15 Settembre, 2002
LA POLIZIA MUNICIPALE HA CELEBRATO IL SUO 150° ANNIVERSARIO
A Cremona il 2 giugno 1860, nell'aula del Consiglio Comunale viene deliberata la nuova Pianta dei "Veglianti di Sanità e di Pubblica Sicurezza"
LA POLIZIA MUNICIPALE HA CELEBRATO IL SUO
150° ANNIVERSARIO
Ricorre quest'anno il 150° anniversario di
fondazione del Corpo di
Polizia Municipale. Si tratta di una ricorrenza
che necessita di una
visibilità particolare proprio per l'evoluzione
e il cambiamento della
società al quale il Corpo della Polizia Municipale
ha dato prova, negli
anni, di sapersi adeguare. Per l'occasione
è stato predisposto un libro
fotografico che ripercorre la storia del
Corpo attraverso le immagini
più significative ed un DVD divulgativo delle
attività della Polizia
Municipale, nonché una mostra fotografica
che verrà allestita a Palazzo
Comunale.
Alle 17, dopo il ritrovo delle autorità elo
schieramento degli ufficiali
e degli agenti in piazza Stradivari con la
presenza del Corpo Bandistico
Pizzighetonese, vi è stato il saluto dello
schieramento e la parata fino
a piazza del Comune ed il successivo ingresso
nel cortile Federico II
dove si sono tenuti i discorsi celebrativi
e l'assegnazione dei
riconoscimenti agli ufficiali e agli agenti
che si sono particolarmente
distinti durante l'anno. Al termine della
cerimonia è stato offerto un
vin d'honneur nella Sala della Consulta di
Palazzo Comunale.
ATTO COSTITUTIVO DEL CORPO
A Cremona il 2 giugno 1860, ore 8 pomeridiane
(ore 20) nell'aula del
Consiglio Comunale viene deliberata la nuova
Pianta dei "Veglianti di
Sanità e di Pubblica Sicurezza". Sono
4 di sanità e 4 di pubblica
sicurezza "stati in tale loro qualità
provvisoriamente nominati a
coprire la vacanza dei cessati censori comunali
e Commessi di Polizia.
Il 18 Luglio 1860 il Regio Governo Provinciale
di Cremona e cioè la
"Deputazione Provinciale di Cremona"
approvava la Delibera del Consiglio
Comunale aggiungendo testualmente: "La
Deputazione Provinciale medesima
non sa esimersi dal raccomandare alla vigilanza
speciale di codesta
benemerita Giunta Municipale questi stipendiati,
affinché dai medesimi
si ottenga quel diligente a attivo servizio,
di cui la Città cotanto
abbisogna, né s'ingenerino in essi quegli
abusi che altre volte si
ebbero a lamentare."
Il Vice Governatore F.to Gallavini
Nel giugno del 1860 ricorreva il primo anniversario
dell'Indipendenza e
Cremona stava lentamente rinascendo a vita
nuova, infatti, al censimento
erano circa 30.000 abitanti, contava 2.238
case, delle quali 85 vuote,
con una popolazione presente di 30.990 anime
e 2.237 assenti. I giorni
della liberazione dal dominio austro-ungarico,
giugno 1859, erano stati
pagati a caro prezzo. Convogli di carri fecero
capo a Cremona, carichi
di feriti, di malati, di moribondi, provenienti
dai campi di battaglia,
italiani, francesi, tedeschi, croati vennero
allora concentrati e
ricoverati alla rinfusa, nella nostra città.
Cremona allora si meritò
la qualifica di città ospitale, generosa
"Italianissima", dando ricovero
ed assistenza a tanti eroi, vittime dei cannoni
e delle mitraglie. Ogni
giorno arrivavano feriti di ogni condizione,
come poi accadde nella
Grande guerra 1915.1918, quando Cremona fu
dichiarata città
contumaciale. I cittadini accolsero gli sventurati
e diedero ad essi le
cure fraterne che il caso chiedeva e forse
anche per questo che 4 dei
veglianti creati dal Municipio furono destinati
opportunamente alla Sanità.
Nel 1860 la città era pressoché chiusa entro
le vecchie mura e la cinta
le dava la forma di una pesante nave da carico
(magna phasebus), con a
poppa i resti dell'Antico Castello di S.Croce,
smantellato per ordine
dell'Imperatore d'Austria Giuseppe II. L'Albergo
Italia, l'Albergo del
Cappello, l'Albergo del Sole, punti di sosta
per diligenze e corriere
per Brescia, Codogno, Casalmaggiore, Mantova,
punti di coincidenza coi
servizi delle grandi vie di comunicazione.
La Legione della Guardia
nazionale, la Scuola di canto fondata nel
1842, l'imponente complesso
artistico monumentale di Piazza Roma, i molteplici
conventi e chiese, i
resti del Castello di Santa Croce, la sempre
deserta Piazza d'Armi, le
quattro porte della città, tutto questo era
il campo d'azione dei primi
8 veglianti al servizio di un chiuso capoluogo
di Provincia restituito a
libertà.
 
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