15 Settembre, 2002
Aurelio Ferrari,sindaco di Lodi, Presidente Anci Regionale
Il presidente uscente on. Giuseppe Torchio ha sottolineato nel suo appassionato ed emozionato intervento i tanti momenti di crescita dell' Anci Lombardia
ANCI LOMBARDIA: eletto Presidente Aurelio
Ferrari, sindaco della città di Lodi
Rinnovati anche i 69 componenti del Consiglio
Direttivo regionale
Aurelio Ferrari, sindaco della città di Lodi,
è il nuovo Presidente di Anci Lombardia.
La nomina è avvenuta per acclamazione al
termine del Congresso regionale che ha portato
anche al rinnovo, sulla base di una lista
unitaria secondo la miglior tradizione dell’Associazione
dei Comuni, dei 69 componenti del Consiglio
Direttivo, alla nomina dei 9 consiglieri
nazionali e dei 137 delegati al Congresso
che si svolgerà a Genova dal 3 al 6 novembre.
I lavori sono stati presieduti dal sindaco
di Tremezzo Mauro Guerra e hanno visto la
presenza del presidente nazionale Leonardo
Domenici, dell’assessore regionale Maurizio
Bernardo e di Daniela Gasparini, assessore
provinciale di Milano.
Il presidente uscente on. Giuseppe Torchio
ha sottolineato nel suo appassionato ed emozionato
intervento i tanti momenti di crescita che
Anci Lombardia in questi anni ha vissuto
ed ha delineato le questioni aperte, quelle
su cui i rinnovati organi dovranno certamente
impegnarsi già dalle prossime settimane.
Nel suo intervento il neo presidente Aurelio
Ferrari ha evidenziato come “le vicende quotidiane
portano a dire che il Comune è anzitutto
la casa di tutti i cittadini: questo è un
riconoscimento, prima ancora di una richiesta
di maggiori risorse. Questa richiesta e questo
convincimento noi li supportiamo con tutto
il nostro senso di responsabilità, che ci
contraddistingue anche nel contenimento della
spesa pubblica. Il nostro metodo è quello
del dialogo. Ascoltiamo e vogliamo essere
presi in considerazione quando parliamo,
perché sappiamo di essere portatori di esigenze
primarie e bisogni concreti. Nessun preconcetto,
ma intendiamo discutere di tutto, perché
il nostro ruolo è quello di dare risposte
ai problemi dei minori, degli anziani, dell’handicap,
dell’ambiente, della salute, dei nostri cittadini
come degli immigrati. La nuova Finanziaria
pone molte ombre, il patto di stabilità è
un’imposizione non percorribile, la Conferenza
delle autonomie deve essere riformata, le
Unioni dei Comuni sono una scelta di prospettiva
assolutamente non tutelata se si pensa all’esiguità
della quota di 20 milioni di euro stanziati
in Finanziaria. Tanto insomma è stato fatto,
ma molto deve essere ancora fatto in una
fase di tumultuosi mutamenti. Credo per questo
che chi ha di più debba avere un senso di
responsabilità maggiore e che i grandi Comuni
non debbano agire solo per proprio conto,
ma debbano mettere anche a disposizione dei
piccoli le loro strutture. Se ognuno farà
la propria parte i risultati certo non potranno
mancare”.
Le conclusioni del congresso sono state del
Presidente nazionale Leonardo Domenici, che
ha anche consegnato al presidente uscente
Giuseppe Torchio una pergamena come riconoscimento
per l’intenso lavoro svolto in questi anni
a favore dell’Associazione e, in particolare,
dei piccoli Comuni. “La recente approvazione
della riforma alla Camera – ha sottolineato
il presidente Domenici – non li lascia per
nulla tranquilli. Dalla riforma federalista
non vengono per i Comuni segnali incoraggianti,
Noi siamo per il rispetto della pari dignità,
pur nelle differenze dei ruoli. C’è il fondato
timore invece che si voglia tornare a forme
gerarchiche piramidali, con i Comuni al livello
più basso. Temo insomma che si possa ricreare
una rinnovata conflittualità fra le istituzioni.
Gli obiettivi inmmediati restano comunque
quelli legati alla Finanziaria 2005, dove
chiediamo con forza l’esclusione dal patto
di stabilità sia degli investimenti che di
tutti i Comuni al di sotto dei 5mila abitanti.
Forti preoccupazioni vi sono anche sull’entità
delle risorse stanziate. Devo anche dire
che siamo stanchi della discussione confusa
sugli enti locali, perché non sono i bilanci
dei nostri Comuni quelli che portano al deficit
dei conti pubblici. Spero su questi temi
di poter riaprire al più presto il confronto
anche con il Presidente del consiglio. Da
Genova comunque tornerà a farsi sentire con
forza la voce dei comuni. Solo così potremo
raggiungere quei risultati di cui le nostre
amministrazioni hanno bisogno, perché sono
necessari ai nostri cittadini”.
 
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