15 Settembre, 2002
Piano della Sosta e della Mobilità in Centro Storico
Dal lunedì 8 novembre al via la prima tappa di attuazione
Da lunedì 8 novembre al via la prima tappa della prima fase di
attuazione del Piano della Sosta e della Mobilità in Centro Storico, approvato
dal Consiglio Comunale nel novembre 2003. Dall’8 novembre diventa area
pedonale Via Sicardo (nel tratto compreso tra vicolo Galantino e Piazza
S. Antonio Maria Zaccaria): i veicoli NON POSSONO ACCEDERE all'area pedonale
salvo casi particolari e autorizzati quali: veicoli che devono accedere a
proprietà laterali con percorso obbligato; veicoli al servizio di persone con
capacità di deambulazione sensibilmente ridotta (con sosta negli appositi spazi
riservati); veicoli che, per motivi di servizio, sono dotati di particolari
autorizzazioni (Amministrazione Comunale, A.E.M., TELECOM, ecc.), solo per
interventi in zona; veicoli adibiti al servizio di pubblica sicurezza e pronto
intervento; veicoli autorizzati per carico/scarico merci, per attività
commerciali; taxi, bus... In area pedonale si può circolare in bicicletta ma la
precedenza è sempre dei pedoni.
Sempre da lunedì 8 novembre attuazione delle nuove zone a traffico
limitato che comprendono le seguenti vie: via S. Anguissola e via Virgilio (la
ZTL viene estesa a tutta la lunghezza delle due vie), via G. Cadolini; via
Gioconda, vicolo Stretto, via Bizzarra, vicolo Traverso e via Fogarole; via L.
Voghera, via L. Cavitelli, via N. Sfondrati, via Umiliati, piazza S. Abbondio,
vicolo Laureano, via Zaccaria del Maino, vicolo Gentile, vicolo Chiesa, via S.
Antonio del Fuoco (tratta via N. Amati via Umiliati), via Poffacane; via
Capellana, via Redegatti e via Malombra: i veicoli di persone non residenti
NON POSSONO ACCEDERE alla ZTL salvo casi particolari e autorizzati quali:
veicoli al servizio di persone con capacità di deambulazione sensibilmente
ridotta (con sosta negli appositi spazi riservati); veicoli autorizzati al
transito e sosta e/o per accedere ad una proprietà laterale, con percorso
obbligato; veicoli che, per motivi di servizio, sono dotati di particolari
autorizzazioni (Amministrazione Comunale, A.E.M., TELECOM, ecc.), solo per
interventi in zona; veicoli adibiti al servizio di pubblica sicurezza e pronto
intervento; veicoli autorizzati per carico/scarico merci, per attività
commerciali; taxi, bus... Possono circolare ciclomotori (tranne in corso
Mazzini) e biciclette.
Negli scorsi anni, in più occasioni, sono state realizzate analisi atte ad
evidenziare le criticità segnalate dagli utenti (cittadini, residenti,
operatori o semplici visitatori) che lamentavano l’inadeguatezza dell’attuale
sistema di stazionamento nel Centro Storico. L’alto indice di motorizzazione
cittadino (circa un veicolo ogni abitante e mezzo senza distinzione di età) ha
elevato la domanda di sosta. Per questo, pur volendo dedicare a tale funzione
tutto lo spazio stradale disponibile, lo stesso risulterebbe comunque
insufficiente.
Vale, però, la pena domandarsi se dedicare a tale funzione una parte così
pregiata dello spazio pubblico, ignorando la necessità di percorsi pedonali e
ciclabili nonché l’impatto visivo che crea un veicolo fermo in luoghi che
hanno ben altre caratteristiche ambientali di un semplice contenitore d’automobili,
sia una scelta appropriata.
Purtroppo, per superficialità riconosciamo allo spazio stradale la sola
funzione di movimento ignorando le altre funzioni che esso ricopre, tra cui
quella sociale (la vita di relazione, di vicinato di incontro) che la numerosa
partecipazione di cittadini a manifestazioni come, ad esempio, I giovedì d’estate
hanno fatto risaltare.
Come trascurare la funzione ambientale della strada e come uno scorcio
prospettico esalti le caratteristiche di un monumento (cosa ben nota agli
amministratori degli inizi del 1900 che hanno provveduto a liberare il Duomo dai
numerosi edifici che lo affiancavano, forse con minori polemiche di quelle che
si sono avute per eliminare la sosta da Via Boccaccino). Gli interventi
effettuati nelle aree di sosta centrali, sono stati per lo più finalizzati ad
aumentare la rotazione degli spazi disponibili istituendo aree, in zone
considerate ad alta richiesta, ove lo stazionamento del veicolo era condizionato
al pagamento di una tariffa.
