15 Settembre, 2002
Autotrasporto cremonese: la situazione è esplosiva
Una nota della FITA CNA di Cremona
 L’autotrasporto di merci per effetto dell’aumento del
gasolio di 20%, rispetto al 1 gennaio 2004, dovrà spendere 5 miliardi di euro
in più per svolgere gli stessi servizi erogati nell’esercizio 2003.
“A conti fatti per un pieno di 600 litri di gasolio – afferma Adriano
Bruneri della Cna di Cremona - l’impresa di autotrasporto spende circa 80 euro
in più, senza poter contare sugli aumenti delle tariffe dei servizi anzi,
paradossalmente, la committenza continua a chiedere ribassi”.
“La situazione è ormai esplosiva ed il Governo non intende dare risposte
lasciando sole le imprese di autotrasporto davanti ad una concorrenza dei
vettori dell’est la cui spesa di gestione è inferiore del 40% per effetto
delle minori garanzie sulla sicurezza ed il minor costo dei conducenti”.
“Dalle imprese sale forte la protesta , per una situazione anomala del mercato
dei carburanti ,e da concorrenza illegale e selvaggia ormai fuori controllo,
senza regole , che distrugge il sistema imprenditoriale dell’autotrasporto e
che mette a repentaglio il sistema della sicurezza così tanto invocato.
Cosa ne pensano i consumatori?
Cosa ne pensano i lavoratori del settore?
Intanto al Governo si procede verso una sempre più ampia deregolamentazione
sulla quale noi abbiamo più di un perplessità e proposte!
eccole:
Il disegno di legge delega per la riforma dell’autotrasporto è stato
approvato senza l’unanimità sia delle imprese del settore, sia nell’ambito
della rappresentanza parlamentare. Tutti i soggetti che hanno esplicitato
interesse su questo provvedimento hanno sostenuto la necessità di riformare il
settore ma le differenze su come innovare sono state in alcuni casi forti ed
evidenti.
Nel contesto generale sono a tutti note le pessime condizioni operative e
soprattutto economiche in cui si trova l’autotrasporto italiano. Sono altresì
note le ulteriori e più stringenti scadenze normative derivanti dall’Unione
Europea e dal Parlamento nazionale.
In un contesto critico e complicato la riforma dell’autotrasporto, approvata
dal Parlamento, si presenta profondamente incerta e per certi aspetti molto
rischiosa per almeno quattro questioni fondamentali:
- non è sufficientemente ancorata alla sicurezza stradale;
- è fortemente sbilanciata a favore della committenza salvaguardando più il
mercato che le imprese di autotrasporto;
- apre una prospettiva di incertezza per le imprese di autotrasporto le quali,
pressate dalla committenza, rischiano di produrrre una maggiore insicurezza
stradale, conseguenza dell’inosservanza delle regole della circolazione;
- non risolve le questioni strutturali legate alle relazioni contrattuali ed al
rapporto di forza esistente.
Per questi motivi abbiamo sin da subito sostenuto la necessità, nelle sedi
competenti, di apportare alcune modifiche sia nei principi ispiratori sia nel
testo di riforma per praticare una politica industriale anche a favore dell’autotrasporto.
Le richieste di modifica del testo in sintesi:
a. chiarezza delle sanzioni e sistematicità dei controlli in direzione
della committenza, del titolare delle merci e del caricatore quando diverso dal
committente;
b. l’identificazione di un soggetto autorevole con compiti di controllo e di
sanzione;
c. il contratto di autotrasporto reso obbligatorio;
d. limitazioni alle attività di pura intermediazione;
e. interventi disciplinari sul conto proprio;
f. periodo transitorio per gli accordi di settore sottoscritti e vigenti;
g. contenzioso derivante da tariffe non remunerate da trasformare in
opportunità;
h. riforma dell’Albo degli Autotrasportatori senza alienare o subordinare
questo ad altre istituzioni.
Il “mercato aperto e concorrenziale”, rappresentato come il principio
fondante della riforma, ci può trovare favorevoli se accompagnato da regole
certe, verificate e verificabili. L’obiettivo primario è quello di consentire
alle imprese di poter costruire prezzi e condizioni di lavoro senza scontrarsi
con il governo di turno ad ogni legge finanziaria per chiedere risorse a
sostegno.
Rispetto a tale obiettivo la riforma non è incisiva, e quindi abbiamo ragione
di credere che la scelta del governo sia quella di subordinare gli interessi
dell’autotrasporto a favore del commercio e dell’industria.
La FITA CNA farà il possibile per migliorare la riforma approvata e non
interromperà la ricerca di tutte quelle azioni che possano produrre modifiche
al testo della legge delega.
FITA CNA di Cremona
Adriano Bruneri
 
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