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15 Settembre, 2002
E adesso voglio fà l'antiamericano !!!-DS troppo pigri sui pedali del triciclo.
*di Gian Carlo Storti dalla rubrica il welfare de " Il Piccolo" edizione di sabato 8 e 15 Maggio 2004.

E adesso voglio fà l'antiamericano !!!
*di Gian Carlo Storti dalla rubrica il welfare de " Il Piccolo" edizione di sabato 8 Maggio 2004.
Sto rischiando di ridiventare antiamericano….Lo sono stato durante la guerra in Vietnam, quando con alcuni milioni di giovani di tutto il mondo gridavano “ Nixon Boia” e battendo le mani si scandiva “ Ho Ci Min”. Abbiamo anche organizzato manifestazioni unitarie con i giovani democristiani, socialisti , aclisti ecc.. Manifestazioni silenziose ma vibranti. Ad una di esse parlò anche Giuseppe Torchio….Non lo sono per la guerra in Iraq, anche se la considero profondamente sbagliata…rischio di ridiventarlo su alcune tematiche sociali.
Infatti ho letto due articoli. Il primo “ Florida dei poveri” di Peter Hossel , pubblicato sull’ultimo venerdì di Repubblica , il secondo di Sergio Finardi, cremonese, oggi ricercatore negli USA, pubblicato dal piu’ modesto sito www.welfarecremona.it sui temi del lavoro.
L’ articolo di Repubblica indaga sui vecchi che, in Florida , sono costretti a lavorare ancora per tirare avanti , per acquistare le medicine. Vecchi ottantenni di elevata posizione sociale che oggi non riescono piu’ a vivere con la loro pensione e sono costretti a lavori diversi. Si legge “ Mirian Adler fa la guardia a Boca Point,una residenza di lusso.Secondo stime ufficiali,un decimo dei pensionati Usa vive al di sotto della soglia di povertà. Le piu’ colpite sono le donne che non hanno mai lavorato: alla morte del coniuge si ritrovano con la pensione ridotta della metà. E devono ingegnarsi. Dorothy ….. lavora come segretaria in un’agenzia di collocamento per anziani.Ha 79 anni è ben vestita, ma vive sotto la soglia di povertà. Arnold…fa il portiere in una residenza ….per 7,50 dollari l’ora: la pensione di ragioniere non gli basta per sopravvivere. Le medicine incidono tantissimo sul bilancio dei pensionati e riducono molti sul lastrico…….” E le storie potrebbero continuare !!!!
Sergio Finardi invece si occupa dei diritti dei lavoratori americani. Cita il rapporto di Human Rights Watch del 2000, quindi una fonte ufficiale. Eccone alcuni passaggi.
«L’indagine di HRW ha messo in luce che il diritto di associazione è un diritto sotto grave e spesso cogente restrizione quando i lavoratori negli Stati Uniti tentano di esercitarlo.
Senza sminuire la gravità degli ostacoli e delle violazioni che i lavoratori negli Stati Uniti devono affrontare, una prospettiva equilibrata deve essere mantenuta. I lavoratori statunitensi generalmente non devono misurarsi con pesanti violazioni dei diritti umani dove squadre della morte assassinano i sindacalisti e i diritti di organizzazione e sciopero sono banditi. Ma l’assenza di una sistematica opera repressiva da parte del governo non implica che i lavoratori negli Stati Uniti godano di un esercizio efficace del diritto alla libertà di associazione. All’opposto, la libertà dei lavoratori di associarsi è sotto un pesante attacco negli Stati Uniti e il governo manca spesso alla sua responsabilità, in base agli standard di diritti del Lavoro riconosciuti internazionalmente, di bloccare questi attacchi e proteggere i diritti dei lavoratori. Molti lavoratori che hanno tentato di formare il sindacato o di aderirvi per contrattare con i loro datori di lavoro sono stati spiati, intimidati, messi sotto pressione, sospesi, licenziati, riinviati forzatamente ai Paesi d’origine o in altri modi perseguitati in rappresaglia del loro esercizio del diritto di associazione».
Di fronte a queste situazioni la rabbia cresce.
Ma riflettendo è un errore diventare antiamericani. Errore perché non è responsabilità degli americani se ciò accade,ma delle classi politiche americane. E’ facile diventare qualunquisti e dire che lo schieramento dei repubblicani e dei democratici sono intercambiabili. La storia ci ha dimostrato il contrario ed ha messo in luce le grandi differenze che vi sono fra lo schieramento repubblicano e quello dei democratici. Oggi basta pensare alla differenza fra la politica di Bush in medio oriente e quella di Clinton….
Ora negli Usa è aperto un grande scontro politico che contrappone Bush a Kerry. Le differenze sono enormi sia sul piano internazionale che su quello sociale. L’esito delle elezioni di novembre non varrà solo per gli States ma anche per il nostro paese e per l’intero mondo ormai globalizzato , anche in politica.
In Spagna l’elettorato ha negato la fiducia ad Aznar e dato forza a Zapatero il cui primo atto, emblematico, è stato il ritiro delle truppe dall’Iraq.