Questo sistema ha permesso di moltiplicare l’uso dello stallo, limitare il
protrarsi nel tempo della sosta, aumentare la ricettività di varie aree
cittadine; mentre l’unica nota negativa è legata alla tariffa spesso vissuta
come ulteriore balzello sul veicolo privato che crea notevoli disagi ai
residenti.
L’attuale sistema di accessibilità al centro storico mostra ormai tutti i
difetti di una mobilità pensata come rimedio e non come strategia, al costante
inseguimento dei problemi e senza la possibilità di programmare gli interventi
secondo piani organici che perseguano una logica di sviluppo basato sulla
sostenibilità ambientale degli interventi.
Questo approccio ha scontentato, per motivi diversi, le varie categorie di
utenti: i residenti alla costante ricerca di un posto per l’auto di
proprietà (spesso due o tre per nucleo familiare) nei pressi del domicilio; i
titolari di attività alla ricerca di spazi per la sosta operativa, (in
centro ve ne sono ben 284) per i clienti nonché per i propri veicoli; i
lavoratori del centro con i problemi legati alla sosta lunga del veicolo con
cui si recano al lavoro; gli utenti deboli (pedoni e ciclisti) poco
tutelati da un sistema di gerarchia stradale che privilegia l’automobile; i
visitatori con la necessità di trovare comodi parcheggi in prossimità dei
luoghi di destinazione.
Queste sono le problematiche con cui dovrà misurarsi il presente progetto con l’evidente
difficoltà di poter soddisfare le necessità degli utenti senza alterare il
valore ambientale della parte più pregiata della città. Si è cercato quindi
di attrezzare spazi per la sosta rispettando, nel contempo, una scala di valori
che garantisca in prima battuta la sicurezza dei cittadini, poi la sosta dei
residenti, quindi quella operativa e dei visitatori.
Il panorama futuro
Per il futuro è previsto di cambiare completamente il rapporto con il cuore
della città che diventa, nelle porzioni più pregiate, ampiamente pedonalizzato
o comunque a traffico fortemente ridotto. Per giungere a questo risultato, che
allinea Cremona alle grandi città europee ove da tempo il nucleo storico più
pregiato è lasciato all’uso esclusivo dei pedoni e la scelta di precluderlo
al transito dei veicoli è ormai talmente radicata nella cultura dei cittadini
che si sta pensando ad una forte riduzione della segnaletica stradale, occorre
però perseguire con tenacia e decisione alcune azioni.
Politica della sosta, è importante realizzare parcheggi al servizio del
centro storico da dedicare alla forte rotazione attraverso politiche tariffarie
differenziate. In quest’ottica si pone la scelta di realizzare l’autosilo in
piazza Marconi. L’unica eventuale alternativa potrebbe consistere nell’individuazione
di più aree limitrofe ubicate sulle direttrici di penetrazione al centro, non
essendo disponibili nel C.S. aree equivalenti. E’ inoltre fondamentale
potenziare la dotazione di parcheggi di interscambio, utilizzando eventualmente
strutture rimuovibili che garantiscono velocità di realizzazione e la
possibilità di recuperarle e riutilizzarle in altri ambiti. Questi parcheggi
verranno utilizzate dai lavoratori che attualmente sostano nelle aree centrali,
durante gli orari di maggior richiesta, dovranno essere servite da un buon
numero di mezzi pubblici proponendo, come detto, un’accattivante politica
tariffaria da estendersi anche ai parcheggi privati. In tal senso sono orientati
tutti i progetti, riuniti nel protocollo d’intesa siglato in Regione
Lombardia, che riguardano il comparto della stazione ferroviaria che prevedono,
oltre al rifacimento del piazzale della stazione, la creazione di nuovi
parcheggi per i pendolari, e, con tempi più lunghi, il rifacimento della
stazione dei servizi automobilistici di linea extraurbani.
L’Amministrazione Comunale da tempo ha iniziato a percorrere nuove strade
innovative per affrontare i problemi legati alla gestione della Mobilità e tra
queste vale la pena di citare le tecniche di Mobility Management che, partendo
da un’analisi del pendolarismo lavorativo, lo indirizza verso l’utilizzo di
parcheggi esterni al centro e/o di forme aggregate dell’uso del veicolo
privato.
