soggetti legati alla 'ndrangheta, con interessi principalmente nel settore del traffico di stupefacenti, nella gestione dei locali notturni e nell'infiltrazione all'interno dell'imprenditoria edilizia".
Come ci ricorda l'ultima relazione della Commissione Parlamentare Antimafia, è ormai chiaro a tutti che il fenomeno delle mafie nel nostro paese non riguarda più e soltanto le tradizionali regioni di origine, ma è da tempo un problema nazionale e internazionale.
Le mafie sono presenti a Milano e in Lombardia da tempo e, oggi più che mai, rappresentano una pericolosa minaccia per la convivenza civile e democratica.
Capire di avere un problema con cui confrontarsi costituisce già un primo passo positivo in avanti verso la sua risoluzione. Chi non accetta di misurarsi con le infiltrazioni delle mafie e della corruzione nel tessuto milanese e lombardo, fatta eccezione per i casi di diretta collusione, dimostra di voler rinunciare ad una battaglia che sente già persa in partenza. Bisogna quindi reagire alla sfiducia con una nuova assunzione di responsabilità, un compito che spetta a tutti, nessuno escluso.

LE RAGIONI DI OGGI
Tutti i documenti ufficiali di magistratura e forze dell'ordine raccontano di una presenza capillare e diffusa delle cosche in città e nella regione, a motivo della centralità dell'una e dell'altra nei processi decisionali economici e politici del nostro paese.
"La penetrazione delle organizzazioni mafiose nel territorio del Distretto di Milano non si arresta, ed anzi sembra accentuarsi, favorita da una maggiore predisposizione degli ambienti amministrativi, economici e finanziari ad avvalersi dei rapporti che si instaurano con l'ambiente criminale. Soprattutto nei settori delle opere pubbliche, della edilizia, dei mercati e della circolazione del denaro. E la criminalità organizzata non esita, all'occorrenza, anche in territorio lombardo, a far ricorso pure alle azioni violente per conseguire più agevolmente i propri scopi".
dalla relazione della Direzione Nazionale Antimafia, dicembre 2008
"In Lombardia le 'ndrine calabresi, continuano ad essere molto attive nel traffico di stupefacenti. A Milano e in altre province della regione la 'ndrangheta, oltre alle attività illecite tipiche delle strutture criminali organizzate e consolidate nel territorio, confermate, peraltro, dalle risultanze delle indagini svolte dalla DIA, i sodalizi portano avanti un'azione di penetrazione nel tessuto socio - economico, attraverso la connivenza con settori inquinati dell'imprenditoria. I sempre più rilevanti interessi in gioco, segnatamente nei settori dell'edilizia in genere e nei sub appalti per la realizzazione di opere pubbliche, hanno anche fatto saltare, in alcuni casi, equilibri, alleanze e spartizioni territoriali consolidati da tempo, facendo venir meno l'apparente clima di pax criminale che, negli ultimi anni, aveva connotato l'area. Trovano così una plausibile chiave di lettura anche i diversi episodi di intimidazione e gli omicidi avvenuti nella provincia di Milano e in altre aree della regione".
dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia, II semestre 2008

La Lombardia è la prima regione per traffico di cocaina e delle altre sostanze stupefacenti, Milano è la piazza dove si fa il prezzo delle sostanze per tutto il nord Europa e la regione offre diverse soluzioni ai trafficanti non solo di droga, in termini di opzioni di trasporti e di mimetizzazione nel tessuto sociale ed economico.
La Lombardia è la prima regione per segnalazione operazioni sospette in tema di riciclaggio all'Ufficio Informazione Finanziaria e offre numerose e diversificate possibilità di reimpiego dei capitali accumulati illecitamente dalle cosche.
La Lombardia è la terza regione per numero di aziende confiscate alla criminalità organizzata. Anche se nella maggior parte dei casi, abbiamo a che fare con aziende che, in realtà, sono delle "scatole vuote", è chiaro il tentativo delle mafie di avere a propria disposizione strumenti e possibilità di inquinare il tessuto economico a proprio esclusivo vantaggio.
La Lombardia è la quinta regione per numero di beni immobili confiscati, anche se negli ultimi anni si è trovato in posizioni ancora più elevate, tenendo conto delle singole annualità relative alle confische.
La Lombardia, come le altre regioni del nord, è la nuova frontiera dello sfruttamento della forza lavoro dei migranti e da qui deve partire un forte segnale di denuncia delle moderne forme di schiavitù, perché a tutti gli esseri umani vengano riconosciuti quei diritti che le mafie comprimono e negano mentre forniscono favori, in cambio di obbedienza e riconoscenza.
Milano e la Lombardia sono il crocevia dei tanti traffici illeciti delle mafie transnazionali che oggi prosperano sulla caduta delle frontiere in Europa e movimentano ingenti masse di denaro e merci di tutti i tipi, compresi gli esseri umani.