II nostro Berlusconi proclama ogni giorno fedeltà alla democrazia ed al popolo americano. Il solito giro di parole per non dire che lui è fedele e servile alla politica di Bush.
A metà giugno andremo a votare per l’Europa, la nuova Europa. Ricordiamo a noi stessi che essere antiamericani è profondamente sbagliato e che bisogna far prevalere invece le politiche di pace e del sociale. Dobbiamo essere contro la politica del governo di Bush. Lanciamo quindi un forte messaggio al popolo americano facendo mancare i voti al nostro nostrano Premier Silvio Berlusconi. Con dolcezza però…!!!
Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it
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DS troppo pigri sui pedali del triciclo.
*di Gian Carlo Storti dalla rubrica il welfare de " Il Piccolo" edizione di sabato 15 Maggio 2004.
Molti amici mi chiedono che cosa ne penso della lista del “triciclo”, meglio definita con lista Prodi o “ Uniti nell’Ulivo” e che prospettive ha l’Ulivo.
Oddio, ringrazio, questi amici, per la fiducia , senza presunzione cerco di dare una mia interpretazione alla “fase politica”.
E’ indubbio che nel nostro paese manca una forza “ riformista e di sinistra” che in altre nazioni ha trovato sintesi nei grandi partiti socialdemocratici.
In Italia l’esperienza della costruzione di un grande partito socialdemocratico è fallita diverse volte per il semplice fatto che nel nostro paese vi è una forte componente cattolica democratica che non si ritrova nei valori del socialismo democratico che è stato vincente in altre parti dell’Europa. Le ragioni sono molteplici. Non vale indagare: apriremmo di nuovo percorsi di divisione ( a sinistra in particolare).
Oggi la lista Uniti nell’Ulivo, denominazione che preferisco a quella di lista Prodi, può davvero rappresentare un laboratorio politico , un punto di partenza, per costruire un soggetto politico nuovo. E’ il partito democratico di cui parla Salvati ? E’ il partito riformista di cui parlano Boselli ed alcuni esponenti dei Ds ?.E’ altro ? Non lo so. Personalmente lavorerò perché queste forze tendano sempre di piu’ ad unirsi , sia sul piano politico che su quello programmatico.
Questo schieramento ha sicuramente la necessità di un leader autorevole. Prodi non rappresenta l’ovvietà di una soluzione, ma la soluzione ottimale.
Certo questa prospettiva richiede radicali rinnovamenti sia nelle scelte politiche che nei gruppi dirigenti. Tocca ai Ds in particolare mettere a disposizione il patrimonio al servizio di una causa che vale piu’ di una candela. E’ necessario riscrivere una pagina della storia. Gli elettori del centro-sinistra desiderano unità, sono stanchi delle divisioni, non ne possono piu’. Non parlo di divisioni sul piano etico, che ci saranno ancora , e su grandi temi come quelli ad esempio della “procreazione assistita”, ma sui temi del sociale, del lavoro della politica estera. Della pace e della guerra. Ho la sensazione che i Ds, in questa fase, forse perché diretti da un gruppo dirigente giovane, che desidera affermarsi, non agiscano da propulsori….ma stiano un poco a vedere. Sicuramente una parte della sinistra Ds guarda fuori da questa prospettiva. Opinioni legittime ma non condivisibili. Anche la Margherita però è in difficoltà. Si guarda con sospetto ad una possibile egemonia politica troppo spostata a sinistra ecc.
I socialisti dello Sdi danno la loro versione ed a volte ti danno l’impressione di essere come “ Bartali” che ribadiva ai quattro venti “ è tutto da rifare”.
Nel complesso però l’ elettorato è convinto della scelta unitaria e voterà con soddisfazione questa lista.
L’Ulivo quindi ridiventa una coalizione di forze politiche che stanno assieme per un progetto politico di governo sia sul piano nazionale che locale. Una grande coalizione che sia in grado di battere il centro destra di Berlusconi e che faccia sognare gli italiani ( nel senso di farli sentire liberati).
A sinistra si imporrà qualche riflessione. Rifondazione comunista avrà il coraggio di “ rifondarsi” nel senso di divenire “ sinistra europea “? Chissà. Sicuramente , anche a Cremona, si imporranno, dopo le elezioni amministrative, che speriamo sia positive per l’Ulivo, una riflessione a tutto campo. Sarà necessaria una fase “ costituente” che dal basso ( cittadini-elettori) sia in grado di ridisegnare gli equilibri e ritrovare nuove modalità di partecipazione. Tema che Luciano Pizzetti ha lanciato alla Conferenza Programmatica dei Ds di qualche giorno or sono e per ora non presente nell’agenda politica locale.
Il cantiere quindi è aperto. Gli operai non mancano. Le risorse ci sono. Forse abbiamo bisogno di una “ cabina di comando” piu’ snella, piu’ coesa e che con chiarezza realizzi il progetto essendo capace di introdurre varianti in corso d’opera.
Ma si riuscirà.
Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it


 


       



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