15 Settembre, 2002
L’abolizione dei ticket per i malati cronici: i DS paventano il bluff
“I nostri argomenti contro una misura iniqua e odiosa nei confronti dei malati evidentemente erano giustificati e non demagogici, come sostenuto per mesi da Formigoni”

La decisione di Formigoni di fare marcia indietro sui Ticket
farmaceutici, almeno per i malati cronici, rende merito a una battaglia che il
Centrosinistra ha condotto dal dicembre 2002, anche raccogliendo oltre 250 mila
firme. I nostri argomenti contro una misura iniqua e odiosa nei confronti dei
malati evidentemente erano giustificati e non demagogici, come sostenuto per
mesi da Formigoni e dalla sua maggioranza. L'introduzione dei ticket
farmaceutici è costata nel 2003 ai cittadini lombardi 168 milioni di euro e,
con queste nuove esenzioni, in vigore dal 1° ottobre prossimo, l'esborso, nel
2004, sarà di 155 milioni di euro. Ci sarà dunque una riduzione di spesa per i
malati cronici di poco più di 15 milioni di euro nel 2004 e di circa 65 milioni
di euro per il 2005, stando alle stime dell'assessorato. Le ragioni che hanno
indotto la Giunta ad operare queste scelte ci sembrano essere legate più
all'esigenza di recuperare consenso in vista della prossima scadenza elettorale,
soprattutto alla luce dei risultati delle europee e delle provinciali, che alla
salute del bilancio regionale. Infatti nel 2003 si è raggiunto il pareggio di
bilancio solo grazie ai ticket farmaceutici, pronto soccorso, superticket su
esami e prestazioni (190 milioni) e addizionale Irpef (330 milioni). È
sorprendente che non vi sia traccia di questo provvedimento, che avrà effetti
economici soprattutto nel bilancio 2005, né nel DPEFR né nella legge di
assestamento di bilancio approvati entrambi martedì scorso dal Consiglio
Regionale. Come nella delibera che allarga le esenzioni né in nessun altro atto
finora adottato sono previste misure compensative significative per ridurre la
spesa farmaceutica già in vigore, con successo, e in via di sperimentazione in
altre regioni come Toscana, Umbria, Marche, Campania, Piemonte, Veneto, Abruzzo,
Basilicata. Non possiamo esimerci dal mettere in guardia i cittadini dal fatto
che la decisione è stata assunta proprio nella settimana in cui, dalle
anticipazioni sulla finanziaria 2005, si apprende che potrebbero essere previste
misure sulla spesa sanitaria, in particolare la possibile introduzione di
salatissimi ticket sui farmaci e sui ricoveri ospedalieri. È sorprendente che
il presidente Formigoni, forte sostenitore della piena autonomia regionale in
campo sanitario, non si sia sentito in dovere di spendere una parola per
rivendicare piena sovranità anche sulla potestà di introduzione dei ticket.
Sarebbe davvero una beffa che la marcia indietro di Formigoni sui ticket
regionali fosse vanificata, con gli interessi, da ticket nazionali. Formigoni e
la sua Giunta dovrebbero inoltre riconoscere che, dopo la pubblicazione,
avvenuta venerdì 30 luglio sulla Gazzetta Ufficiale del decreto che addossa
alle industrie del farmaco, con un anticipo di 495 milioni di euro, una parte
consistente dello sfondamento della spesa farmaceutica 2004, mantenendo i
ticket, fanno pagare ai cittadini una parte di costi che altrimenti sarebbero
addebitati alle case farmaceutiche.  
Per vedere alcuni dati:
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