15 Settembre, 2002
"Ogm o agroalimentare di nicchia?"
Le Commissioni Agricoltura e Ambiente avviano il dibattito
 Ogm o agroalimentare di nicchia? Il dibattito ha preso avvio
su iniziativa delle Commissioni Agricoltura e Ambiente. "E' un percorso di
approfondimento conoscitivo, intrapreso anche su indicazione del mondo agricolo
locale - spiegano i Presidenti Antonello Santini e Andrea Ladina -, per
indirizzare scelte consapevoli rispetto ad una tematica di grande ricaduta per
una provincia a forte vocazione agroalimentare come è la nostra".
L'incontro, nei giorni scorsi, ha visto la partecipazione dei consiglieri
Riccardi, Patrini, Rusca, Fontanella, Gugliermetto, Superti, Santini, Longhino,
Dusi, Borini, Tamagni, Gallina, oltre agli Assessore Giorgio Toscani e Giovanni
Biondi e il Dirigente Settore Agricoltura, Andrea Azzoni.
"Con la conversione in legge del decreto Alemanno è stata gettata la base
italiana per dare coesistenza tra i cambi biotech e quelli tradizionali. Il
testo che recepisce una direttiva comunitaria, estende anche in Italia la
possibilità di seminare varietà Ogm, ma per decollare ha bisogno ancora di
specifici piani regionali - ha spiegato Andrea Azzoni -". Il dirigente ha
illustrato il quadro di un trend in crescita che coinvolge molti paesi,
diffondendo l'Ogm anche nella nostra catena alimentare. Dettagliata poi la sua
illustrazione scientifica, con un excursus storico da Mendel ai più recenti
tagli sul DNA, per affermare una pratica che "risulta sempre più gradita
sia agli economisti che ai genetisti". "Gli ibridi tradizionali - ha
commentato - hanno raggiunto il top produttivo e di resa e i prezzi calano; gli
ibridi transgenici ottimizzano delle caratteristiche, minor resistenza
parassiti, il prodotto è migliore, più resistente, comporta minor uso di
fitofarmaci. Costa però di più e soprattutto non si sa quale sia il suo
destino, perché non esistono ad oggi tutti gli strumenti conoscitivi per
fornire un giudizio di merito". Proprio per questa incertezza, la
Comunità europea negli anni 80 ha introdotto il principio di precauzione e nel
2003 il nuovo principio di coesistenza: possono coabitare produzioni Ogm e non
Ogm. L'Europa, pur disorganicamente, si sta allineando. La domanda intorno alla
quale il Consiglio intende riflettere è: "Vale la pena resistere all'Ogm?".
Ad arricchire il dibattito le prime idee. Giuseppe Fontanella (Fi) è favorevole
agli Ogm senza indugi. Giampaolo Dusi (Rc) e Fermo Borini (Lista Torchio)
ritengono che "il fenomeno debba essere affrontato senza approcci
ideologici ma tenendo anche presente l'opportunità e l'importanza sia per il
nostro Paese, sia per la nostra Provincia, di costituire una significativa
nicchia, all'interno del vastissimo mercato mondiale, di produzione
agroalimentare non Ogm fortemente caratterizzata, ricca di prodotti tipici di
alta qualità, chiaramente identificabili e di certa tracciabilità". E' la
tendenza, pur senza riserve preconcettuali sugli Ogm, assunta negli anni scorsi
dalla Provincia nel Piano Agricolo. Le Commissioni prevedono che il testo che
andrà presto in revisione potrà, dopo le conclusioni del dibattito avviato,
contenere le nuove riflessioni maturate al riguardo. Pippo Superti (Ds) invita
alla cautela: "La moratoria fino al luglio 2006, rinvia a quella data ogni
decisione, in attesa dei regolamenti regionali. Proprio perché l'argomento
interessa il territorio, evitiamo di essere precipitosi".
Cremona, 23 febbraio 2005  
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