15 Settembre, 2002
Le iniziative dei DS in Lombardia
Alfa di Arese, Emergenza Amianto e Carovita
Alfa di Arese: la Fiat rinunci ai licenziamenti
È di martedì scorso la notizia che l’8 dicembre,
allo scadere della Cassa Integrazione Guadagni,
la Fiat intende licenziare 850 lavoratori
di Arese, mettendoli in mobilità.
Per un certo numero di questi chiederà la
mobilità lunga di accompagnamento alla pensione.
“È estremamente grave – ha dichiarato Maria
Chiara Bisogni, consigliere regionale Ds
- che la Fiat voglia passare dalla cassa
integrazione ai licenziamenti per 850 lavoratori
di Arese, di cui un certo numero prepensionabili.
Per discutere della ricollocazione dei lavoratori
senza drammi occorre liberare la discussione
dal ricatto dei licenziamenti come a suo
tempo fu fatto per i lavoratori della Falck”.
“Il Presidente Formigoni – ha proseguito
Bisogni – deve chiedere alla Fiat la sospensione
dei licenziamenti e indurla a sedersi al
tavolo delle trattative, istituito presso
la Regione, che vede partecipi i rappresentati
dei lavoratori e le aziende interessate al
riutilizzo delle aree. E’ giunto il momento
della verità. Dalla propaganda mediatica
bisogna passare ai fatti”.In questi mesi
– ha concluso la consigliera diessina - c’è
stata un’intensa attività del Presidente
per la promozione dello stabilimento da riconvertire
in un polo della mobilità ecologicamente
compatibile.
Abbiamo appreso dalle numerose conferenze
stampa che ci sono molte aziende interessate
a questo progetto, ma i risultati sono allo
stato inconsistenti per quanto riguarda le
possibilità occupazionali.
Per quanto riguarda il vecchio accordo di
programma, le imprese sono disposte ad assumere
540 lavoratori Alfa, ma dichiarano di poterlo
fare soltanto nell’arco di due anni”.
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Emergenza amianto: approvata la legge
La legge per la bonifica e lo smaltimento
dell’amianto è stata approvata in Consiglio
regionale.
Questa norma, nata dall’accorpamento di un
progetto di legge del gruppo dei Democratici
di Sinistra con altre proposte, prevede,
tra l’altro, l’istituzione del Piano Regionale
Amianto Lombardia.
Il Piano mira ad effettuare il censimento
e la mappatura di tutti i siti con presenza
di amianto, il monitoraggio dei livelli di
concentrazione di fibre d’amianto nell’aria,
la definizione delle priorità degli interventi
di bonifica e dei criteri per l’elaborazione
di un piano regionale di smaltimento.La legge
prevede, inoltre, stanziamenti a fondo perduto
a favore di enti pubblici e singoli cittadini
che provvedono alla bonifica di questa sostanza
nociva.
“Da tempo denunciamo - ha commentato Marco
Cipriano, consigliere regionale Ds - come
la questione amianto sia una delle emergenze
ambientali e sanitarie più emblematiche per
l’Italia e soprattutto per la Lombardia”.
“Negli ultimi 20 anni – ha continuato Cipriano
- la mortalità per mesotelioma (tumore indotto
dall’inalazione di amianto) ha avuto un’impennata
e si prevede un’ulteriore crescita(fino a
28.000 vittime tra il 1995 e il 2029). Inoltre
su 105 comuni italiani ad alto rischio amianto
(secondo una classifica stilata dall’Istituto
Superiore della Sanità), ben 26 comuni sono
Lombardi, tra i quali Milano, Lodi, Voghera,
Monza e Treviglio.”.
“Con questa legge – ha concluso il consigliere
- la Lombardia, a più di dieci anni dall’emanazione
della legge nazionale 257/92 che vieta l’utilizzo
dell’amianto e ne prevede lo smaltimento
controllato, si dota finalmente dello strumento
necessario per affrontare il problema”.
Sulla questione è intervenuto anche il senatore
milanese dei Ds Antonio Pizzinato: “È urgente
che il Governo, sulla scorta di quanto fatto
dalla Regione Lombardia, assegni i finanziamenti
per la legge nazionale ancora ferma in Senato
anche in considerazione dei circa mille morti
all’anno per patologie direttamente imputabili
all’esposizione all’amianto.”
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Carovita: la Regione non stia a guardare
L’aumento costante e indiscriminato dei prezzi
incide pesantemente sulla vita dei cittadini.
La Regione può e deve fare qualcosa e in
tal senso sono impegnati i consiglieri delle
opposizioni.
Due mozioni, presentate da Rifondazione Comunista,
dai Ds e dagli altri partiti del centrosinistra,
impegnano la Giunta a compiere passi concreti
in tale direzione. In particolare si chiede
di bloccare le tariffe di competenza regionale
fino a quando non diminuirà significativamente
il tasso d’inflazione reale, di attivare
l’Osservatorio su prezzi e tariffe già previsto
da una legge regionale, di sollecitare il
Governo a rivedere il paniere Istat, a ritoccare
verso l’alto, in modo più realistico, il
tasso d’inflazione programmata.
Si ritiene importante anche un intervento
su alcuni costi che interessano tutta la
popolazione e che possono essere ridotti
con un’iniziativa dell’esecutivo: tra questi
il riscaldamento domestico (riduzione dell’Iva
al 10%), l’RC auto e le spese scolastiche
(libri di testo, corredo scolastico e tasse
di iscrizione) e i costi bancari.
 
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