LE RAGIONI DI DOMANI
Nel 2015 la città e la regione saranno la sede di un grande evento internazionale. Expo 2015 movimenterà non solo presenze e relazioni, ma anche ingenti quantità di risorse, sulle quali è prevedibile abbiano già appuntato i loro appetiti le organizzazioni criminali.
Durante il percorso di avvicinamento all'esposizione mondiale, se è importante rafforzare il versante della repressione delle infiltrazioni criminali, è altrettanto strategico presidiare il versante delle prevenzione con pratiche di legalità, non solo destinate ai decisori pubblici ma anche alle diverse componenti della società, nella logica di una piena e matura corresponsabilità.

LEGAMI DI LEGALITA', LEGAMI DI RESPONSABILITA'
Una società civile e organizzata che voglia contrapporsi al potere delle mafie e della corruzione deve battersi perché la cittadinanza sia pratica vissuta e non sterile declamazione. I diritti sanciti dalla Costituzione devono essere pienamente fruibili, per tutti, senza privilegi o rifiuti. Mafie, corruzione, illegalità rappresentano un serio ostacolo alla piena attuazione del disegno di società contenuto all'interno della Carta Costituzionale, perché prosperano sulla violenza e sul delitto, privatizzano risorse destinate allo sviluppo della collettività, inquinano territori e cultura, negando ogni possibilità di alternativa.

Perché le mafie siano sconfitte, perché la corruzione venga debellata, perché l'illegalità venga rifiutata, occorre rinsaldare quei "legami di legalità" rappresentati dai tanti percorsi umani, civili e associativi che costituiscono l'ambito in cui praticare e vivere i diritti e che ogni giorno, in silenzio, civilmente e pazientemente continuano ad essere agiti, pur in condizioni di estrema difficoltà. Ad una criminalità organizzata che sfrutta ogni occasione di illecito arricchimento e di indebito sfruttamento dell'uomo, si devono contrapporre possibilità autentiche di crescita umana, percorsi democratici di decisione, fortemente saldati sul rispetto delle leggi, senza che vi sia spazio per le scorciatoie.

Perché la legge sia veramente uguale per tutti, occorre trasformare i tanti "legami di legalità" che spesso crescono e alimentano la speranza di cambiamento, in "legami di responsabilità", dove ciascuno, facendo la propria parte, cerca la relazione con l'altro; dove ogni realtà si rapporta all'altra, senza voler costringerla ad una inutile omologazione. Il termine "legame", infatti, indica una continua tensione, una ricerca forte e autentica di relazione, un rapporto dove sentimento e ragione devono intrecciarsi continuamente.
La legalità di per sé non può essere un obiettivo sterile; la legalità è viceversa uno strumento indispensabile per raggiungere il vero obiettivo, la giustizia sociale e la piena fruizione dei diritti da parte di tutti.
Se vogliamo evitare che la legge sia piegata a fini di parte, se vogliamo vincere la battaglia contro le mafie e la corruzione, serve quindi una maggiore responsabilità, serve un'assunzione concreta di responsabilità che interpella direttamente ciascuno di noi, ciascun cammino associativo, ciascuna scelta istituzionale. Tutte queste relazioni, tutti questi luoghi di democrazia, tutti questi legami civili devono interagire tra loro, pena l'insuccesso nella battaglia contro la criminalità organizzata, la corruzione, l'illegalità e, in ultimo, la pericolosa sfiducia nella possibilità di sortire insieme e collettivamente da problemi così complessi che minano la nostra democrazia.

TUTTE E TUTTI A MILANO, PER UNA NUOVA ANTIMAFIA SOCIALE
Sapremo noi cittadini lombardi capire che la battaglia per le mafie è una battaglia per i diritti e che l'ipoteca delle cosche sulle vite, gli affari, i circuiti istituzionali è più insidiosa perché apparentemente meno visibile ?
Sapremo riscoprire il gusto della partecipazione, unico vero antidoto alla rassegnazione ?
Sapremo, noi tutti, a partire dalle nostre stesse vite, trasformare i "legami di legalità" in "legami di responsabilità", perché si possa insieme ragionare su un domani, libero dalle mafie, dalla corruzione, dalla violenza, dall'illegalità alle quali troppo spesso ci abituiamo ?


informazioni, materiali, documentazione:
www.libera.it

 


       



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