Andrà, inoltre, prestata particolare attenzione ad una attenta politica
tariffaria che possa far capire all’automobilista il pregio del territorio che
sta usando, una sorta di park-pricing, ove la tariffa deve avere una diretta
ricaduta sul territorio, mediante il riutilizzo di parte degli introiti per il
potenziamento della sosta magari sostenendo le politiche di integrazione
tariffaria con il mezzo pubblico di cui si diceva sopra (park & ride).
Sistema commerciale. Il commercio cremonese, importante valore aggiunto
alle bellezze monumentali, ha indubbiamente subito una contrazione negli ultimi
anni perdendo quella capacità di attrarre clienti dai territori limitrofi,
azione importante, per il negoziante e per la “vitalità” del centro: quest’azione
sinergica ha sempre contraddistinto il commercio cittadino.
Difficile capire il perché di questa inversione di tendenza; sarebbe però
estremamente riduttivo ricondurre tutti i problemi del commercio alla difficile
accessibilità o alla mancanza di parcheggi, ostacolo peraltro facilmente
superato nei giorni di mercato o di grande afflusso del centro per
manifestazioni.
Al proposito vale la pena notare che già dall’ormai lontano 1994 lo studio
Delfo, incaricato di redigere il piano Commerciale, evidenziava nella fase
analitica, la diversa percezione del problema della sosta che mostravano avere i
proprietari dei negozi che, a questo fattore, imputavano la causa maggiore dello
scarso afflusso alle attività del centro mentre i clienti mettevano tale causa
al quarto posto.
Risulta comunque estremamente improduttivo individuare colpe e responsabilità
poiché probabilmente l’attuale condizione è frutto di più fattori.
E’ certamente più importante definire gli obiettivi da raggiungere
concertando con tutti gli attori coinvolti (Amministratori, operatori, tecnici),
ognuno per le proprie competenze, le migliori strategie nella consapevolezza che
una facile viabilità, un adeguato numero di aree di sosta, un efficace
trasporto pubblico ed una sicura passeggiata possono incrementare la fruizione
del centro al pari di una offerta commerciale differenziata ed economica.
La pedonalità va intesa come risorsa, come elemento qualificante di uno spazio
monumentale dedicato anche al commercio. Proprio per la necessità di
individuare la strategia vincente e di condividere le scelte che questa fase del
piano ha le caratteristiche di una proposta su cui effettuare osservazione,
considerazioni e nuove proposte.
Trasporto pubblico, l’altra grossa partita su cui si gioca il futuro
della mobilità cremonese.
Con il nuovo piano trasporti l’Amministrazione Comunale sta cercando di dare
un forte impulso all’uso del mezzo pubblico allo scopo di ridurre il numero
dei veicoli privati che accedono al centro storico, presupposto fondamentale per
riportare la mobilità a valori compatibili con la città, riducendo l’inquinamento,
attualmente fonte di grandi preoccupazioni. E’ noto che il vecchio piano
trasporti datato, nella sua ossatura fondamentale 1980, non risponde più alle
esigenze di spostamento dalle varie zone della città ed anche i tentativi di
modifica e di adeguamento dei percorsi, effettuati in fasi successive, non hanno
dato i risultati sperati.
Ormai le categorie che compiono spostamenti sistematici e quindi facilmente
soddisfabili dal servizio pubblico, non utilizzano il bus. L’Amministrazione
Comunale ha fortemente creduto nella riforma del Trasporto affrontando con
decisione, così come proposto dall’attuale normativa, le gare per l’assegnazione
del servizio ma soprattutto redigendo un nuovo piano definendo con precisione le
linee guida del progetto. Il nuovo Piano di Trasporto, partendo da un
approfondito studio analitico che evidenzia le criticità del sistema attuale,
arriva a definire standard qualitativi necessari al rilancio del servizio per
indurre quel 12% che si muove in zone del centro, e quel 75% di lavoratori,
casalinghe e pensionate che utilizzano improduttivamente le aree di sosta
centrali, ad abbandonare il veicolo privato ed utilizzare i bus. Naturalmente,
occorreranno anche azioni decise di dissuasione come l’istituzione di aree
protette dal traffico quali appunto l’istituzione di ZTL e Aree Pedonali.
Adeguamento della viabilità attorno al centro. Le scelte sul centro
storico, inevitabilmente, avranno ripercussioni sulla periferia; è quindi
necessario un adeguamento delle direttrici che lo perimetrano ed in particolare
del vecchio tracciato attualmente usato come circonvallazione interna (ring).
