15 Settembre, 2002
Comune di Piadena: chiusura al traffico dei veicoli pesanti.
Gli autotrasportatori cremonesi contro i provvedimenti demagogici
Comune di Piadena: chiusura al traffico dei
veicoli pesanti.
Gli autotrasportatori cremonesi contro i
provvedimenti demagogici
Egr. direttore
Apprendiamo dalla stampa della ennesima proposta
di chiudere al traffico pesante alcuni tratti
di strada che attraversano vari comuni e
nella fattispecie il comune di Piadena.
Tutto si può chiedere a questo mondo; noi
del mondo dell’autotrasporto chiediamo una
sola cosa… il buon senso.
E prova di buon senso ne abbiamo già dimostrata
tanta anche quando alcuni provvedimenti sulla
viabilità hanno costretto le imprese di autotrasporto
a sobbarcarsi i costi dei maggiori tragitti
e del tempo in più trascorso alla guida.
Egr. sig. Sindaco di Piadena, noi comprendiamo
quali sono i problemi generati dal traffico
(tutto il traffico, quello leggero e quello
pesante) e sappiamo quale sensibilità ci
vuole nell’amministrare la cosa pubblica,
soprattutto quando si vuole fare davvero
l’interesse dei cittadini.
Ci permettiamo solo di suggerire alcune domande,
dare qualche informazione, ed alla fine esprimere
qualche preoccupazione .
La tutela della salute dei cittadini è un
dovere primario del sindaco ma le chiediamo:
§ l’inquinamento accertato è sicuro che dipende
tutto o in gran parte dagli autotreni che
transitano per Piadena?
§ Qual è il metro di misura e a quanto ammontano
le emissioni dei veicoli pesanti rispetto
a quelle dei veicoli leggeri?
§ Qual è il grado di emissioni di un veicolo
pesante classificato euro 3 od euro 4?
§ Ma soprattutto, se fosse vero quanto affermato
dai comitati, a quale comune trasferiamo
“tutto l’inquinamento prodotto da questi
veicoli”?
Siamo seri e soprattutto con i piedi per
terra!!
Le strumentalizzazioni non servono a risolvere
i problemi.
Noi chiediamo che le autostrade si facciano
non perché difendiamo corporativamente una
categoria, ma perché è una necessità ineludibile
di fronte alla inerzia programmatoria del
passato: nessuna modalità potrà sostituire
a breve in toto la strada, infatti, se non
in presenza di investimenti iperbolici oggi
nemmeno ipotizzabili. Non ultimo, per diminuire
l’inquinamento acustico ed ambientale dei
comuni interessati alle grandi concentrazioni
di traffico.
Non pretendiamo di dare lezioni a nessuno,
ma un motore a regime inquina molto meno
che un motore soggetto a continue sollecitazioni
di “fermo e via” cui sono sottoposti i veicoli
che transitano nei centri abitati.
Sul comportamento del settore del trasporto
in tema di emissioni rimandiamo alla lettura
del programma Comunitario AUTO/OIL II – comunicazione
della Commissione del 5 ottobre 2000 .
Come si risolve il problema della chiusura
di due ponti che attraversano il PO ?
Centinaia di veicoli pesanti ogni giorno
sono costretti a raggiungere la sponda Piacentina
e Parmense servendosi solo del ponte autostradale
con lunghe deviazioni o sul Mantovano o sul
Lodigiano, con aggravi di costi ed appesantimento
ulteriore dei volumi di traffico sui comuni
interessati dalle deviazioni.
Tutte soluzioni che costringono a lunghe
deviazioni e ad un aggravio di costi che,
in relazione al maggior tempo occorrente
per la deviazione (20/27 minuti per viaggio
giornalieri) a Cremona , mentre da Casalmaggiore
per andare a Colorno (5KM) occorre una deviazione
di 55 minuti comportando un onere per veicolo/autista
che va da € 85,70 a € 124,56 ed oltre al
giorno.
La competitività del trasporto merci italiano
(e dell’industria italiana che del trasporto
si serve) è fortemente minata dal divario
tra costo del carburante in Italia rispetto
al costo medio del gasolio europeo pari a
€ 0,122 al litro ( 236 vecchie £.)
Vale la pena ricordare che per una azienda
di trasporto il gasolio incide dal 30/33
% sui costi aziendali.
Con ciò intendiamo riportare l’attenzione
sulle condizioni dello sviluppo economico
che coinvolgono tutto il nostro territorio
ed entrambe le sponde del PO, e far osservare
che la viabilità provinciale è seriamente
compromessa da diversi eventi negativi quali:
- il ponte di Montodine in costruzione
- il traffico collassato della ss 415 con
una velocità commerciale a 30 Km ora
- le strozzature di Casalmorano (con il transito
inibito da ora per alcuni mesi)
- la via Mantova intasata
- l’attraversamento di Mantova inibito con
deviazioni lunghissime
- l’inadeguatezza della 591
- il ponte di Casalmaggiore ancora chiuso
per mesi
- la strada per Dovera vietata che collega
la provincia di Bergamo ed il Cremasco al
Lodigiano alto Milanese dove insistono le
grandi aziende di logistica.
Forse tutti i sindaci, per il bene della
loro comunità, vorrebbero vietare la circolazione
ai tir, ma l’interesse collettivo dell’industria
che produce e delle imprese che trasportano
i beni prodotti chi lo tutela?
Lo sviluppo senza problemi è difficile da
perseguire, o forse qualcuno predente di
avere solo vantaggi senza oneri, solo diritti
e niente doveri?
Forse ho la pretesa di indurre ad una riflessione
sul significato di interesse privato e interesse
collettivo, pretendo troppo?
Quale è l’interesse collettivo in una vicende
come questa?
Contemporaneamente a questa nota per la stampa
abbiamo chiesto un incontro con le autorità
competenti poiché nutriamo fiducia nelle
istituzioni certi che i problemi sopra esposti
potranno trovare una soluzione compatibile
ed economicamente equa per la categoria in
linea con i principi che regolano lo sviluppo
della nostra comunità .
Il Responsabile Prov.le
FITA -CNA Adriano Bruneri
 
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