Il primo intervento, già previsto dal Piano Urbano del Traffico è consistito
nella progettazione di un itinerario semaforico coordinato, che verrà
realizzato con contributo regionale, in grado di rilevare l’intensità dei
flussi veicolari gestendo i plotoni di veicoli, coordinando gli interventi per
smaltirli negli incroci limitrofi rilevando, inoltre, il passaggio del veicolo
pubblico e fornendogli la priorità semaforica. La realizzazione di tale sistema
permetterà di migliorare la qualità della circolazione stradale lungo gli assi
interessati dal progetto nonché un notevole miglioramento delle performance dei
mezzi pubblici.
Andrà altresì posta a senso unico ampia parte delle strade di ring
cominciando, dopo la valutazione degli effetti del progetto sui semafori, da Via
Dante e Viale Trento e Trieste; il progetto avrà notevoli ricadute sulla
qualità della circolazione stradale prevedendo un’ampia area di sosta lungo
via Dante e più semplicità dell’uso delle direttrici. Saranno, poi, di
notevole entità i risultati relativi alla sicurezza della circolazione
stradale, con la creazione di una pista ciclabile lungo viale Trento e Trieste e
l’eliminazione quasi completa dei punti di conflitto (punti ove si intersecano
i veicoli quindi potenzialmente pericolosi) alle intersezione tra le due
arterie.
Tutti questi interventi sono finalizzati ad ottimizzare la capacità delle
strade di ring per permettere un facile e sicuro smaltimento dei veicoli che si
aggiungeranno agli attuali dopo l’ampliamento delle zone interdette alla
normale circolazione stradale.
Ricorso alle tecnologie. Sarà pressoché inevitabile il ricorso alle
tecnologie per il rilievo dei veicoli che accedono alle zone interdette al
traffico (telecamere, spire e software ecc.) anche per alleggerire la Polizia
Locale dei problemi connessi con la sorveglianza degli accessi).
Controllo elettronico dei varchi. Si prevede la posa di telecamere su
tutti i varchi che perimetrano la zona interdetta alla circolazione stradale
(cinque zone) ed il collegamento delle stesse a centrale operativa (presso la
Polizia Municipale?) utilizzando la rete a banda larga. La gestione del sistema
avverrà utilizzando un software in grado di rilevare i numeri di targa e
confrontarli con quelli autorizzati all’accesso e che sarà pertanto
predisposto per la repressione degli abusi. In forza di questo sistema andranno
ulteriormente ripensate le modalità di rilascio dei permessi sia nell’individuazione
degli autorizzati sia nella creazione del relativo stampato. Il sistema è
attualmente utilizzato in diverse città italiane, dimostrandosi efficace nella
dissuasione degli abusi ed efficiente nel perseguire le violazioni ed anche la
Regione Lombardia ha, in più occasioni, incentivato il ricorso a tali
tecnologie.
Tariffazione degli accessi (road pricing). La mobilità privata crea non
pochi problemi al sistema cittadino; alcuni dei quali, inquinamento, sicurezza,
necessità di nuove infrastrutture ed usura di quelle esistenti, hanno dei forti
costi economici e sociali, che non possono essere completamente assorbiti dalla
comunità utilizzando i soldi dei cittadini, indistintamente dall’uso che
questi fanno della città. Chi utilizza la bicicletta, ad esempio, non può
farsi carico della stessa quota di manutenzione delle strade di chi usa un
fuoristrada o un veicolo di trasporto merci.
Per questa ragione andranno attuate politiche di tariffazione degli accessi
suddividendo le varie categorie di city-user, l’uso del suolo ed i costi
sociali ad essi riconducibile. Gli introiti da tariffa saranno, in una quota
significativa, finalizzati oltre che alla gestione delle spese indotte, alla
promozione di iniziative per incentivare gli utenti ad un uso ecologico del
centro storico ed al miglioramento delle qualità ambientali dell’intera
città (piste ciclabili, promozione trasporto pubblico, mezzi ecologici ecc)
Con questo importante progetto il Comune di Cremona intende recuperare il forte
ritardo accumulato nei confronti di altre realtà europee in materia di
vivibilità e sicurezza. L’obiettivo è certamente ambizioso, ma è
assolutamente irrinunciabile poiché anche in una città come Cremona gli
standard qualitativi sono andati lentamente ma irreversibilmente peggiorando,
senza alcun beneficio per le categorie economiche e sociali che risiedono e vi
operano. L’impresa è certamente impegnativa, e assolutamente non perseguibile
senza l’impegno di tutti quelli che a vario titolo incidono sulla vita nella
città.
4 novembre 2004
 
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